Lecce: il patto tra Minerva e Mellone è d'acciaio, al consorzio ASI un fedelissimo del sindaco di Casapound

Pierantonio Cicirillo era stato nominato in fretta e furia commissario del Consorzio ASI Lecce, prima della scadenza del mandato di Angelo Tondo. La giunta regionale infatti aveva provveduto a rinnovare per altri due mesi la nomina in sostituzione, con pienezza di poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, agli organi disciolti, e presieduti da Angelo Tondo, per il tempo strettamente necessario alla loro ricostituzione.

Dal 19 marzo il consorzio per lo sviluppo delle aree industriali leccesi era praticamente gestito dal commissario. L’assemblea dei sindaci adesso ha eletto il nuovo presidente del Consorzio Asi di Lecce. Si tratta di Massimo Albanese, uomo dello staff di Pippi Mellone, un ossequioso fedelissimo. L’ingegnere Paolo Arturo Maccagnano, consigliere comunale in predicato perenne (da almeno un triennio) di ottenere tale incarico, resta al palo. Un passo indietro, decisivo, rispetto a tale nomina è stato fatto dal primo cittadino di Gallipoli, nonchè presidente della Provincia, Stefano Minerva. Il sindaco "poeta" avrebbe rinunciato in favore del comune più popoloso, Nardò appunto. A conferma del legame, del patto d'acciaio tra il piddino Minerva ed il sindaco di casapound, con la benedizione naturalmente di Emiliano che ha deciso il commissariamento dell'Ente. Un triangolo istituzionale incomprensibile ma decisamente efficace. 

ECCO QUANTO VALE LA POLTRONA - Ma quanto vale l'ambita poltrona? L'incarico di presidente dell'ASI dovrebbe durare circa un anno e mezzo in quanto interruzione di mandato precedente, gli emolumenti spettanti a chi siede sulla poltrona di presidente dovrebbero corrispondere a circa 40 mila euro lordi, circa 2200 euro netti in busta paga. Chi lo ha preceduto guadagnava circa 54 mila euro, poi è stata approvata una riduzione di circa il 20%. Il Consorzio d'altronde non naviga certo nell'oro nè è brillato in passato per efficienza.

CONSORZIO ASI, OLTRE 300 AZIENDE CON QUASI 6 MILA ADDETTI - Il Nucleo industriale di Lecce diventa Area per lo Sviluppo Industriale. Nello stesso anno viene approvato il Piano Regolatore preliminare in materia industriale della Provincia di Lecce con il quale si individuano sei agglomerati industriali oggi esistenti: Lecce-Surbo; Galatina-Soleto; Nardò-Galatone; Gallipoli; Tricase-Specchia-Miggiano; Maglie-Melpignano. I sei agglomerati occupano circa 1312 ettari e formano, insieme alle numerose aree PIP comunali, le Aree-Sistema oggetto del programma di intervento infrastrutturale. Nei sei agglomerati industriali operano oltre trecento aziende con quasi 6ooo addetti, considerando che si è in una fase di forte crescita di localizzazioni e delocalizzazioni industriali. Il comparto produttivo prevalente è quello manifatturiero con una accentuata presenza di aziende nel settore metalmeccanico, calzaturiero, tessile e della trasformazione di prodotti agricoli.(Fonte: sito web ASI)

INTERROGAZIONI E "OMISSIONI" - Nel luglio dello scorso anno infatti il Consigliere regionale Ernesto Abaterusso - ironia della sorte - presentò un’interrogazione urgente in merito all’attività del Consorzio ASI di Lecce nella zona P.I.P. di Nardò. “Da tempo diverse ditte ricadenti nell’agglomerato industriale di Nardò – si legge nell’interrogazione - lamentano la richiesta continua e ingiustificata, da parte di ASI Lecce, di un ‘contributo una tantum per la gestione e la manutenzione delle infrastrutture, delle opere e degli impianti e servizi di interesse comune dell’agglomerato in cui è ubicata l’area’ che risulta essere gravosissimo per le Aziende. L’ASI, lamentano queste ditte, pretenderebbe attraverso continue modifiche al Regolamento, il pagamento di tale ‘contributo una tantum’ anche con costose azioni giudiziarie e vessatorie transazioni. Un atteggiamento che, se trovasse conferma, risulterebbe insostenibile per le imprese soprattutto in questo momento di grave crisi economica. Il Consigliere Abaterusso chiese, quindi, alla Giunta regionale “se non ritenga necessario un urgente e forte intervento delle istituzioni perché siano avviate attività ispettive e di controllo sulla gestione del Consorzio così da mettere in luce eventuali omissioni o azioni illegittime da parte dell’ASI di Lecce e qualora le segnalazioni trovino conferma, chiedere al Consorzio l’immediata rinuncia agli atti esecutivi per tutte le aziende coinvolte e scongiurare così un grave danno economico ed occupazionale, non solo per le aziende, ma anche per il territorio”.

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