Giuseppe Fracella, da sempre a destra, è il deus ex machina di Fratelli d'Italia. Un impegno politico nel partito della Meloni che parte da lontano. Fracella è stato consigliere provinciale, candidato alla poltrona di sindaco ed assessore al Welfare nelle fila dell'amministrazione Risi.
Senta, anche alla luce di un periodo estremamente difficile caratterizzato dall’emergenza coronavirus, che momento è questo, a suo avviso, innanzitutto per la sua vita e successivamente sul piano politico?
E’ un momento in cui la politica deve riflettere, la gente ha vissuto un periodo in cui i Valori importanti hanno avuto il giusto rilievo. Ha riscoperto un modo di vivere più “autarchico“, ha imparato a discernere il necessario dall’effimero, motivo per cui la Politica deve iniziare a riflettere perché in questo momento non sta dando ottimi segnali.
Lei è stato consigliere provinciale, candidato sindaco e assessore al welfare con l’amministrazione Risi, da sempre a destra si è fatto portavoce di un appello a tutte le forze politiche che si riconoscono nei partiti che compongono il centro-destra nazionale e a tutte le forze del mondo del lavoro e della produzione che hanno a cuore gli interessi economici e sociali della Città a ritrovarsi per la costruzione di un progetto condiviso. Ce ne spiega le ragioni ed i risultati provvisori?
Viviamo un’epoca politica in cui non si vive più di mezze misure, dopo il fenomeno del movimento 5 stelle che è destinato a finire come tutti i movimenti o partiti che non si fondano sui grandi ideali, si sente la necessità di manifestare apertamente il proprio pensiero. In Italia la maggior parte della popolazione non è di sinistra, anzi sta analizzando storicamente le non verità di una sinistra che non è mai giunta al potere per consenso popolare ma per giochi di palazzo. Perché l’appello al mondo del lavoro e della produzione? Perché è un mondo che non si riconosce a sinistra in quanto bersaglio di una sinistra massimalista. Pensiamo agli agricoltori di angurie di Nardò vigliaccamente bersagliati da una propaganda mediatica come sfruttatori e portati in aule di tribunale proprio da una sinistra che ha sempre utilizzato il sindacato come lotta di classe e non come difesa del lavoro. Ecco, a Nardò un progetto di forze politiche amiche del mondo del lavoro e della produzione è un fronte di centro-destra moderato, non certamente di sinistra.
Sono state, ad oggi, sancite alleanze con altri movimenti politici?
Al momento vi sono giusto contatti con quelle forze che si riconoscono nei partiti tradizionali del centro-destra. Ovviamente Fratelli d’Italia, il partito che mi onoro di rappresentare si confronta con tutti ma ha ben chiare le “ colonne d’ercole “. E’ un momento in cui Fratelli d’Italia ha il vento in poppa, ho incontrato molti amici e simpatizzanti pronti a scendere in campo. Ci saranno delle sorprese, soprattutto tra chi nel mondo del lavoro apprezza Giorgia Meloni. A Nardò sono tanti.
La gazzetta del mezzogiorno ha pubblicato un’informativa della divisione anticrimine depositata in Procura in cui si contesterebbe all’amministrazione Mellone un presunto caso di Parentopoli, “sotto la lente delibere con affidamenti diretti a ditte e cooperative in cui compaiono cugini, mogli e cognate”. Cosa ne pensa?
Non mi piace la politica delle aule giudiziarie, non abbiamo imparato nulla dal passato. Un fatto è “ tangentopoli” un fatto è “ parentopoli”. In una realtà medio piccola come Nardò è facile trovare il pelo nell’uovo e spettacolarizzare il fatto. Ma dovremmo essere pronti a rivedere una storia politica fatta di tante azioni borderline, appalti di pubblici servizi, affidamenti e persino posti di lavoro hanno sempre caratterizzato la brutta politica, ieri più che oggi. Basta solo avere una buona memoria. Ripeto, non mi confronto su questo terreno, ma chi oggi critica o spara a zero dovrebbe guardarsi allo specchio.
Diverse in questi giorni le ipotesi di candidature vagliate rispetto alla poltrona di primo cittadino, c’è chi ha fatto il nome di Luciano Barbetta, poi naufragato. Ritiene che le regionali siano in tal senso uno spartiacque importante? O che le elezioni per eleggere il nuovo governatore conteranno in maniera marginale rispetto alle dinamiche locali?
Reputo Luciano Barbetta un grande imprenditore che ha fatto grande Nardò, non tiriamolo per la giacchetta, sa fare benissimo il suo lavoro da imprenditore tessile, serve molto più a Nardò in quella veste. Riguardo le elezioni regionali concordo, saranno lo spartiacque, tutto cambierà ed i nomi di oggi saranno i primi ad essere cancellati dopo settembre.
Pensa che in vista delle prossime elezioni sia impossibile l’idea di un’unica candidatura in grado di coagulare fronti differenti da opporre al sindaco uscente? O è fantapolitica?
Io rappresento uno schieramento definito, nel senso che la mia parte preferisce il mondo del lavoro e della produzione alla civicità sotto cui spesso si nasconde tutto o il contrario di tutto e soprattutto è un ottimo hotel dalle porte girevoli per la prostituzione politica. Non è fantapolitica questa ipotesi, è la vecchia politica fatta di inciuci, io sono dall’altra parte della barricata.
Quali dovrebbero essere, a suo avviso, le caratteristiche indispensabili di un buon candidato sindaco?
Una persona senza scheletri negli armadi, scevro da ogni condizionamento, capace di aggregare e di considerare le persone al suo fianco per quello che sono e non per quello che portano in dote. Il consenso elettorale è spesso “drogato” e Nardò non è immune da questa casistica. In ogni caso dovrebbe essere una novità non tirata in ballo dalle consorterie che si aggregano per lo scopo come le associazione temporanee di impresa che si costituiscono oggi e si sciolgono domani solo per partecipare a bandi di gara o per creare turbativa e impedire ad altri di vincere. Solitamente sono rappresentate dai soliti personaggi e dalla solita regia.
Sulla scorta della sua esperienza le priorità per valorizzare e rilanciare lo sviluppo della nostra Nardò?
Turismo, turismo vero, dotando la Città di servizi, ascoltando e aiutando fattivamente i tanti privati che sono già capaci di farlo autonomamente. Un turismo destagionalizzato in grado di creare lavoro stabile 360 giorni l’anno.