Ci sono voluti quasi otto anni per scagionare completamente l’ing. Alessandro Trevisi che, nell’ottobre del 2012, candidato nel concorso messo a bando dal Comune di Sannicola per la copertura di n. 1 posto di Istruttore Direttivo Tecnico,venne accusato di “essere in possesso durante la prova scritta del concorso di alcuni fogli cheriportavano esattamente la traccia e lo svolgimento della prova d’esame”.
Ad accusarlo fu un altro concorrente, che però stranamente, dopo aver vivacemente segnalato alla commissione che l’ing. Trevisi aveva con sé degli appunti, si allontanò spontaneamente dall’aula, senza consegnare il suo elaborato, ritirandosi quindi dal concorso, per poi rivolgersi ai Carabinieri, assieme adue consiglieri comunali dell’allora opposizione, Cosimo Piccione e Giuseppe Monteduro, successivamente divenuti esponenti di rilievo della nuova maggioranza, per denunciarel’ing. Trevisi.
Conclusele indagini, durante le quali furono svolte ben due perizie sui computers in possesso dell’ing. Trevisi, il Pubblico Ministero Dott. Antonio Negro richiese l’archiviazione per “assoluta infondatezza della notizia di reato”.
Tale richiesta venne accolta totalmente dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dott.ssa Annalisa De Benedictis, ma Cosimo Piccione, divenuto nel frattempo Sindaco del Comune di Sannicola, presentò richiesta di opposizione all’archiviazione e contestuale istanza di riapertura delle indagini.
Il nuovo Giudice per le Indagini Preliminari, Dott. Giovanni Gallo, seppur considerando infondatal’accusa a carico dell’ing. Trevisi di essere in possesso delle tracce svolte durante la prova scritta del concorso, ritenne necessario l’esercizio dell’azione penale nei confronti dello stesso ingegnere per il tentativo di plagio, reato previsto dalla Legge n. 475 del 1925.
In primo grado il giudice monocratico, la dott.ssa Silvia Saracino, ha condannato l’imputato a due mesi di reclusione.
La Corte di Appello di Lecce, presidente dott. Errico, consiglieri Biondi e Surdo, nonostante la richiesta di conferma della condanna avanzata al termine di una elaborata requisitoria dal s. Procuratore Generale, dott. Salvatore Cosentino, ha accolto l’appello dell’avvocato Giuseppe Bonsegna ed ha assolto completamente l’imputato“perché il fatto non sussiste”.
La vicenda, all’epoca, ebbe grande risonanza sui quotidiani locali e sui social perché collocata al centro della contesa tra la maggioranza e la minoranza consiliare dell’epoca, capeggiate rispettivamente dal sindaco Giuseppe Nocera e da quello che poi avrebbe vinto le elezioni amministrative, l’attuale sindaco Cosimo Piccione.
L’ing. Trevisiè marito dell’allora Comandante della Polizia Locale di Sannicola, Dott.ssa Maria Elena Marti, che, venne, seppur estranea ai fatti contestati al marito, suo malgrado, addirittura attaccata pubblicamente ed invitata a dimettersi dall’incarico, con manifesti murali, interpellanze ed esposti, che si sono ora ancor più rivelati inconsistenti ed insussistenti.
L’ingegnere Trevisi esprime soddisfazione e dichiara:”Ho avuto sempre fiducia nell’esito del processo e finalmente ora giustizia è stata fatta”.