Alloggi popolari in cambio di voti, uno tsunami giudiziario scuote i palazzi del potere leccese, in manette politici, dirigenti ed ex amministratori

Un vero e proprio terremoto scuote i palazzi del potere a Lecce. A conclusione delle indagini cominciate nel 2014 dopo la denuncia di un cittadino è arrivata l’ordinanza firmata dal Gip Giovanni Gallo. Un vero e proprio tsunami che coinvolge ex amministratori comunali, consiglieri comunali, alcuni dei quali ancora in carica, e dirigenti del Comune di Lecce. Che sono finiti nella rete delle fiamme gialle.

Gli arresti sono stati richiesti dai Pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci. Sono 48 le persone indagate, tutte a vario titolo accusate per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, abuso d'ufficio e falso ideologico.

Occupazioni abusive, graduatorie parallele, e sanatorie truccate. L’inchiesta ha evidenziato che in cambio del consenso elettorale ed in violazione delle graduatorie gli alloggi popolari, sarebbero stati assegnati gli alloggi. Avviso di garanzia anche per il senatore leccese della Lega Roberto Marti tra i 34 indagati che non sono stati raggiunti da alcun provvedimento restrittivo. Marti, dal 2004 al 2010, è stato assessore a Lecce ai Servizi sociali, e alle pari opportunità. Il reato contestato é abuso d'ufficio e falso ideologico. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nei confronti di nove persone (di cui due in carcere, 5 agli arresti domiciliari e due con obblighi di dimora). Arresti in carcere per Umberto Nicoletti e Nicola Pinto, ritenuti legati alla malavita organizzata, accusati del pestaggio, nel 2015, dell’uomo che nel 2013 con la sua denuncia dette il via all’inchiesta penale. L’uomo infatti non si è lasciato intimidire e ha sporto denuncia.

Arresti domiciliari per gli ex assessori Attilio Monosi e Luca Pasqualini, entrambi consiglieri comunali nelle fila del centrodestra, per il consigliere comunale del Pd Antonio Torricelli, anche in carica, per il dirigente comunale Lillino Gorgoni e per Andrea Santoro, quest’ultimo accusato nell’ambito dell’episodio di pestaggio del denunciante. Obbligo di dimora per Monica Durante e Monia Gaetani, di Lecce, sono accusate di aver messo in contatto gli abitanti della zona 167 della città, considerata l'area al centro della vicenda, con gli interessati ad ottenere i voti. Per altri cinque dipendenti comunali in servizio presso l’ufficio casa e ufficio patrimonio, chiesta l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.

LE REAZIONI, ECCO LE DICHIARAZIONI DEL PRIMO CITTADINO - Il sindaco di Lecce Carlo Salvemini affida ad un posto su Facebook la sua reazione. “La mia città è oggi nei titoli di testa dei notiziari on line, televisivi, radiofonici. un'indagine avviata diversi anni fa su un tema delicatissimo - interferenze nell'assegnazione degli alloggi popolari - sulla quale sono in passato più volte intervenuto pubblicamente è giunta oggi alla notifica di una serie di provvedimenti cautelari nei confronti di consiglieri comunali e all'arresto di cittadini”

“I reati contestati sono vari e inevitabilmente gravi, considerato il rilievo sociale legato a bisogni di famiglie private del diritto alla casa. chi crede nei principi costituzionali non può che tenere sempre a mente la presunzione di innocenza degli indagati che non sono al momento neanche imputati;
chi conosce il diritto penale sa che quelle formulate sono solo ipotesi che dovranno essere confermate in un eventuale processo”.

IL PROSSIMO PASSO E’ LA SURROGA DEI CONSIGLIERI COLPITI DA PROVVVEDIMENTO CAUTELARE – “E’ ora doveroso leggere con calma gli atti e attendere rispettosamente le altre fasi del procedimento penale, anche come manifestazione di attenzione nei confronti degli indagati e dei loro familiari. per quanto riguarda le conseguenze sull'amministrazione si dovrà ora provvedere - in ossequio alla previsione di legge - alla momentanea surroga dei consiglieri comunali colpiti dal provvedimento di custodia cautelare. Ogni diverso oggi commento rischia di assumere significati impropri considerato la nostra cronica difficoltà culturale a commentare le vicende giudiziarie non diversamente da quelle da stadio: e noi lavoriamo ogni giorno per migliorarci come cittadini e non come tifosi”.

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