Il consiglio comunale ha approvato a maggioranza la delibera di adesione all’art. 243 bis del Testo Unico degli Enti Locali con la quale - preso atto di una situazione di squilibrio finanziario di circa 30 milioni di euro - entro 90 giorni si dovrà predisporre una manovra di riequilibrio del bilancio comunale di durata quindicinale e sottoporla all’approvazione dalla Corte dei Conti e dal Ministero dell’Interno.
In un post il primo cittadino di Lecce ammette di aver approvato "Un provvedimento impopolare, che imporrà sacrifici ai cittadini e ai dipendenti comunali assunto in ragione dell’interesse pubblico a curare un bilancio in fortissima sofferenza come documentato dai principali indicatori che ne misurano lo stato di salute".
"Perché un sindaco in carica da quattordici mesi, che eredita le conseguenze delle politiche di bilancio di un lungo ciclo di governo - che dai banchi della minoranza negli anni trascorsi ha provato ad evitare - decide di limitare la propria libertà di governo con previsione di riduzione della spesa corrente, minore possibilità di indebitamento, blocco delle assunzioni di personale? Per vendetta politica, per incapacità, per mancanza di coraggio, per esasperazione ragionieristica: hanno sostenuto in aula gli avversari. per la sola ragione di fare gli interessi della città attraverso la messa in sicurezza del bilancio al fine di evitare guai peggiori incombenti, assumendosi la responsabilità del peso politico di una manovra che non strappa applausi, non garantisce popolarità, non assicura consensi: abbiamo spiegato all’aula".
"Quello di oggi - ha continuato Salvemini - è stato quindi un passaggio molto importante e delicato, che fa seguito a quello dello stanziamento di risorse necessarie a coprire le perdite della Lupiae, in attesa di avere il nuovo piano di risanamento; assolto mentre veniva notificato il provvedimento di interdizione dagli uffici comunali di un dirigente ed un funzionario per l’indagine sugli alloggi popolari. a ribadire la complicata fase che siamo chiamati a gestire in questo periodo".
"Per questa ragione non posso politicamente ignorare che la delibera è stata votata da 13 consiglieri, con l’astensione del gruppo di Prima Lecce - che ha letto un documento di dissenso sul provvedimento il cui contenuto ho appreso solo in aula - e l’assenza ingiustificata del consigliere di Andare Oltre: nonostante nulla fosse stato anticipato nell’ultima riunione di maggioranza. c’e una evidente questione chi si apre con nitidezza: verificare la volontà di voler lealmente sostenere questa Amministrazione, il programma votato dagli elettori e il patto per la città pubblicamente sottoscritto. Valuterò serenamente e seriamente nei prossimi giorni se esistono le condizioni per poter governare Lecce coerente al mandato ricevuto e agli impegni assunti, e poi trarrò le conclusioni conseguenti. Da sempre convinto che in politica le dimissioni non si annunciano, si presentano".