La trasparenza nella pubblica amministrazione è uno dei cardini della legalità e argine al proliferare della corruzione e del malaffare. Da tempo la libera stampa, movimenti, associazioni e libere coscienze invitano l’amministrazione comunale di Nardò a rispondere di atti amministrativi opachi se non oscuri.
Dalla “vendita” dell’ex gerontocomio all’affido diretto dell’impianto sportivo di via Kennedy, dalla distribuzione delle “mascherine” alla distribuzione dei “buoni spesa” per fare alcuni esempi. La risposta dell’amministrazione Mellone è un assordante silenzio foriero di dubbi e preoccupazioni.
Non sorprende, pertanto, la notizia apparsa oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno relativa a indagini della divisione anticrimine su affidi sospetti di servizi pubblici da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Mellone a ditte nelle quali avrebbero ruoli parenti di amministratori.
Non sorprende ma preoccupa. Molto. E dovrebbe preoccupare e far riflettere tutta la Città. Sarà la magistratura a far luce sulla vicenda, speriamo in tempi brevi. Se la magistratura stabilirà se vi sono estremi di reato esiste tuttavia una questione morale che esige da parte del sindaco Mellone e della sua maggioranza riposte chiare e nette.
Mellone e la sua maggioranza devono dire se erano al corrente delle indagini e del perché non hanno informato la cittadinanza. Mellone e la sua maggioranza devono rispondere ai tanti quesiti posti dai cittadini. Fa specie vedere amministratori pubblici di maggioranza della nostra Città postare sulle loro pagine fb foto di martiri delle mafie e partecipare a cerimonie di commemorazione degli stessi per poi tacere su situazione che potrebbero configurare reati e moralmente non accettabili.
Il tempo dei silenzi deve finire.
I silenzi sono segno di viltà.
I silenzi sono segni di omertà.
Centro Studi “ Salento Nuovo”