Giovedì 31 maggio alle 19 (ingresso su invito) le sale del Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, ospiteranno il vernissage di #Selfati, la prima mostra italiana dedicata interamente al selfie.L'allestimento proporrà sorprendenti opere site specific come la mirror tower, la stravagante optical room curata e interpretata da Francesco Ferreri.
Ogni visitatore diventerà autore di un'opera collettiva partecipandovi e vivendola. Non mancheranno le “sedute d’autore” di Fabio Novembre per Driade con le iconiche Nemo. La mostra culminerà nell'imponente sala ennagonale in cui saranno esposti per la prima volta i “SelfieAdArte” della giornalista e art influencer Clelia Patella, una rilettura pop delle differenti percezioni che ognuno di noi avverte di fronte ad un'opera d’arte, interagendo e permettendo un “user friendly” della stessa. E al centro della sala, per la prima volta in Puglia, la Venere degli Stracci, l’opera più celebre di Michelangelo Pistoletto, simbolo dell’Arte Povera e icona della cultura di consumo contemporanea.
Al vernissage della mostra - aperta al pubblico da venerdì 1 giugno a domenica 11 novembre - che inaugura la quarta stagione dell'attrattore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie, con la direzione generale di Luigi Orione Amato e la direzione artistica dell'architetto Raffaela Zizzari - intereverranno il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva, il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone e Clelia Patella che illustrerà le sue opere.
Prodotta da Orione Comunicazione, in collaborazione con Università del Salento e con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Gallipoli e La Sapienza di Roma, la mostra vuole raccontare il fenomeno selfie non solo come gesto quotidiano ma soprattutto come elemento in grado di raccontare se stessi, una nuova modalità espressiva della “cultura popolare". Che sia sintomo di personalità narcisistica o puro e semplice divertimento, è innegabile che esso sia ormai diffuso in tutto il mondo come gesto quotidiano, diretto, alla portata di tutti. Chiunque (o quasi) possieda uno smartphone ha, almeno una volta, ceduto alla tentazione di auto-scattarsi una foto.
Michelangelo Pistoletto, pittore e scultore, esponente della pop art, animatore e protagonista del movimento dell'arte povera, autore negli anni sessanta e settanta dei Quadri specchianti e degli Oggetti in meno, fondatore della Cittadellarte-Fondazione Pistoletto a Biella, insignito nel 2003 del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia, ideatore nel 2004 del Terzo Paradiso. Creata nel 1967 dall'artista la Venere degli stracci rappresenta il manifesto dissacrante di quel bisogno di contestazione proprio della seconda metà degli anni ’60. Fulcro è l’accostamento provocatorio tra un materiale di scarto come lo straccio e la perfezione della Venere: componente materica e cromatica del primo accolgono la classica bellezza negata del calco neoclassico. Con irriverenza il bello ideale si contrappone alla realtà del quotidiano nel passaggio conclusivo di un percorso nel quale lo straccio rinasce con la Venere, per diventare forma e colore, stessa sorte per i selfie. Il selfie: una mania narcisistica che in questa mostra si fa attiva e partecipativa grazie alla scoperta di una sua nuova funzione collettiva. La comunione dell’immagine può diventare veicolo di conoscenza e condivisione di attimi positivi della propria vita. Un invito, quello dei curatori, a costruire una nuova concezione del “selfarsi”, da ammirazione eccessiva di sé ad assunzione di responsabilità sociale nel costruire una memoria collettiva positiva, fatta di relazioni, di rispetto, di ponti culturali e condivisione del bello.
Un'esperienza immersiva attraverso linguaggi e poetiche molteplici che renderanno, ancora una volta, Gallipoli un appuntamento imperdibile per i “viaggiatori” alla ricerca di una bellezza visiva, percettiva, etica, educativa e funzionale.
Il Castello di Gallipoli - gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie, - dopo decenni di chiusura e incuria, da luglio 2014 ha accolto oltre 160mila visitatori, turisti provenienti da tutto il mondo, dalla Puglia e dal Salento ma soprattutto i cittadini della città bella che da troppo tempo vedevano negata la possibilità di apprezzare sale, torrioni, gallerie, corridoi, di ammirare la bellezza della luce del sole sulle pareti dell'atrio e il panorama mozzafiato che regalano le terrazze circondate dal mare Jonio. Tra le mostre ospitate la personale di e con Michelangelo Pistoletto nell'estate 2015, “I porti del Re, Jakob Philipp Hackert dalla Reggia di Caserta al Castello di Gallipoli”, che nel 2017 ha consentito di esporre preziosissime tele settecentesche che rappresentano il passato e la storia del nostro territorio, oltre a numerose collettive di artisti e fotografi pugliesi e non, concerti, spettacoli, presentazioni, visite teatralizzate e eventi privati. Il Castello è diventato un polo di attrazione aperto e funzionante nell’arco di tutto l’anno e grazie ai risultati economici dell’attuale gestione, dal 14 aprile 2016, è stato acquisito al Demanio del Comune di Gallipoli, permettendo una disponibilità completa e indipendente del bene dal Demanio Statale.