A Nardò, nella generale mediocrità e inconsistenza dei componenti la giunta comunale, esiste un assessore “travicello”. Presta la faccia per occupare una casella che è stata oggetto dei soliti giochetti di potere per impedire l'ingresso in consiglio Comunale di un candidato che pure aveva raccolto un cospicuo numero di consensi.
L'assessore Alemanno, persona stimata e corretta nella sua attività professionale e nella vita sociale in generale, viene continuamente oscurato dall'attività del consigliere delegato al commercio Lelè Manieri inusitato percettore di notevoli consensi elettorali.
L'anomalia è alla base, non si capisce la necessità di nominare un consigliere delegato ad un settore che è affidato ad un assessore. Ma è un risultato della singolare percezione delle cariche istituzionali di Mellone.
Manieri, prima della proclamazione dei consiglieri comunali era stato nominato assessore al Commercio e Attività Produttive, ma si era dimesso dopo una manciata di giorni con la risibile motivazione di non poter conciliare il suo lavoro con la carica.
In realtà si era ritirato per non far entrare in consiglio comunale il primo dei non eletti della lista Adriano Muci. Muci aveva incautamente lasciato trasparire una certa indipendenza di ragionamento rispetto ai voleri di Mellone e, quindi, era stato segato nell'approdo nei banchi di palazzo Personè. Con la manfrina delle dimissioni di Manieri e la nomina di Alemanno ad assessore.
Ma Manieri, alla faccia dei suoi impegni lavorativi inconciliabili, impazza su ogni argomento relativo al commercio relegando il povero Alemanno ad un ruolo di cariatide immobile.
Questa la considerazione che Mellone ha delle persone che servono solo a soddisfare la sua smodata sete di potere. Per non parlare del totale disprezzo di ogni corretto e civile approccio ai ruoli istituzionali.
Werther Messapo