Nardò, 430 firme raccolte in poco tempo contro la decisione di revocare la concessione del campetto all'Oratorio della Parrocchia Santa Maria degli Angeli

In poco più di cinque ore, nella giornata di ieri, sono state ben 430 le firme raccolte contro la decisione da parte della giunta Mellone di revocare la concessione dei campetti di via Kennedy alla Parrocchia di Santa Maria degli Angeli, ed il contestuale affidamento diretto all'associazione in Viaggio con Momì.

I consiglieri di opposizione Carlo Falangone, Giancarlo Marinaci, Paola Mita, Roberto My, Daniele Piccione e Lorenzo Siciliano, hanno preso posizione rispetto ad una vicenda che ha suscitato un vespaio di polemiche. "430 neritini coraggiosi e liberi che non intendono voltarsi dall’altra parte, facendo finta di niente di fronte all’arroganza del potere. Questa raccolta firme non è solo per far revocare una decisione folle assunta tra pochi intimi. È una battaglia per testimoniare con forza che questa Città non è l’appartamento privato di qualcuno. Ed il bene comune è di tutti, e a tutti devono essere garantite pari opportunità. Perché non esisterà mai la Nardò dei figli e figliastri, nonostante i signori di Palazzo la vogliano a tutti i costi. La raccolta firme - promettono dall'opposizione - continuerà nel corso di questa settimana. I moduli per firmare sono disponibili presso la chiesa di Santa maria degli Angeli. Saremo nuovamente presenti con i banchetti nella giornata di sabato prossimo".

Occorre evidenziare che al di là dei soggetti interessati il problema è legato alla mancanza di un indispensabile bando ad evidenza pubblica, che avrebbe garantito se non altro trasparenza ed eguali opportunità a chiunque fosse interessato alla gestione del campetto nella disponilità, fino a ieri, dell'Oratorio. Ma non è una novità Mellone ha affidato con gli stessi criteri anche altri locali di proprietà comunale, quelli ad esempio di via De Pietro, ad altra associazione che ha l'hobby, per così dire, della guerra. E non è tutto.  Il Comune inoltrerà ricorso dopo la condanna del Tribunale di Lecce che ha annullato lo sfratto ad alcune associazioni cittadine con sede nel centro storico, autorizzate quindi a restare nei locali comunali fino alla fine dei contratti che le riguardano. E' singolare  ad esempio che il sindaco si sia recato nell'associazione Migranti per incontrare i membri dello storico sodalizio e poi a distanza di un mese abbia intimato agli stessi lo sfratto.

Il sindaco preme per far tornare nella piena disponibilità dell'Ente gli immobili di proprietà oggi concessi in locazione all’associazione nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e all’associazione nazionale Finanzieri d’Italia (piazza Salandra n. 8), all’associazione nazionale Carabinieri (via Rosario n. 3), al Circolo Cittadino (piazza Salandra), all’associazione Emigranti (via Pretura Vecchia n. 4) e alla stessa Società Operaia (corso Vittorio Emanuele n. 19). "Si tratta di immobili di pregevole qualità architettonica e dal rilevante valore simbolico che l’amministrazione comunale intende riqualificare e destinare a sede di importanti servizi o, per alcuni di essi, favorire la loro valenza a fini commerciali o culturali". L'intento è nobile, il problema riguarda il metodo. Procedere senza bando ad evidenza pubblica mette in evidenza una grave ed imbarazzante concezione proprietaria della cosa pubblica. Tutto ciò è abbastanza evidente.

0
0
0
s2sdefault

ADV

salento magazine

I più letti