Lecce, all'Ateneo la Ministra del Sud contestata dagli attivisti no Tap. Docenti e studenti chiedono garanzie e soluzioni per le tante criticità

C’era grande attesa stamattina per l’incontro con la Ministra per il Sud, Senatrice Barbara Lezzi, organizzato da Cobas Unisalento presso l’Ateneo salentino. Non solo studenti e docenti ma anche attivisti no Tap inviperiti per i toni meno decisi adoperati dalla Lezzi che in campagna elettorale aveva bollato il gasdotto e la sua collocazione in uno dei luoghi più suggestivi della costa salentina.

La ministra era a Lecce per discutere sui problemi del precariato dei lavoratori del sistema universitario. "La ringraziamo per avere abbandonato il Sud", “Sei come la Bellanova” alcuni degli slogan urlati al suo indirizzo da alcuni esponenti del movimento che si batte contra la realizzazione del gasdotto destinato a portare fino in Italia, il gas dell'Azerbaijan. La ministra si era presentata a sorpresa all'Università di Lecce con il figlioletto di tre anni e ha fatto tutto il suo intervento in sala con il bimbo tra le braccia. La Ministra ha dapprima incontrato il Rettore, Prof. Vincenzo Zara e poi una delegazione di Cobas Unisalento che le ha rappresentato le maggiori criticità che attualmente interessano l’Ateneo salentino. Successivamente la Ministra ha incontrato nell’edificio Studium 2000 precari, docenti, ricercatori, personale T/A e studenti di Unisalento.

Oltre alla Ministra ed al Rettore, sono intervenuti per conto dei Cobas Katia Lotteria ed Elisa Rubino e successivamente i Proff. Stefano Cristante e Andrea Scardicchio. La Ministra si è impegnata “a creare un fronte comune delle Università meridionali nell’ottica di una ridistribuzione dei finanziamenti per lo sviluppo e la ricerca, più equi e a garanzia del sud; si è dichiarata disponibile a verificarne la fattibilità, rispetto ad un piano straordinario di reclutamento di Ricercatori a tempo determinato di tipo b (articolo 24 comma 3 della legge Gelmini n. 240), per sanare il precariato nel meridione, da inserire nella legge di bilancio; ha inoltre proposto un incontro a fine settembre per discutere delle azioni messe in campo per la ricerca e le Università del Sud". 

Nel suo intervento il prof. Cristante ha evidenziato la necessità di predisporre un urgente piano straordinario di nuove assunzioni per le prime e le seconde fasce. “Ci stupisce – afferma Cristante - la reiterata insistenza di taluni opinion leader e commentatori nazionali sulla possibilità di ridurre gli Atenei Meridionali a delle mere Teaching Universities (che poi non sarebbero che degli “esamifici”). Al contrario, i nostri territori hanno bisogno di Università che si candidino ad essere agenti di innovazione e di sviluppo, attraverso la ricerca scientifica più avanzata, il che poi significa lauree magistrali, dottorati, master e quindi adeguate risorse, finanziamenti e possibilità di reclutamento. Pensiamo che, in questa logica, possa giocare un ruolo strategico la promozione dei nostri atenei su scala nazionale ed euro-mediterranea. Ciò consentirebbe di valorizzare la qualità della vita nelle nostre regioni, esaltandone l’attrattività anche in rapporto al valore ed al livello della nostra didattica e della nostra ricerca”.

Elisa Rubino, Ricercatrice in Storia della filosofia medievale dell’Università del Salento nel suo intervento ritiene sicuramente condivisibile, la necessità di introdurre un sistema che garantisca un adeguato ricambio dei professori, riducendo al minimo fisiologico le condizioni di precariato, che sia meritocratico, che non disperda il proprio know how e, infine, che sia eticamente ineccepibile. “Così come è altrettanto condivisibile la reintroduzione del ruolo del ricercatore a tempo indeterminato prevedendo l'obbligo di svolgimento di attività didattiche e abrogando la legge 240 sui ricercatori di tipo A e B che ha precarizzato, per molti irrimediabilmente, la vita lavorativa e personale di una intera generazione di ricercatori e ricercatrici”. “Ugualmente necessaria - continua la ricercatrice - è la semplificazione delle figure pre-ruolo della docenza riducendo gli assegni di ricerca e creando un'unica figura di post-dottorato”. La Ricercatrice ha sottolineato inoltre la necessità di “Finanziamenti straordinari alle Università del Sud per riequilibrare le politiche degli ultimi anni tutte a danno del meridione”. Ed il “finanziamento straordinario per la stabilizzazione dei precari con almeno tre anni di servizio e abilitati”.

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