La lettera di un genitore di un bambino diversamente abile accende la polemica e da fiato all'indignazione. Mentre dall'amministrazione comunale fanno a scaricabarile addossando alla Regione le responsabilità.
"In questi giorni assistiamo ad una pantomima imbarazzante sul tema dei diritti dei più deboli. La breve lettera di un genitore di un bambino disabile con la quale prova ad esternare tutto il suo sconforto nel vedere come le istituzioni abbiano consentito l’inizio dell’anno scolastico senza garantire l’avvio della piena integrazione scolastica rappresenta solo la punta di un iceberg di indignazione". Il consigliere di opposizione Lorenzo Siciliano ritiene che "Le parole di quel padre hanno un peso più significativo rispetto alle tante e legittime lamentele che leggiamo su diversi disservizi, criticità, mancanze vissute da una comunità. Perché qui si parla della qualità della vita di un bambino, tra l’altro meno fortunato dei suoi coetanei. E con lui tanti altri che in queste ore stanno vivendo la medesima ed umiliante condizione".
"Sul punto, - continua l'esponente piddino - credevo che almeno su un tema così profondamente delicato l’amministrazione comunale avesse adempiuto nell'immediato ai propri doveri, quanto meno morali ed etici, in attesa che Provincia e Regione, colpevolmente ritardatarie, facciano la loro parte. E invece cosa fa? Dribbla, per bocca della commissione pari opportunità (composta da figure nominate dal Sindaco e dalla sua maggioranza, molte delle quali candidate per l’attuale coalizione di governo) che gioca allo scarica barile, puntando il dito contro la Regione Puglia".
"Ma come? Non era Michele Emiliano l’impeccabile governatore con un “occhio di riguardo per Nardò”? Al netto di queste comiche barzellette, raccontate per tentare di ripulirsi da incombenti responsabilità, l’amministrazione e dunque l’assessorato ai servizi sociali e l’ambito di zona, di cui Nardò è Comune capofila, hanno il dovere di mettere in campo le risorse necessarie per ristabilire la piena agibilità scolastica per questi bambini e bambine. Che non balbettino o dicano che non ci sono fondi utili, perché quando si tratta di incarichi, nomine e consulenze ad amici degli amici, eccome se "i fondi" si trovano. Nel mentre, chiedano una convocazione immediata di una conferenza dei servizi con la Regione, la Asl e la Provincia di Lecce per rivendicare non una concessione o un “occhio di riguardo”, ma un diritto."