Consiglio comunale aperto sull'impianto di compostaggio che finisce in farsa con il sindaco Mellone che scappa e non si presenta all’adunanza voluta dall'opposizione e sollecitata dal prefetto, e la maggioranza che abbandona repentinamente l'aula consiliare. Tranne un consigliere, Gigi Venneri, che dimostrando correttezza, resta tra i banchi fino alla fine dell'assemblea.
La seduta che non ti aspetti, o forse si. Non vi è la tradizionale disposizione in emiciclo e sembra di assistere ad un convegno. In cattedra il presidente dell'assise Andrea Giuranna, l'assessore al ramo Cosimo Natalizio ed il vice presidente del consiglio, in quota all'opposizione, Giancarlo Marinaci. Dall'altra parte i consiglieri, la maggioranza melloniana e l'opposizione che, per l'occasione, sfoggia le magliette con cui ribadisce il suo no secco all'impianto di compostaggio. "No al mega impianto di compostaggio a Sant'Isidoro". Ma la notizia clamorosa è la seguente.
Manca il sindaco di Nardò che sfreccia via in sella al suo vespone verde ramarro e si sottrae come novello mandrake al confronto su di un tema spinoso. In compenso nell'aula del comune nuovo, stante l'impossibilità di adoperare l'aula di Palazzo Personè a causa di un'invasione di topi, si presenta il suo omologo, il primo cittadino di Tuglie, Massimo Stamerra. Che assiste allo "spettacolo", indecoroso.
In avvio interviene per la maggioranza Marcello Greco che legge un documento che riporta, pari pari, le dichiarazioni dell'assessore al ramo Cosimo Natalizio che in una lettera all'Ager evidenzia la scelta di rinunciare alla realizzazione dell'impianto di compostaggio, non solo sul sito bonificato di Pendinello, ma su qualsiasi altro sito ubicato sul territorio comunale. Certo una cosa sono le missive un'altra cosa i documenti ufficiali. E approvati in consiglio.
E d'altronde le intenzioni del sindaco siono state rese note in una lettera inviata alla comunità, in cui propone una consultazione pubblica per realizzare l'impianto.
Il presidente dell'assise municipale Andrea Giuranna a questo punto chiede la verifica del numero legale, ma l'ex sindaco Antonio Vaglio pretende e ottiene di prendere la parola, aveva infatti chiesto di parlare per primo.
"A me solitamente - afferma Vaglio - non vengono mai molti dubbi su quello che facciamo. Ma quando nel consiglio comunale del 28 marzo scorso, da parte della maggioranza di cui facevo parte è stata lanciata, con l'illusione del macro risparmio delle famiglie, l'idea della possibilità di realizzare un mega impianto di compostaggio nel nostro territorio, senza che da parte dell'amministrazione comunale vi fosse una chiara e netta smentita, beh allora se per caso avessi avuto qualche dubbio mi sarebbe passato. Ma la mancata convocazione del consiglio comunale ha fatto il resto ed ha alimentato questi dubbi. Voglio dirlo forte ed a chiare lettere perchè se mai si dovesse realizzare un altro impianto per lo smaltimento dei rifiuti si concretizzerebbe, a mio parere, non soltanto un‘aggressione ulteriore al nostro territorio ma anche alle volontà espresse dal consiglio comunale con la delibera del 18 maggio del 2006 che recita queste parole:"di manifestare con fermezza l'indisponibilità del comune di Nardò alla realizzazione di ulteriori impianti, una delibera datata ma i cui contenuti, purtroppo per tutti, rimangono di assoluta attualità".
L'opposizione in Aventino naturalmente con i consiglieri Marinaci, Falangone, Siciliano, Mita, My, Piccione e Vaglio che ritengono l'episodio accaduto "come assolutamente grave, vergognoso per la storia di questa città e per l'ambiente. Siamo venuti in consiglio comunale per ratificare una nostra proposta di delibera che andava ad esprimere la contrarietà del comune di Nardò ad ospitare qualsiasi impianto per il trattamento dei rifiuti rivenienti dalla raccolta differenziata di circa la metà dei comuni della Provincia. E' nota a tutti la volontà da parte di questa amministrazione di voler realizzare il mega impianto di compostaggio ad un tiro di schioppo dalla marina di Sant'Isidoro. Nardò ha già dato, abbiamo una bomba ecologica denominata discarica di Castellino. Mellone è scappato a gambe levate e non ha partecipato alla seduta, e la maggioranza si è sottratta al confronto e si è dileguata facendo venire meno il numero legale. Questo significa che questa maggioranza vuole realizzare quest'impianto".
La consigliera Paola Mita è lapidaria:"Con questo atto la maggioranza di Mellone ha chiaramente detto di si all'ipotesi di realizzare un maxi impianto di compostaggio, vale a dire un'altra discarica sul nostro territorio". "Oggi è stata violata la democrazia".
"Noi continueremo a batterci nell 'interesse dei neritini e adesso sono altri a doversi sobbarcare questi oneri per chiudere il ciclo dei rifiuti. Vale la pena ricordare che la realizzazione del consiglio straordinario è stato reso possibile solo - evidenzia il consigliere My - grazie all'intervento del Prefetto. Ancora una volta il presidente del consiglio non ha consentito il regolare svolgimento del consiglio".
"E' stato negato - evidenzia Carlo Falangone - il diritto al confronto. Una delle pagine più buie di questa stagione amministrativa. Ed è un fatto di una gravità inaudita e senza precedenti".
Il vice presidente del consiglio Giancarlo Marinaci mette il dito nella piaga:"Fino a quando la discarica di Castellino non verrà messa in sicurezza, il sindaco Mellone, che ha fatto una campagna elettorale promettendo la chiusura della discarica di Castellino, sta venendo meno a tutto ciò che aveva promesso e garantito alla sua comunità". "La soluzione è soltanto una, il terreno su cui insiste Castellino deve essere espropriato, il primo cittadino trovi il coraggio di farlo, le chiacchiere stanno a zero".
Marco Marinaci