L'inquinamento e l'immissione dei reflui in falda nel torrente Asso hanno sollevato un vespaio di polemiche. Sulla questione è stata anche presentata una mozione in Regione firmata dal capogruppo di Art. 1 -Mdp /Leu Ernesto Abaterusso. Nel documento l'esponente politico riferisce che "Nel territorio di Nardò, nelle contrade Paduli e Colucce, ad alcuni km a nord dell’abitato, nei pressi della strada provinciale per Leverano, si verifica da molto tempo un probabile inquinamento ambientale ai danni delle acque sotterranee e della salute pubblica".
Tale probabile inquinamento delle acque sotterranee (falde acquifere) si realizza per immissione di reflui, rivenienti da depurazione fognaria, in cavità carsiche delle rocce (inghiottitoi), ossia le vòre Colucce, Parlatano, Olivari, Manieri 1 e Manieri 2, nelle quali, trasportati dal Torrente Asso, confluiscono i reflui prodotti dai depuratori fognari di Copertino, Nardò Zona Industriale, Maglie Consortile, Galatone, Neviano, Aradeo; nel torrente Asso confluiscono anche le acque piovane convogliate da numerosi canali naturali, raccolte dal grande bacino idrografico omonimo che parte dalle zone di Collepasso, Casarano, Cutrofiano e giunge, per pendenza naturale dei luoghi fino a Nardò, attraversandone in periferia anche l’abitato (non è ultimato il nuovo ramo del canale che dovrebbe sostituire il tratto urbano dell'Asso).
Anche le acque piovane trasportate dal torrente Asso e dai suoi affluenti confluiscono nel sistema carsico delle vòre suddette, site nella zona di Nardò, e vanno a rimpinguare la falda idrica sotterranea; costituente fondamentale del bacino idrografico del torrente Asso è quella di non avere sfocio in mare, ma soltanto all’interno delle vòre suddette. Considerato che: le acque della falda sono definite “Risorsa strategica del Salento” nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia e costituiscono una riserva di acqua potabile, protetta dalle leggi in vigore, che viene prelevata ed impiegata in usi civile, agricolo e industriale; l'Acquedotto Pugliese, gestore del servizio idrico per la Puglia, dispone di circa 120 pozzi sparsi nella provincia di Lecce, attraverso i quali viene attinta dalla falda acquifera sotterranea l’acqua che rappresenta – secondo la documentazione pubblica fornita dalla Regione Puglia – il 97% circa delle acque potabili fornite agli utenti della provincia di Lecce; AQP è contemporaneamente anche il gestore unico del servizio di depurazione fognaria per la Regione Puglia; e che in condizioni naturali, il torrente Asso dovrebbe riceve solo ed esclusivamente acque di origine meteorica e, di conseguenza, dovrebbe rimanere in secca in assenza di precipitazioni piovose;
Negli ultimi ‘60 anni gli afflussi di acque al Torrente Asso sono nettamente aumentati e grande parte di tali afflussi sono oggi rappresentati da acque di origine non meteorica, provenienti da ben cinque impianti di depurazione fognaria civili ed industriali, che scaricano all’interno del torrente Asso un volume complessivo giornaliero di oltre mille metri cubi/ora di refluo fognario; I reflui fognari suddetti, che contengono un rilevante carico batterico (colibatteri di origine fecale) e molte sostanze chimiche con un significativo potenziale inquinante, giungono alla fine del percorso nel torrente Asso e, attraverso le vòre carsiche, nelle acque sotterranee, concretizzando così un inquinamento diffuso dell’intera falda acquifera della zona intorno alle vòre e, di conseguenza, dei numerosi pozzi al servizio di aziende agricole, ubicati intorno alle vòre (cfr. la mappa dei pozzi ufficiali, Acquedotto Pugliese), che attingono acque proprio da questa falda acquifera;
Le acque sotterranee sono caratterizzate da un lento movimento in direzione generalmente delle risorgive sparse lungo la costa, ragione per cui è ragionevolmente ipotizzabile che il carico inquinante giunga fino alle marine di Torre Squillace, S. Isidoro, Frascone e Torre Inserraglio. Preso atto che: L’attuale sistema del trattamento e rilascio nell’ambiente delle acque reflue di origine fognaria per la provincia di Lecce appare complessivamente causa di inquinamento ambientale a carico delle acque sotterranee e del sottosuolo del Salento, con serio rischio per la salute pubblica; L’art.104 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, fa divieto assoluto di scarico nel sottosuolo e nelle acque sotterranee di reflui di qualsiasi genere; Lo scarico nel torrente Asso, nonostante la situazione reale anzi descritta, continua a non essere classificato come scarico nel sottosuolo, ma scarico in "corpo idrico superficiale non significativo";
Il torrente Asso viene classificato come "Bacino idrografico con immissione nel mare Jonio", presumibilmente per la presenza di un canale "scolmatore" che lo dovrebbe collegare al mare, nei pressi di "lido dell'Ancora", a Sant'Isidoro, dove invece le acque dello “scolmatore” stesso non giungono mai a causa della pendenza in salita assunta dal canale in contrata la "Grotta". Tanto premesso e considerato, Abaterusso impegna la Giunta regionale a: porre in essere nei confronti di AQP ogni intervento necessario a impedire il perpetrarsi dell'immissione illegale di scarichi di reflui di depurazione fognaria nelle falde acquifere attraverso le vòre suddette in territorio di Nardò; realizzare in tempi brevi un nuovo piano di trattamento e recupero dei reflui fognari rispondente alla filosofia del riuso agricolo, civile e industriale, mediante la costruzione delle vasche di assorbimento dette "eco filtri", dello stesso tipo di quelle previste nel piano proposto per la depurazione dei reflui fognari di Nardò e Porto Cesareo, con l’obbligo per tutti i depuratori che attualmente scaricano in Asso, di realizzare nel proprio territorio un tale analogo progetto, al fine di scongiurare la prosecuzione dello scarico inquinante nel torrente Asso e nella falda.