Nella fase conclusiva della sua campagna elettorale per la presidenza della Provincia, Stefano Minerva aveva definito falsa la notizia della sua intesa con il fascista camaleontico Pippi Mellone, come lui amico fedele, peraltro, del presidente Emiliano, il quale appare sempre di più il tessitore degli accordi politicamente più insani che si stanno realizzando in Puglia.
Rino Giuri, del Coordinamento neritino Art.1 MDP sostiene che "Con la nomina ad assessore provinciale di Antonio Tondo, dirigente neritino del movimento melloniano “Andare Oltre”, Minerva smentisce spudoratamente le sue precedenti dichiarazioni e dà prova con un fatto concreto del suo patto indecente con l’area politica fascista rautiana capeggiata da Mellone. Ed è da condannare anche l’eventuale accettazione di tale stato di cose da parte degli assessori delle organizzazione politiche di centro e di sinistra nominati dal neo presidente della Provincia, i quali si erano illusi che lo stesso Minerva potesse essere veramente il candidato ed il presidente del centrosinistra".
"Disgustose si rivelano, poi, le interpretazioni di quegli esponenti politici che tendono a liquidare come beghe localistiche le dignitose ferme proteste di eletti, dirigenti e militanti della grande parte del centrosinistra neritino che, nel secondo centro più popoloso della provincia di Lecce, sono all’opposizione di un’amministrazione tanto illiberale e dispotica quanto traditrice di tante promesse elettorali. Ciò che è accaduto e che accade nelle azioni della politica a Nardò, così come a Lecce, non puo’ essere derubricato a bega localistica se non da coloro i quali, evidentemente, non appaiono in grado di svolgere il loro ruolo di dirigenti politici e si acconciano volenti o nolenti a subire le altrui deprecabili scelte".