Il 9 novembre al Castello di Acaya la “Singolar tenzone”, sfida culinaria tra chef de partie di cinque prestigiosi hotel salentini. Ha vinto la “pitta” destrutturata

Alla riscoperta dei sapori per la “Singolar tenzone” dedicata al connubio tra Salento e Spagna al Castello di Acaya. E la giuria ha incoronato regina della serata, la “pitta”. Lo chef che l’ha proposta in chiave “salegnola” è Antonio Napolano del “Posia Retreat & SPA” di San Foca che nel corso della presentazione della pietanza, ha omaggiato la suocera.

Lui, di origini napoletane, si è ispirato ad un piatto sì povero per l’impiego di ingredienti, ma altrettanto ricco per l’esplosione di gusto. La sua pitta destrutturata è la fusione ideale di due culture vicine e al contempo differenti. La scommessa non era facile e nessuno si sarebbe aspettato che protagoniste assolute fossero le patate, le cipolle, la sbriciolata di tarallo e il salmorejo, una salsa spagnola a base di pomodori gialli e rossi, cipolle e pane raffermo. Eppure la giuria è stata conquistata dall’estetica del piatto, dal carattere inconfondibile di ogni singolo elemento e dalla narrazione dello chef. Lo scorso anno in realtà si era aggiudicata il primo posto una rivisitazione della frisa, perchè <<quando le materie prime sono di qualità si possono eseguire grandi piatti>>. Con queste parole il patron Giuseppe Campobasso ha commentato la vittoria. <<A noi organizzatori – ha aggiunto – interessano le relazioni umane. La “Singolar tenzone” nasce come esercizio per rendere più solidi i rapporti in cucina e fuori ma funge anche da attrattore di talenti e da potenziale attività per instillare nelle strutture valori come il riconoscimento del valore, l’impegno e la motivazione>>. Dello stesso parere lo chef Gabriele Castiello e Grazie De Giuseppe che hanno apprezzato il successo dell’edizione 2023 e sono già proiettati alla prossima edizione. Secondo sul podio dei piatti migliori, Eduardo Carrelli della struttura “Torre del Parco” di Lecce che con un gioco di vedo-non vedo ha svelato il polpo tra effluvi e attese, sorprendendo la sala per un tentacolo perfettamente riprodotto con la patata. Meritevole di attenzione il piatto che per la giuria si è aggiudicato il terzo posto grazie all’interpretazione della chef Liliana Calore dell’Hilton Garden Inn di Lecce, con il gazpacho, un calamaro morbidissimo e la tradizionale puccia. <<Una grande emozione – ha chiosato la presidente di giuria Nieves Escobar – assaggiare e ascoltare i racconti delle esplorazioni culinarie tra Salento e Spagna>>. Gli aneddoti del nutrizionista Marcello Greco hanno colorato l’attesa tra un piatto e l’altro. Un’iniziativa che fa venire l’acquolina in bocca e suggella un momento di condivisione in cui dall’unione di più menti possono germinare opportunità che danno vita a viaggi sensoriali che neanche la più fervida delle immaginazioni potrebbe pensare in solitaria. La serata si è conclusa con il suggestivo spettacolo delle luci degli artisti “Girovaghi”, con il canto di Andreina Capone e Andrea Chiriatti e le musiche e le danze della Ritmica Tarantolata di e con Stefania Carpentieri in collaborazione con Ludovica Fallavena.

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