Torrente Asso, divampa la polemica, rischio esondazione, e inquinamento, Dantoni:"Il sindaco di Nardò totalmente assente"

Da qualche giorno alcuni residenti nella strada vicinale “Paduli”, situata tra i comuni di Nardò, Copertino e Leverano, lamentano la preoccupante condizione igienico-sanitaria determinatasi nell’intera zona, all’altezza dell’ultimo tratto del nuovo Canale Asso. Una situazione che potrebbe farsi pericolosa. Ma c'è anche altro.

Duecento metri prima del recapito finale nelle vore “Manieri” 1 e 2, il livello dell’acqua ha raggiunto circa i tre metri di profondità. "La consistente quantità di acqua putrida stagnante oltre ad emanare odori nauseabondi che rendono l’aria circostante irrespirabile, potrebbe causare conseguenze ancor più gravi in caso di un eventuale acquazzone estivo con il serio pericolo di un’esondazione".  Per questa ragione, a nome del gruppo consiliare Salento Bene Comune, il consigliere provinciale Daniele Piccione ha chiesto un’urgente convocazione della 2^ Commissione consiliare, competente in materia, (Ambiente e Lavori pubblici) per affrontare nel dettaglio la problematica su esposta. La commissione è presieduta da Paola Mita. 

La vicenda riguardante il torrente asso è di grande complessità. Il torrente recapito finale di ben cinque depuratori fognari ha sollevato le ire degli ambientalisti. Giampiero Dantoni, biologo, ha a più riprese messo in evidenza che "L’acqua che scorre nel canale dell’Asso è in realtà acqua di origine fognaria, ossia acqua carica di inquinanti di tipo batterico, chimico e fisico come fanghi e metalli di concentrazione sconosciuta, dal momento che nessuno certifica il livello di depurazione che detti reflui subiscono". 

Recentemenre la protesta si è arricchita di una mozione alla giunta regionale da parte di Ernesto Abaterusso. L'esponente dalemiano ha chiesto alla Regione di "Porre in essere nei confronti di AQP ogni intervento necessario a impedire il perpetrarsi dell’immissione illegale di scarichi di reflui di depurazione fognaria nelle falde acquifere attraverso le vòre suddette in territorio di Nardò; e di "Realizzare in tempi brevi un nuovo piano di trattamento e recupero dei reflui fognari rispondente alla filosofia del riuso agricolo, civile e industriale, mediante la costruzione delle vasche di assorbimento dette “eco filtri”, dello stesso tipo di quelle previste nel piano proposto per la depurazione dei reflui fognari di Nardò e Porto Cesareo, con l’obbligo per tutti i depuratori che attualmente scaricano in Asso, di realizzare nel proprio territorio un tale analogo progetto, al fine di scongiurare la prosecuzione dello scarico inquinante nel torrente Asso e nella falda".

Pare inoltre che vi siano nuovi elementi che dimostrano come l'inquinamento sia passato da tempo alle acque di falda del territorio circostante le vore da cui attingono decine di pozzi detenuti da Acquedotto Pugliese, privati, e consorzio di Bonifica dell'Arneo. I nuovi elementi saranno posti ancora a disposizione della Procura di Lecce che ha già aperto un fascicolo sull'argomento. Dantoni evidenzia inoltre che "Sulla vicenda è totalmente assente il sindaco di Nardò, che resta la prima autorità sanitaria del territorio. E siamo stupiti - continua Dantoni - dalla latitanza dal compiere il proprio dovere istituzionale del primo cittadino, rispetto a tale problematica".  

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