Nardò, si insedia dopo quasi tre anni e per la prima volta la Commissione Controllo e Garanzia, eletto il vice presidente

Eletto il vice presidente della Commissione Controllo e Garanzia, si tratta di Giancarlo Marinaci, vice presidente del Consiglio in quota all’opposizione. Ad oltre due anni e mezzo di mandato è la prima volta che si insedia l’organo interno del Consiglio Comunale. La commissione concorre con il Consiglio comunale nei compiti di controllo politico amministrativo di tutte le attività dell’Ente.

Ebbene è la prima volta che si insedia al completo la commissione di Controllo e Garanzia e soprattutto svolge pienamente i propri compiti, a partire dalla nomina del vice presidente che fino ad oggi, e sono trascorsi quasi tre anni, non si è resa possibile a causa dell’assenza sistematica e ingiustificata dei membri della maggioranza che hanno fatto sistematicamente ostruzionismo. La commissione perché si possa insediare in prima convocazione deve poter contare sulla metà dei consiglieri comunali, in seconda convocazione è invece sufficiente la presenza di un terzo del consiglio, vale a dire 8 consiglieri comunali. All’ordine del giorno Le Linee di Mandato che il primo cittadino non ha ancora presentato. L’articolo  46, comma 3 del d l.gs. n. 267/2000 demanda allo statuto il termine entro il quale il sindaco, previa audizione della giunta, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato. A tal proposito in seno alla maggioranza ha preso la parola il consigliere Fedele il quale ha affermato che le linee di mandato verranno consegnate a breve dal sindaco Mellone. Un altro argomento spinoso riguardava il tributo Tefa. La maggioranza ha fatto sapere che sono “Puri atti gestionali e non dovrebbero essere trattati dalla commissione”. Il presidente della commissione Carlo Falangone ha invece ribadito che qui non si tratta di verificare la legittimità di un atto ma nei contenuti occorre osservare se vi è coerenza oppure no rispetto agli obiettivi che l’amministrazione comunale si pone. La vicenda è nota per essere stata più volte sottoposta all’esame del Giudice Amministrativo che, all’esito di un lungo contenzioso, aveva riconosciuto con sentenza del Consiglio di Stato il diritto del gestore dell’impianto di Cavallino ad ottenere dai Comuni il pagamento delle differenze tariffarie parametrate al maggior costo per lo smaltimento del Cdr. L’amministrazione ha deliberato in giunta, in quanto comune che non ha pagato il tributo, la dilazione del pagamento che è ingente ed ammonta ad oltre un milione di euro.

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