“Siete una finestra aperta sulle povertà. Al primo posto c’è il lavoratore con la sua dignità non il profitto con la sua avidità. Prendersi cura dei bisognosi e promuovere la giustizia. Se la guerra genera povertà, anche la povertà genera guerra. La pace, perciò, si costruisce a cominciare dalle case, dalle strade, dalle botteghe, là dove artigianalmente si plasma la comunione”.
FINIBUS TERRAE - Questa vocazione di pace – ha detto Francesco - appartiene alla vostra terra, a questa meravigliosa terra di frontiera, Finis Terrae, che don Tonino chiamava “Terra finestra” perché dal sud d’Italia si spalanca ai tanti sud del mondo dove i più poveri sono sempre più numerosi, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi e sempre di meno. Siete una finestra aperta da cui osservare tutte le povertà che incombono sulla soglia, ma siete anche una finestra di speranza perché il Mediterraneo storico bacino di civiltà, non sia mai un arco di guerra teso, ma un'arca di pace accogliente. Lo ha detto papa Francesco, in visita ad Alessano per celebrare i 25 anni della morte di don Tonino Bello.
OLTRE 20 MILA PERSONE - Bagno di folla questa mattina per il pontefice nel Salento “Sono giunto pellegrino in questa terra che ha dato i natali al servo di Dio don Tonino Bello. Come un seme seminato sembra volerci dire quanto ha amato il nostro territorio. Ho appena pregato sulla sua tomba – ha detto il Papa – che non si innalza monumentale verso l’alto ma è tutta piantata nella terra. Don Tonino seminato nella sua terra. Come un seme seminato sembra volerci dire quanto ha amato questo territorio”. “Grazie terra mia – così diceva - piccola e povera, ma che mi hai dato la ricchezza incomparabile di capire i poveri e di potermi oggi disposto a servire. Capire i poveri era per lui la vera ricchezza. Aveva ragione – ha affermato il Papa – perché i poveri sono realmente ricchezza della Chiesa. Di fronte alla tentazione ricorrente di accordarci dietro ai potenti di turno, di ricercare privilegi, di adagiarsi in una vita comoda . Il Vangelo chiama invece spesso ad una vita scomoda. Perché chi segue Gesù ama i poveri e gli umili. Così ha fatto il maestro.
UNA CHIESA SINTONIZZATA SUL CANALE DI DIO - Una Chiesa che ama i poveri resta sempre sintonizzata sul canale di Dio, non perde mai la frequenza del Vangelo. Guarda all’essenziale. Nel cimitero di Alessano, si è raccolto in preghiera sulla tomba di don Bello, semplice e spoglia, rimanendovi in raccoglimento per alcuni minuti. Il Papa vi ha deposto un mazzo di fiori bianchi e gialli. Il Pontefice ha salutato quindi i familiari dell'ex vescovo di Molfetta, in particolare i due fratelli Trifone e Marcello. Poi è salito su una piccola 'papamobile' elettrica per recarsi nel piazzale antistante dove ha incontrato i fedeli: oltre ventimila le persone presenti, che lo hanno accolto calorosamente, con applausi e ovazioni, grida "Viva il Papa" e sventolii di bandiere. Oltre al paese natale di don Bello, il Papa andrà anche a Molfetta (Bari), la diocesi di cui è stato vescovo.
UNA CHIESA PER IL MONDO - Di don Tonino Bello, papa Francesco ha sottolineato inoltre “il desiderio di una Chiesa per il mondo: non mondana, ma per il mondo”. “Una Chiesa non mondana! - ha quindi ribadito ma al servizio del mondo”. "Una Chiesa monda di autoreferenzialità ed estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sé - ha spiegato - non in attesa di ricevere, ma di prestare pronto soccorso; mai assopita nelle nostalgie del passato, ma accesa d'amore per l'oggi, sull'esempio di Dio, che ha tanto amato il mondo”.
L’ESEMPIO DI DON TONINO - “Non accontentiamoci di annotare bei ricordi, non lasciamoci imbrigliare da nostalgie passate e neanche da chiacchiere oziose del presente o da paure per il futuro - ha aggiunto - Imitiamo don Tonino, lasciamoci trasportare dal suo giovane ardore cristiano, sentiamo il suo invito pressante a vivere il Vangelo senza sconti”. “È un invito forte rivolto a ciascuno di noi e a noi come Chiesa. Ci aiuterà a spandere oggi la fragrante gioia del Vangelo”, ha concluso il Papa.