Il 15 febbraio è stata pubblicata la proposta di Piano Comunale delle Coste messa a punto dalla nostra amministrazione. Dopo il passaggio della Valutazione Ambientale Strategica si procederà all'adozione del Piano e alla importante fase della presentazione delle osservazioni da parte delle cittadinanza. Al termine di questa fase sarà dunque possibile procedere all’approvazione definitiva che potrebbe così avvenire entro l'anno, con l'insediamento del nuovo Consiglio Comunale.
In diciotto mesi - grazie al lavoro appassionato di Rita Miglietta e del settore urbanistica - Lecce sarà dotata di un strumento di governance strategica della costa atteso dal 2011, anno di approvazione del Piano Regionale. Per noi lavorare al PCC non è stato procedere a un mero adempimento normativo: la tutela della costa, lo sviluppo delle potenzialità ambientali, turistiche, l'accessibilità e fruibilità della marine rappresentano un obiettivo strategico di primaria importanza, meritevole di studio, approfondimento, pianificazione. Perché crediamo che “Lecce è il suo mare”.
Ci siamo incaricati - in una lunga e articolata fase di ascolto, conoscenza, esplorazione dei luoghi e delle criticità delle marine - di affermare questa consapevolezza: la costa come patrimonio di tutti i leccesi e la rigenerazione delle marine come progetto di comunità che deve guardare all’interesse pubblico, che non è la sommatoria di interessi legittimi e privati, ma qualcosa che va oltre, media, sintetizza, senza mai perdere di vista il destinatario ultimo delle politiche, cioè la cittadinanza.
Ci siamo impegnati, nella redazione del Piano, in una indispensabile – perché trascurata in passato – acquisizione di tutti gli elementi conoscitivi necessari: geomorfologici, botanici, fisici (a partire da uno studio sull’erosione costiera). Abbiamo approfondito il tema delicatissimo dell'abusivismo e del conflitto tra la natura e cemento, particolarmente evidente in alcuni tratti della nostra costa, dove le onde si infrangono suI mattoni, rendendo invisibile il mare. un approfondimento, riconosciuto e valorizzato dal Politecnico di Milano ( https://bit.ly/2Brkonj ). Abbiamo da subito lavorato con la Soprintendenza per scrivere insieme le regole di coesistenza tra architetture balneari e paesaggio.
Abbiamo precisato che pianificare un uso sostenibile della marine leccesi non equivale a predisporre un piano del commercio delle licenze balneari: significa definire una convivenza tra importanti e riconosciuti interessi privati con altrettanti importanti e riconosciuti interessi pubblici. Abbiamo presentato - e ci sono stati finanziati per circa 2.7 milioni di euro - due progetti che prevedono a Frigole la riqualificazione dei paesaggi della bonifica e di Acquatina, il rifacimento del lungomare Mori: un fondamentale tassello per la costruzione di un'idea di spazio pubblico nella marina.
Abbiamo scelto di valorizzare la costa leccese guardando al mare, alla storia, alla natura e allo sport: per incoraggiare la fruizione delle spiagge da parte dei bagnanti; per evidenziare le potenzialità culturali che le nostre marine esprimono (Torri costiere, molo di Adriano, paesaggi della Bonifica); per valorizzazione la ricchezza unica delle aree naturalistiche (Acquatina, Rauccio, Torre Veneri); per incentivare le attività sportive (acquatiche e non) che garantiscono fruizione sostenibile delle aree naturali e aprono una nuova strada per il turismo.
Disporre di un Piano delle Coste è il primo passo verso la tanto invocata “valorizzazione delle marine”, che è un percorso molto più complesso, lungo e appassionante di quanto talvolta si ascolta. Perché il Piano delle Coste riguarda tutti: cittadini, i residenti, gli imprenditori balneari, i turisti, le federazioni sportive: è una impresa collettiva che dura nel tempo. Abbiamo finalmente mosso i primi passi lungo questa strada e riteniamo che in campagna elettorale ci si debba assumere la responsabilità politica di precisare quale idea d'uso della costa si propone alla collettività: perché è doveroso mettere i cittadini nelle condizioni di scegliere partendo da indicazioni chiare. Ancor più quando si è chiamati - come in questo caso - a rendere conto di scelte difficili che non sono dettate dal pregiudizio ma guidate dal rispetto dei norme vincoli tutele. Noi intendiamo farlo alla luce del sole.