Intervista a Giuseppe Fracella, già consigliere comunale, assessore, vicesindaco, nonchè sindaco (per un breve periodo), presidente del Consiglio comunale e consigliere provinciale (eletto direttamente dai cittadini). Attualmente è dirigente di Fratelli d'Italia, di cui è stato anche componente l'Assemblea Nazionale.
D. - Cosa pensa dell'attuale amministrazione comunale guidata da un uomo proveniente dalle fila dell'ex AN?
R: Ricordo Mellone come frequentatore della storica sede AN di corso Galliano, uno dei tanti ragazzi che allora militavano a destra. Lo ricordo stravagante: un giorno si presentò con uno zaino di "emergency"; evidentemente già allora era un "eretico", nel senso di non allineato.
D – Nell'ultimo Consiglio comunale, sollecitato dal Prefetto e riguardante l'impianto di compostaggio di Pendinello, la maggioranza ha abbandonato l'aula consiliare, mortificando, a parere di alcuni cittadini, i principi democratici e, in particolare, il diritto delle minoranze a discutere questioni di interesse pubblico in senso alla massima Assise cittadina. Cosa può dire?
R - Il Consiglio comunale si è tenuto ed ognuna delle parti ha giocato la sua carta. Secondo me, era pretestuosa la richiesta di convocazione e, di pari passo, è stata altrettanto pretestuosa la mossa azzardata di abbandonare l'aula. Credo che entrambe le parti abbiano usato il Regolamento comunale a piacimento. La minoranza deve utilizzare altri strumenti, ammesso che ne abbia, per farsi ascoltare. Pendinello, a mio avviso, è un falso problema: quello vero è l'inconsistenza dell'azione delle minoranze ad assetto variabile, così come ad assetto variabile è la maggioranza. Su Pendinello, così come su Castellino, è l'eterno ping pong di responsabilità. Ricordo ai duellanti che su Pendinello era previsto un canile comunale con iter amministrativo già avviato e con tanto di progetto al seguito che presentai alla Commissione comunale competente nel 2013, con i relativi pareri degli altri Enti interessati. Sarebbe stata la migliore occasione per evitare una diversa destinazione d'uso, azzardata e pericolosa. Evidentemente allora non considerarono accuratamente la proposta o, peggio, già pensavano ad altro uso.
D - Alla luce dell'ordinanza anticaldo del Sindaco di Nardò, non crede che la stessa dovrebbe riguardare la totalità dei lavoratori neretini, pugliesi ed italiani?
R - L'Ordinanza in questione è, come si dice in gergo, di rappresentanza. Nello specifico serve a ben poco. Per centinaia di anni i lavoratori della terra hanno saputo benissimo come comportarsi. Quell'Ordinanza ha soltanto un valore politico e per i lavoratori, italiani e non, comporta solo oneri e problemi. Penso che sarebbe stato più giusto che l'Amministrazione comunale prendesse le difese di una categoria offesa e additata. Mi riferisco ai nostri coltivatori di angurie, fatti passare per criminali. Sarebbe stato un atto di coraggio.
D - Accordo Fitto-Meloni. Si dice che in tempi brevi Direzione Italia potrebbe confluire nel partito della Meloni. Come vede questa fusione ?
R: In un momento storico in cui gli ideali hanno ceduto il posto alla convenienza, in questo caso elettorale, vedo tale accordo come una sommatoria di numeri. Purtroppo, sono stato testimone di altre fusioni con relative implosioni. Il mio presidente nazionale poteva raggiungere lo scopo di superare lo sbarramento del 4% alle Europee anche senza Fitto, ma un posto al sole non si nega a nessuno. Chi ci ha guadagnato? A parer mio, solo chi oggi ha un seggio a Strasburgo. Quanto alla fusione dei due Movimenti, ogni valutazione è rinviata all'esito dell'organizzazione nelle diverse realtà locali: FdI ha una struttura di militanza, Direzione Italia è più "listaiola", nel senso che si mette insieme più per vincere le elezioni e non per governare bene i territori. Diciamo che siamo un tantino diversi.
D - Lei trascorre, per ragioni professionali, buona parte del suo tempo all'Estero. Negli ultimi anni la Città ha evidenziato un reale cambiamento?
R - E' indubbio che la Città stia cambiando, sia dal punto di vista delle infrastrutture che dall'impostazione della vivibilità. Ritengo la chiusura del Centro Storico uno "storico" traguardo. Era nel programma elettorale di altre amministrazioni; quella di Mellone lo ha fatto e bisogna darne atto. Traffico e viabilità, altra nota positiva, così come la pista ciclabile. Non si può fare opposizione fomentando i contrari o peggio speculando sui diluvi estivi: quella è istigazione alla rabbia, non è azione politica. Diciamo che Mellone ha avuto gioco facile non avendo al suo interno alcuni personaggi che spesso frenavano, tergiversavano, sonnecchiavano: un giudizio positivo va dato, comunque, per l'abbattimento dell'incompiuta dell'Incoronata e per il trasloco degli Uffici comunali.
D - Il centrosinistra propone, in buona sostanza, una sorta di "contaminazione" con tutte le forze politiche cittadine, al fine di vincere le prossime elezioni amministrative e mandare a casa l'attuale sindaco. Fratelli d'Italia dove potrebbe collocarsi?
R - Sicuramente non con il centrosinistra. Ovvio. L'esperimento di Risi è terminato perchè Marcello ha staccato la spina, non perchè non avesse funzionato. Il Pd lo ha fagocitato con le solite promesse da marinaio e lui si è fatto risucchiare dai gorghi. Forse molti dimenticano che nel 2011 era Mellone ad essere alleato del Pd: diciamo che Mellone è sempre stato coerente, ora come allora, sempre con Emiliano. Viceversa noi che sostenevamo Risi avevamo dato forma ad una aggregazione civica del “fare”, ossia con la destra, il centro e la sinistra. Una bella esperienza durata poco per la supponenza di una sinistra che non è mai stata maggioritaria Nardò, che non ha mai vinto da sola. Vaglio docet. Oggi la situazione della sinistra è ancora peggiore. Abbiamo un Pd evanescente, che attacca il Presidente della Regione (che fino a prova contraria è del Pd); un Pd che esulta per la vittoria in Provincia, facendo finta di non sapere che a far vincere Minerva è stato Mellone; un PD che, anzichè proporre e costruire, urla e ringhia. Un Pd che è ancora affetto dal complesso dei migliori. E' ovvio che in questo scenario Mellone ha gioco facile. Comunque, ribadisco che FdI sarà presente alle prossime amministrative e, quasi certamente, con il centrodestra. Comunque, vedremo cosa succederà.
D - Tra 2 anni a Nardò si rinnova il Consiglio Comunale. A suo avviso quali sono le priorità della Città?
R – C'è necessità di un piano turistico per il territorio. Nardò vive di turismo per 5 mesi l'anno ed è necessario migliorare l'offerta in termini, soprattutto, di infrastrutture e di servizi. A Nardò verrà sempre più gente e non solo per il mare. La chiusura del Centro Storico è un primo passo. Ora pensiamo in grande, osiamo. C'è ancora tanto da fare. In Città non abbiamo un albergo, un centro convegni, un luogo per gli eventi, grandi o piccoli. Va bene la piscina comunale, ma occorre offrire di più ed in maniera organica. Lasciamo stare gli idrovolanti: ci sono cose più serie.
D - Ha senso parlare oggi di destra e sinistra, in un contesto in cui le ideologie sono sempre più evanescenti e prive di appeal?
R - Io provengo da una certa cultura politica e, pertanto, per me ha ancora senso. Non si imposta un'azione amministrativa senza principi, rappresentazioni, opinioni, credenze, valori, e quindi senza essere di destra o di sinistra. A livello locale servono, inoltre, donne e uomini di buona volontà, con la voglia di dialogare e con la capacità di fare.
D - Ritiene necessario ripristinare il primato della politica e, conseguentemente, far recuperare alla stessa motivazioni ideali, cultura e moralità?
R - La politica, a livello nazionale, sta recuperando qualche posizione. Inutile negare che il modo diretto di comunicare di Salvini, ad esempio, ha alimentato interesse e credibilità. In ogni caso, va recuperata la cultura della politica: in giro c'è molta grettezza, frutto di aggregazioni finalizzate ad acquisire potere senza un ideale politico. La moralità non dipende dalla politica, ma da chi esercita la politica. Diciamo che a centrosinistra c'è più politica e meno moralità, mentre a destra c'è più moralità e meno politica.
D - Ritiene che la politica possa prescindere dalla militanza all'interno del partito e, pertanto, prescindere dalle competenze e dalle abilità?
R - La Politica, per come io l'ho sempre intesa, non c'è più; non c'è più convenienza a difendere i valori che una volta rappresentavano le colonne d'Ercole. Oramai non si milita più; si formano, all'occorrenza, soltanto liste finalizzate a vincere le elezioni. Ovviamente questo richiede abilità, quella, per intenderci, di raccattare voti, che quasi sempre contrasta con le competenze. E' questa, purtroppo, l'altra faccia del nuovo modo di fare politica. Onestamente, preferisco la mia storia politica personale, fatta di pane e partito, che fa crescere più sani e porta lontani da ogni tentazione.
Angelo Losavio
Marco Marinaci