Telefonini e infertilità: millennials a rischio estinzione? La riflessione di Giampiero Dantoni

L'uso e abuso del telefonino mette a rischio anche la capacità riproduttiva dell'utilizzatore: questo è quanto dimostrano recenti studi specialistici (vedi bibliografia). Fra i tanti problemi alla salute umana quello di non poter avere figli per le consuete vie naturali si aggiunge alla sfilza di interferenze al corretto funzionamento del nostro organismo provocato dalla inondazione del nostro ambiente da fonti di emissione di onde radio.
Fino a pochi anni fa il telefonino serviva solo per telefonare. Oggi si chiama "smartphone" e serve anche per telefonare, oltre alla connessione alla rete internet. I cosiddetti millennials (nati dopo  l'anno 2000), detti anche "nativi digitali", telefonano raramente, soprattutto messaggiano, "chattano" e navigano (in senso figurato) in rete.  Il significato la parola rete, secondo la lingua italiana, è duplice: strumento di connessione, strumento di cattura. Nella fattispecie di Internet la prima funzione è evidente: connettere un server centrale a vari utenti e questi fra loro al fine di accedere a vari contenuti digitali mediatici, merceologici, informazionali, scientifici, video-audio-testi, al cazzeggio social soprattutto.
 
Rende virtuale la moneta e perfino  il babysitteraggio. Il servizio è offerto a costi irrisori e accessibili a tutti. Addirittura molte modalità di utilizzo (le app) sono offerte gratuitamente e senza controllo minorile reale. A distanza di alcuni anni è emerso il secondo scopo della rete e delle  offerte gratis: catturare noi, i nostri dati privati contenuti nel nostro telefonino, il cui accesso noi consentiamo altrimenti l'app non te la regalano. I dati vengono poi estratti fraudolentemente e venduti a peso d'oro per i fini più svariati e illegali. Chi parla ancora di "privacy" è un ignorante (nel senso che ignora)!
Uno dei prezzi che stiamo pagando per l'uso pervasivo di questo potentissimo mezzo di comunicazione è la perdita del bene più prezioso: la salute umana, fisica e mentale.
 
Il livello di allarme si sta rapidamente innalzando. Da quando nel lontano '79 i vari Enti americani (FDA, NIOSH, DHHS) ed europei avevano classificato le onde radio impiegate dagli apparecchi di telecomunicazione come "potenzialmente cancerogene" (Classe 2B) (OMS 2011), le cose stanno rapidamente peggiorando.
 
Ciò a causa dell'uso ed abuso con cui li si utilizzano oggi. Il rischio è direttamente proporzionale al tempo di utilizzo, cioè è dose-dipendente. La percezione di pericolo è resa nulla dall mancanza di effetti immediati, che, invece, si manifestano dopo un lungo periodo di latenza, spesso sopra i 10-15 anni. Sono di due categorie: danni alla sfera fisica e alla sfera psico-comportamentale (volizione). 
 
Le onde elettromagnetiche (radiofrequenze), emesse da telefonini, trasmettitori, wi-fi, Antenne radiotelevisive, ponti radio e impianti di comunicazione satellitari, Radar, Tablet, Forni a microonde etc., ne sono la causa. Si è visto che agiscono sulla nascita e promozione della carcinogenesi, in una varietà di effetti genetici-epigenetici come l'attivazione di onco-geni, errori di trascrizione di DNA, danni diretti al DNA, alterazione di configurazioni di proteine, accelerazione di mitosi e accumulo di radicali liberi e perossidi. Per quanto riguarda gli effetti più evidenti ci dobbiamo aspettare disturbi del ritmo sonno-veglia, della funzione mnemonica, dell'udito, della concentrazione, della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. 
 
Il 21 aprile 2017 "per la prima volta al mondo una sentenza del Tribunale di Ivrea ha riconosciuto il nesso causale tra l'uso scorretto del cellulare e il tumore al cervello". Il prof. Angelo Lewis, consulente nel processo, afferma: "Sulla base dei criteri elencati nel preambolo delle monografie della Iarc, le emissioni a Rf/Mo dei telefoni mobili (cellulari e cordless) dovrebbero essere classificate nel gruppo 1 dei sicuri cancerogeni per l'uomo". Il lavoratore aveva contratto un "neurinoma del nervo acustico" per l'uso del cellulare sul posto di lavoro per 3-4 ore al giorno, per 15 anni. Se consideriamo che i nostri ragazzi da quando si svegliano fino a tarda notte, con pause in palestra (se vanno) e a scuola, 3-4 ore al giorno di uso le superano abbondantemente, il rischio sale vertiginosamente. 
Uno studio del 9-2-2018 su: "Environmental Research" ha dimostrato il nesso di causa effetto tra esposizione a radiofrequenze in ambiente militare ed aumento di casi di cancro in particolare quello di linfoma, leucemia, mieloma. 
 
Le alterazioni della sfera psico-sociale dell'individuo, al contrario di quanto si pensa sulla migliorata "socializzazione" degli utenti di "social-network", è assai peggiorata a causa della mancanza di esperienza diretta del mondo reale fatta attraverso i propri sensi. Le alterazioni del corretto sviluppo della sfera affettiva e sessuale, provocata dall'inondazione di video (una volta dicevamo "vietata ai minori") di libero accesso a tutte le età, ne sono un esempio. La dipendenza da connessione deriva dalla gratificazione dovuta essenzialmente dalla produzione di dopamina da parte del cervello, i cui effetti (dipendenza) sono equiparabili a quelli della droga.
 
Quando l'impulso di controllare le notifiche diventa irrefrenabile, può trasformarsi in vera dipendenza. Si chiama nomofobia (dall'inglese: no-mobile-fobia), un disturbo ossessivo-compulsivo dovuto all'ansia maniacale di controllarre continuamente lo stato del telefonino. Fino al caso estremo della Sindrome di Hikkikomori (per prima studiata in Giappone), di cui in Italia ne soffrono circa 120.000 adolescenti che trascorrono su internet oltre 12 ore al giorno: si tratta di patologie psichiatriche denunciate ripetutamente dall'Ordine dei Pediatri. Senza parlare, della induzione subliminale agli acquisti e del condizionamento comportamentale provocato dai messaggi criptici indirizzati al subconscio.
 
Di tutti questi rischi, che lasciano indifferenti e impotenti quasi tutti, quello che più di tutti potrebbe indurre a cambiamenti nell'utilizzo del mezzo, potrebbe essere la paura della perdita della possibilità di avere figli, come dimostrato dai lavori scientifici allegati. Wdowiak et al., ad esempio, hanno dimostrato che nel gruppo di pazienti con un uso frequente di telefonini negli ultimi 2 anni solo il 17% avevano spermatozoi dotati di motilità sufficiente a fecondare l'ovulo. Parimenti nelle femmine si hanno anche squilibri ormonali e ovulatori. E' acquisizione recente che un milione di miliardi di cellule di un organismo umano dialogano fra di loro per mezzo di campi elettromagnetici a bassa frequenza ed intensità, suoni e molecole. L'interferenza prodotta dagli apparati a radiofrequenza agirebbe proprio a questo livello. A questo punto ognuno ne tragga le proprie conclusioni. Non dimentichiamo che, anche se nell'oblio, ognuno possiede un libero arbitrio inalienabile. 
 
Giampiero Dantoni
 
 
BIBLIOGRAFIA
 
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Wdowiak Artur., Paweł A. Mazurek, Wdowiak Anita, Bojar Iwona: "Effect of electromagnetic waves on human reproduction".  Ann. Agric. Environ Med. Poland 2017
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THE BIOINITIATIVE REPORT 2012: "A Rationale for Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Fields (ELF and RF)"
 
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