Stefania Ronzino, avvocato, ha 52 anni, ed è ambientalista "di lungo corso “. È sposata con l’avvocato Carlo Mancini ed ha due figli. E' l'unica donna candidata alla poltrona di primo cittadino in un panorama politico declinato rigorosamente al maschile. Ecco le ragioni della sua candidatura.
Cosa l’ha convinta a candidarsi?
Ho sempre partecipato attivamente alla vita della Comunità. Non c’è battaglia civile, comitato cittadino o manifestazione degli ultimi 25 anni che non mi abbia vista partecipe e, qualche volta, promotrice. Tuttavia non mi sono mai candidata. Ho sempre sentito il dovere civico di svolgere un ruolo di “controllo esterno” ed è stato sempre possibile effettuarlo in quanto era ben definita la cornice democratica. Ricordo grandi battaglie, come quella contro la realizzazione del porto a Serra Cicora, ad esempio, costellata di discussioni forti nella Comunità, comitati pro e contro, Consigli Comunali dedicati. E’ chiaro che è un valore una Comunità che discute intorno ai progetti, che si interroga sullo sviluppo che si vuole dare, fornendo spunti di miglioramento o escludendo quelli che sono lontani dalla sensibilità generale. Pensiamo a Porto Selvaggio. Con la protesta i cittadini impedirono che questo luogo tanto amato dai neretini fosse lottizzato. Con l’Amministrazione Mellone tutta la vivacità culturale, tutti i movimenti di partecipazione della cittadinanza sono spariti. Lo stile amministrativo del Sindaco Mellone è quanto di più lontano dalla storia di questa Città. La trasparenza amministrativa ha avuto un netto peggioramento. Pochissimi i Consigli Comunali, Commissioni che non svolgono il loro ruolo per mancanza del numero legale fatto venire meno sistematicamente. Dei progetti veniamo a conoscenza quando ormai sono stati approvati ed è diventato difficile esercitare un controllo e di proposta sull’attività amministrativa. Insomma, la Città cambia a gusto e per volere di uno solo. Di fronte a questo panorama la battaglia di civiltà che bisogna combattere diventa un’altra: ripristinare la cornice democratica, garantire trasparenza amministrativa, permettere confronto e discussione nella Comunità consapevoli che la Democrazia è ascolto e bilanciamento di opposti bisogni. Da qui la mia candidatura.
La frammentazione dovuta alla proliferazione dei candidati alla poltrona di primo cittadino di Nardò non le pare finisca per rappresentare un indubbio vantaggio per il sindaco uscente?
Nardò Bene Comune ha partecipato diligentemente a tutti i tavoli e gli incontri per giungere ad un candidato unitario. Abbiamo proposto l’avv Tony Falangone registrando l’adesione entusiasta di tutte le forze politiche. Quando l’amico Tony ha rinunciato siamo rimasti ai tavoli con correttezza e lealtà anche quando le proposte erano lontane dalla nostra sensibilità politica. Ci sarebbe piaciuta una coalizione allargata. Altrochè! Ma personalismi e visioni di corto respiro hanno portato a questa situazione. Nardò bene comune, con la mia candidatura occupa uno spazio politico volutamente lasciato vuoto.
Ci sono stati dei colloqui o tentativi di accordo tra i vari candidati sindaco al fine di convergere a supporto di un’unica candidatura?
Sì, certamente. Ci sono stati colloqui e scambi di opinione sul punto. Ma, ad oggi, le posizioni continuano ad essere rigide. Per quanto mi riguarda sono stata invitata in più occasioni a fare il famoso “passo indietro”. Ho notato che in politica il famoso detto “prima le donne”, non vale. Al momento non ritengo ci siano le condizioni per convergere su un unico candidato.
Invece di investire anzi, di far indebitare la comunità, per rifare un muretto sul lungomare costato un patrimonio, non sarebbe stato più oculato investire in una partecipata che potesse offrire posti di lavoro o in una infrastruttura che potesse davvero consentire prosperità e delle ricadute occupazionali come ad esempio un porto turistico?
Il problema è sempre lo stesso. La mancata partecipazione alle scelte dell’Amministrazione. Senza avviare un dibattito in Consiglio Comunale e nella Città si è deciso di contrarre un mutuo cospicuo e di cambiare il volto delle marine. Potevamo fare altro? Certamente. Partire da un’analisi dei bisogni della Comunità, questo si doveva fare. Ma a cosa serve dircelo tra noi se il Sindaco uscente amministra la Città come fosse casa sua e non casa nostra?
Il sindaco non risponde alle interrogazioni e non fa convocare consigli comunali da un pezzo. Le pare normale?
Non mi pare normale affatto. E’ il motivo per cui mi sono candidata. Se gli organi istituzionali fossero rispettati, se vi fosse trasparenza amministrativa e fosse consentita la partecipazione dei cittadini, se non vi fosse un Podestà in questo momento probabilmente sarei al mare.
Il sindaco uscente è in campagna elettorale da un pezzo, le facce dei candidati da mesi fanno bella mostra sui muri della città. Mellone non bada a spese pur di garantirsi la rielezione…
A dire il vero la campagna elettorale di Mellone è iniziata il giorno dopo la sua elezione. I 6X3 e i manifesti in cui si celebravano le gesta del “nostro” spacciando per grandi opere financo l’ordinaria amministrazione ci hanno accompagnati come fossero arredo urbano negli ultimi 5 anni. Le sparute associazioni politiche culturali che sono sopravvissute alla politica melloniana potranno testimoniare come sia diventato difficile in questa Città trovare libera una plancia per promuovere le proprie attività. E sarà un caso ma nella maggior parte delle volte non si riesce mai ad occupare le plance poste nei luoghi più visibili delle Città. E’ così che si costruisce il pensiero unico: corsie preferenziali per alcuni e ostacoli per altri. Mi piacerebbe che il Sindaco mellone e le sue liste rendessero pubbliche le spese di stampa ed affissione. Io lo farò ed invito gli altri candidati a Sindaco a fare altrettanto. Un nota a margine. Sarebbe necessario e doveroso nei confronti dei cittadini che il Regolamento delle affissioni fosse reperibile sul sito istituzionale del Comune.
Tre priorità per far volare Nardò…
Basta far volare Nardò! Ci bastano gli idrovolanti. Bisogna camminare con i piedi ben saldi in terra. Perciò Cultura, spirito di Comunità, integrazione sociale, welfare, clima di pacificazione, cura dei beni comuni. Mellone continua a concentrare la sua attività amministrativa sui lavori pubblici. Costruisce contenitori e poi non li riempie. Ecco, è arrivato il momento dei contenuti.
Il sogno nel cassetto…
A me non basta un cassetto, mi serve un baule. Un piano di riqualificazione del paesaggio urbano. L’ho promesso a mio figlio Simon: alberi. Cura e pulizia del paesaggio rurale Ma anche una città completamente priva di barriere architettoniche. E poi sogno programmi per rimuovere le disuguaglianze sociali, come l’ “affido culturale”. E una Nardò accogliente e multietnica...ah, come mi piacerebbe.
Quello che proprio non sopporta…
L’arroganza al potere. Amministrare significa farsi servo della propria Comunità, non “capo”.
Se fosse il sindaco di questa città se la sentirebbe, una volta eletta, di far rimuovere quella bruttura rappresentata dalla statua del toro posta all’ingresso della strada proveniente da Lecce?
Lo metterei sul giardino della memoria ad accogliere le orde di turisti che atterreranno con gli idrovolanti. E’ una battuta, non un suggerimento.
Marco Marinaci
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