"La sanità a due misure è diventata un business per pochi. Gestita da manager evidentemente troppo avvinghiati alla politica, troppo avvinghiati al sindacato che dispensa semplicemente ingiustizie quotidiane". "Quella di allocare il punto nascita a Galatina è scelta politica di Emiliano e dei suoi. A Nardò il gerontocomio non diventerà mai un punto nascita, il sindaco cerca solo di recuperare consenso".
Abbiamo intervistato Mario Conca, consigliere regionale pentastellato di Gravina (Bari). Il settore pubblico di solito dovrebbe fornire maggiori garanzie ai cittadini in termini di trasparenza e sicurezza, a Copertino si chiude contestualmente un punto nascite pubblico, e se apre uno convenzionato a Nardò a pochi chilometri di distanza affidato ad operatore privato. Non le pare una discrasia?
Mah. Intanto quello di Nardò che è il gerontocomio non diventerà mai un punto nascita. Perché per avere un punto nascita devi essere una struttura, devi avere una Utin, devi avere una rianimazione. E’ quindi è sicuro che per il D.M. 70 quello non è un ospedale. Lì nasce come un progetto in cambio di costruzioni per la Città per un importo di circa un milione e 600 mila euro. Ma la paura di qualcuno è che oggi quel piano annunciato sarà disatteso. Soprattutto per il punto nascita ed il “Dopo di Noi” che allocato lì non poteva starci. E’ semplicemente propaganda perché Mellone evidentemente ha bisogno di recuperare consenso, perché io avevo visto anche il suo post dove dice che si ritornerà a nascere a Nardò. Guardi io sono nato in Germania e a Gravina che un paese più grande di Nardò, Gravina ha 44 mila abitanti, non si nasce più da tanti anni perché anche se l’ospedale è vicino si trova nel territorio di Altamura. E’ assurdo concentrarsi su questo sterile campanilismo. Ma non avrà mai luogo in quel posto un punto nascita perché è fuori da ogni norma e da ogni regola di sicurezza.
Copertino in compenso perde il suo punto nascita che è pubblico…
Io ho parlato con Ruscitti (Giancarlo Ruscitti dal 31 agosto del 2016 è Commissario Straordinario dell'ARES Puglia n.d.r.) chiedendogli se fosse vera quella notizia qualche settimana fa, e lui mi ha detto che il Ministero ha derogato al Programma Operativo dicendo che potevano avere uno dei punti nascita. E quindi è stata una scelta politica di Emiliano e dei suoi quella di scegliere Galatina come punto nascite con la pediatria e quella invece di Copertino, che verrà destinata all’area più chirurgica, riabilitativa e cardiologica. Io sono papà di 4 figli, e le mie figlie sono nate a cinquanta km da casa mia e l’ultima è nata dieci minuti dopo che siamo arrivati. Pensi che oggi si sta discutendo del parto in casa. Io mi preoccuperei di avere un ospedale dove ti salvino la vita poi è evidente che le scelte sono sempre politiche per assecondare gli umori di questa o quell’altra comunità. Io ritengo che il piano di riordino sia sbagliato nella misura in cui viene prima di aver organizzato il territorio. Tu, se continui a chiudere punti di primo intervento a Salice Salentino, a Nardò, a Poggiardo, è evidente che stai togliendo altri pezzi di sanità che, per quanto possa essere pericoloso e condivisibile, fatto prima di organizzarti con la medicina territoriale per dare quel filtro che non va ad intasare il Vito Fazzi dove ogni volta ci sono attese lunghissime, stai facendo male. Dovevi semplicemente fare le cose per tempo, organizzarti sul territorio, spendere i 400 milioni di fondi Fesr perché mancavano i disciplinari per poter poi dare mandato alle asl di farli, dopodiché potevi anche pensare di chiudere qualche ospedale.
Il consigliere regionale Fabiano Amati ha presentato una legge sulle liste d’attesa, lei l’approverà?
E’ la mia proposta di legge che mi hanno bocciato loro a dicembre 2017. Non è la soluzione al problema delle liste d’attesa, tant’è che io l’avevo confinata in un emendamento al bilancio. L’approverò sicuramente. E’ per altro una ridondanza legislativa perché è già contenuta nella legge 502, nel contratto dei medici e nel regolamento regionale, solo che prevede un sistema sanzionatorio. Ma oggi è previsto il licenziamento del direttore generale, allorquando non si rispettano i tempi di attesa, che sono: urgenti, brevi, differibili, e programmabili e noi siamo costantemente fuori tempo massimo. Dal 1998, da 20 anni, si disattende un’altra legge dello stato che è la 124 che è quella che praticamente ti consente, come cittadino, di poter ottenere una visita pagando il ticket in Intra Moenia invece non la fanno mai perché le Asl andrebbero in default. Quando invece si è trattato di adeguare gli stipendi dei direttori generali, riportarli da 110 mila euro a 154 mila euro all’anno a quel punto abbiamo invocato la legge dello stato. Questa è la sanità a due misure che è diventata un business per pochi. Gestita da manager evidentemente troppo avvinghiati alla politica, troppo avvinghiati al sindacato che dispensa semplicemente ingiustizie quotidiane.