"L'ineffabile sindaco di Nardò alla ricerca di entrature nel centrodestra dopo i suoi inciuci con Emiliano, avanza la primogenitura della candidatura Poli facendo la figura della mosca cocchiera"

Il centrodestra sembra aver scelto definitivamente Adriana Poli Bortone come candidato sindaco nelle imminenti elezioni comunali a Lecce. Ancor prima che si presentino le liste, e manca poco dato che il centrodestra sceglie i candidati sempre all'ultimo istante, si può dire senza temere errori che questa scelta è la dimostrazione di un fallimento totale.

 

Candidare la ottuagenaria politica leccese significa che il centrodestra non è in grado di allevare una classe dirigente amministrativa e politica nuova e proiettata verso il futuro; togliere dalla naftalina la Poli Bortone significa non avere nuova linfa da proporre agli elettori della città che fu una delle fucine della destra nel meridione d'Italia fin dalla proclamazione della Repubblica. Un'ammissione di incapacità che fa storcere il naso anche a tanti storici elettori della destra salentina che non è detto siano disposti a turarsi il naso e a votare la stagionatissima professoressa di latino che si porta appresso il pesante fardello della sciagurata impresa della costruzione della ferrotranvia cittadina che ha deturpato il volto della “Firenze del sud” senza migliorare di un capello il trasporto pubblico cittadino.
I primi passanti intervistati sui marciapiedi del centro cittadino hanno reagito, per nulla stupiti,con “Sai che novità, si è sempre candidata a tutto. Stava per candidarsi alla presidenza del circolo bocce”.

Non è sicuramente un bel biglietto di visita per la coalizione che ha portato alla presidenza del Consiglio la giovane e dinamica Giorgia Meloni!

E' segno di profonda debolezza ed è un pessimo viatico per le prossime elezioni regionali che da venti anni vede il centrodestra soccombere al centrosinistra per le proprie divisioni interne, per l'incapacità cronica di costruire una classe dirigente preparata e competente per le gelosie dei vari capicorrente che vedono come fumo negli occhi l'emergere di nuove potenzialità per paura di essere scalzati dalle loro posizioni di preminenza. Panorama desolante.

Eppure quello che sembra un errore colossale a qualunque osservatore sensato trova anche chi se ne attribuisce e rivendica il merito. L'ineffabile sindaco di Nardò Mellone, alla spasmodica ricerca di entrature nel centrodestra dopo i suoi clamorosi inciuci con Emiliano, avanza la primogenitura della candidatura facendo la figura della mosca cocchiera.

Come il fastidioso insetto della favola di Esopo millanta l'intervento decisivo nella candidatura Poli dall'alto della statura trascurabile del suo rappresentante nel capuoluogo provinciale, che ha sempre raccolto consensi percentuali pari ai prefissi telefonici. Con la disinvoltura che gli è propria Mellone, noto per cambiare gabbana anche più volte nello stesso giorno, rinnega il suo sbandieratissimo giovanilismo per schierarsi affianco ad una candidata che il prossimo agosto compirà 81 anni e che qualora fosse eletta concluderebbe il suo mandato in prossimità del compimento di 86 anni.

Ma uno che periodicamente si rimangia quello che dice e fa l'opposto di quello che prometteva qualche settimana prima non si fa specie di rimangiarsi l'intenzione, sempre sostenuta, di dover svecchiare la politica atteggiandosi a emulo di Renzi. Forse lo fa nella speranza di poter influenzare, anche a Lecce, incarichi e appalti che sono la sua vera passione. Ma è illusione senza speranza, la volpe Adriana Poli Bortone, anche prossima alla pellicceria, è molto più smaliziata di lui e non si farebbe eteroguidare da un Mellone qualsiasi nel remoto caso di nuovo ingresso a palazzo Carafa. Dovrebbe, Mellone, preoccuparsi di far fare una figura decente ad una eventuale lista a lui facente capo non avendo a Lecce, come invece è stato per Galatina, dipendenti comunali di Nardò da candidare.

Mellone tenta di accreditarsi a Roma come il kingmaker della vittoria comunale ma corre il fortissimo rischio di vedersi addebitata una sconfitta che gli affibbierebbero in tanti compresi i suoi compari leghisti che non vedono di buon occhio il tentativo di erodere il già scarso, e in diminuzione autonoma, bacino di consenso nel capoluogo provinciale. Ma Mellone è in scadenza a Nardò e non sta trovando sponsor per le sue aspirazioni regionali e quindi si gioca ogni bluff possibile pur di continuare a campare di politica.

 

Werther Messapo

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