"Il presidente del consiglio comunale di Nardò risponde agli ordini del sindaco di Casapound". E non concede l'aula consiliare all'opposizione. Un atto sconcertante, antidemocratico e di una gravità assoluta. Qualcuno forse pensa che "il comune sia l'appartamento privato del sindaco e della sua giunta". In conferenza stampa l'opposizione mette il dito nella piaga ed evidenzia anche le tante criticità: di un'amministrazione che fa dello slogan e della propaganda la sua unica ragion d'essere.
Ma i problemi veri della città restano sul tappeto, e giacciono irrisolti: a partire dal nodo sanità. Mellone aveva promesso di riaprire l'ospedale, e oggi del nosocomio non è rimasta neanche l'ombra. E poi l'ambiente con la piaga rappresentata dalla discarica di Castellino che attende invano di essere bonificata. I consiglieri hanno sottolineato la leggerezza con cui sono state affrontate tematiche rilevanti: la Sarparea, il canale Asso, o la condotta a mare. Gli sprechi: come i costi esorbitanti dello Staff, o le consulenze legali monstre. Un'azione amministrativa che va nella direzione opposta rispetto al libro dei sogni che è stato promesso in campagna elettorale e che sta portando inesorabilmente indietro una città importante come Nardò e che offende la comunità. I consiglieri Carlo Falangone, Giancarlo Marinaci, Paola Mita, Roberto My, Daniele Piccione, e Lorenzo Siciliano, hanno tracciato un quadro disastroso di questa amministrazione. C'è da dire che mai in passato i rapporti istituzionali erano stati così deteriorati e compromessi. E' il frutto avvelenato di un clima divenuto, oramai, insostenibile.