Appello fissato al 24 di maggio presso il Consiglio di Stato. E il Comune impegna altri 19mila euro da destinare alla tutela legale dell’ente, dei quali 10mila prelevati dal fondo di riserva. “Ormai la vicenda ha preso la mano al nostro caro, anzi carissimo sindaco – dice perché le spese legali sono lievitate ad oltre 35mila euro, quelle tecniche ad oltre 5mila mentre l’affidamento alla cooperativa Ariete è di quasi 47mila euro". Daniele Piccione capogruppo del Pd fa la conta delle spese, davvero esorbitanti. "Siamo, solo per ora, ad un “montepremi” di oltre 87mila euro spesi per il capriccio del sindaco di farsi propaganda a tutti i costi. Costi a spese di chi paga le tasse”.
IL CONTENZIOSO RIGUARDA L'APPALTO DELL'ILLUMINAZIONE VOTIVA - La notizia è nella delibera di giunta di venerdì con cui l’esecutivo guidato da Mellone ha dato mandato ad un legale di fiducia ed esterno all’ente, di rappresentare il Comune per resistere all’appello promosso dalla ditta di Giovanni Borgia, l’imprenditore difeso dell’avvocato Giovanni Pellegrino di Lecce. La richiesta al Consiglio di Stato da parte della ditta è di riformare la sentenza del Tar, pronunciata nel merito, con cui il tribunale amministrativo il 23 aprile scorso ha respinto il ricorso promosso dalla ditta. Il contenzioso riguarda sempre l’appalto trentennale con cui la ditta gestiva, fino a pochi giorni fa, l’illuminazione votiva nel camposanto neritino. Il Comune, con l’avvento della nuova Amministrazione, ha subito dichiarato guerra alla ditta per la gestione, giudicata non soddisfacente, e per l’alto costo finale di ogni singolo punto luce. Proponendo, ed ottenendo, la rescissione unilaterale del contratto.
LA DITTA HA FATTO RICORSO AL TAR - Ma la ditta, come si è visto, resiste nei diversi gradi di giudizio. Per cui la giunta si attrezza per l’ultimo round che ultimissimo non sarà. La Borgia, infatti, ha proposto ricorso al Tar anche contro l’affidamento del servizio alla cooperativa Ariete, subentrata dopo la sua estromissione. Intanto, però, i soldi escono dalle casse pubbliche: “Rilevata – scrivono e approvano gli assessori - la necessità di interporre ricorso incidentale verso la sentenza che ha sì definito favorevolmente all’amministrazione comunale il giudizio di primo grado, riconoscendo la legittimità della revoca operata, ma ha riconosciuto la fondatezza della censura del ricorrente che aveva lamentato il non corretto utilizzo dello strumento della revoca sanzionatoria… appare opportuno affidare la difesa nel giudizio di appello al medesimo professionista che ha patrocinato l'ente nel corso del giudizio di primo grado presso anche in considerazione del fatto che l'ufficio della avvocatura civica risulta gravato da ingente mole di lavoro”.
I SOLDI PRELEVATI DAL BILANCIO DELLE EMERGENZE - Ancora 10mila euro - prelevati dal fondo delle emergenze per fare cause senza utilizzare l’avvocatura interna. Altri 9mila impegnati sui bilanci degli anni a venire. Mellone ipoteca il futuro finanziario della città sperperando il denaro in liti temerarie. Fino ad ora, per i lumini, ha speso 5.020 euro in perizie tecniche, 40mila e 230 euro in legali, 46mila 970 euro per la cooperativa. E non è finita qui”.