Storia di Dirk, l’olandese volante

Si definisce un pittore senza patria. Dalla Francia si è trasferito a Nardò, dove ha trovato un’autenticità, una genuinità straordinaria. Il Salento? Sul piano culturale, a suo dire, è più attivo e vivace di quanto non lo sia la Costa Azzurra. 

Intervista di Marco Marinaci

Ph. in studio di Aristide Mazzarella

 

Francese di nazionalità, olandese di nascita, Dirk Verdoorn, classe ‘57, l’ho incontrato nel suo buon retiro, un palazzotto acquistato nel cuore del borgo antico di Nardò.  Con tanto di Hammam. Dice di esser nato “sull’acqua nell’acciaio che fluttua” e si definisce un “pittore senza confini, senza patria”. Forse è per questo che, da una manciata d’anni a questa parte, è finito a Nardò. Ha lasciato Saint-Paul-de-Vence, (un piccolo gioiello medievale che al tempo stesso è anche una grande galleria d'arte). E’noto in Francia anche perchè considerato il pittore ufficiale della marina militare, un grande riconoscimento istituzionale. Famoso nel mondo per i suoi oli iperrealisti che ritraggono navi militari e mercantili. Il fotorealismo è una tecnica abbastanza complessa, che richiede tempo, non solo talento.  Organizza il suo lavoro “attraverso la scrittura, la composizione ma anche il casting,  per scegliere gli interpreti del” suo breve racconto: realizza la messa in scena come a teatro curando luci e decori. Vive insieme alla sua donna Francoise Le Cossec e ad un gatto che, quasi ad omaggiare i ritmi compulsivi e trascinanti di questa terra tarantata, si chiama “Uccio”. Già “Uccio”, un “omaggio – ci dice - ad Uccio Aloisi” uno del grandi cantori della terra del rimorso. Uccio, un bel british shorthair, bianco ghiaccio,  - silver shaded - puntualizza la signora - scivola rapido, viene a salutare e a farsi accarezzare e poi si allontana. La foto dell’intervista è stata realizzata, in studio, dal maestro Aristide Mazzarella. 

D.: Dalla Costa Azzurra a Nardò, il passo non è breve…

R.: Ero un po' stanco dell’Europa ma volevo comunque vivere in Europa, io non volevo più vivere a Cannes o a Saint Paul De Vence ed ho trovato a Nardò un’autenticità, una genuinità straordinaria, un popolo che vive come su di un’isola. E vive una sorta di autarchia culturale. Sono felici così.  E’ vero, c’è un po' di ritardo culturale. Ma, nei primi anni, ho trovato anche dei bellissimi concerti di musica classica, nelle chiese, di una qualità incredibile. E mi sono divertito molto. Il Salento dal punto di vista culturale è più attivo e vivace della Costa Azzurra. Lì si pensa solo a far soldi, sfruttando bellezza dei luoghi e la innegabile popolarità. Il Salento invece è popolare, e qui siamo tutti uguali. Dopo un po' qui pensano che io non sia un personaggio più o meno noto, pensano che io sia “un coglione” come tanti altri. E questo mi piace abbastanza. Siamo tutti uguali. Ed io sono venuto qui per essere in incognito.

D.: Com’è nata la passione per l’arte?

R.: E’ innata, anche se non me ne sono reso conto subito. Io ho sempre avuto un grande passione per il disegno, ma il mio primo mestiere è stato quello di mio padre che era un marinaio. A vent’anni ho comprato la mia prima barca, ho navigato, mi occupavo di trasporti. Poi nella mia vita ho fatto tante altre cose: l’insegnante, l’animatore per giovani in difficoltà. Ho fatto dei corsi di teatro. Nel ’97 ho aperto la mia prima galleria a Saint Paul De Vence. Andando negli studi o nei negozi specializzati in cui gli artisti acquistano i loro materiali ho visto persone che vivevano di questo, che vivevano della loro arte e mi sono detto: se lo fanno loro, potrei farlo anch’io. E da lì è cominciato tutto, e oggi vivo della mia pittura. È così dall’età di 40 anni.

D.: L’artista che considera punto di riferimento…

R.: Se dovessi citare qualcuno direi Pierre Fonferrier, che non è molto conosciuto, e che è un amico. Ma sono tanti. E' difficile da dire. Direi Chagall, che mi piace molto più per il suo spirito che per i suoi dipinti. Gasparre David Friedrich è un altro artista che ammiro molto. Ma mi piacciono moltissimo anche i realisti americani di oggi. "I miei riferimenti però non sono solo nella pittura. Guardo anche alla musica classica austriaca e italiana, ai cineasti danesi e francesi, agli scrittori olandesi e russi”.

D.: Nelle sue tele racconta il suo universo ed il suo modo di vedere un mondo attraverso i suoi viaggi. Cos’è, a suo avviso, l’arte?

R.: Qualcosa che sai fare bene, l’arte è creazione, e l’artista è colui il quale ha trovato il suo universo di espressione.

D.: Cosa non sopporta?

R.: Il modo di insegnare l’arte oggi. L’arte contemporanea sta diventando solo informazione e comunicazione.

D.: Si sente più libero con l’astrattismo o con il figurativo?

R.: Mi sento sicuramente più libero nell’espressionismo. Il figurativo mi rassicura. E’ la mia zona confort.

D.: Cos’è che le fa più paura al giorno d’oggi?

R.: Diventare elites.

Il suo hobby sono i viaggi. Anzi lavora per viaggiare. Mi racconta della Thailandia, degli Stati Uniti, della Cambogia e del Vietnam, solo per citare quelli dell’ultimo anno. “Il pittore col cuore di mare si tuffa in acqua, cavalca le onde, brandisce il pennello come una fiocina”. Nella didascalia a corredo di un dipinto si legge ”Mi piace sognare che da Bari a Taranto si formi un crepaccio e il Salento prende il mare. Non sentite già la terra muoversi sotto i vostri piedi?...

 

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