Giancarlo Marinaci: “La situazione precipita, indispensabile che si attivino i comuni investendo attraverso forme di cooperazione sociale”

Mi chiamo Giancarlo Marinaci, sono nato e cresciuto in questa meravigliosa città e se Dio vorrà ci morirò anche. La situazione economica-finanziaria della nostra Nardò, anche grazie al Covid -19, è precipitata  e continua a precipitare vertiginosamente. Il futuro non è roseo e le nuvole all’orizzonte si tingono di nero e minacciano tempeste e burrasche.

Non oso immaginare cosa accadrà dopo la stagione estiva, penso alle tante persone che non lavoreranno per le varie restrizioni imposte da questa terribile pandemia, anche per via di tutte quelle attività che saranno costrette a rivedere al ribasso e a ridurre sensibilmente il numero delle assunzioni previste. Va trovata immediatamente una soluzione economica concreta a sostegno delle famiglie che non svilisca la dignità delle persone. Dal Governo Centrale, alle Regioni, ai Comuni.

Ritengo indispensabile attivare delle forme di cooperazione sociale attraverso un ente partecipativo con fondi comunali o con capitale misto pubblico-privato che possa garantire assunzioni in ogni comune per disoccupati e padri di famiglia. Il reddito di cittadinanza è stato impostato male e sta andando anche peggio. Andavano indirizzate le risorse seguendo il criterio dell’età e delle indispensabili esigenze, anche sul piano sanitario, delle persone.

Non accetterò mai e poi mai che un commerciante che versa contributi per 42 anni debba percepire una pensione di appena 900 euro al mese e sia costretto a far sbarcare il lunario alla sua famiglia monoreddito. Il reddito deve equiparare le pensioni minime e portarle almeno a 1400 euro al mese. Vi pare ragionevole che vi siano persone invalide costrette a vivere con una pensione di 289 euro al mese?

Il reddito è necessario a restituire dignità e ad innalzare la cifra di chi è impossibilitato a trovare un proficuo lavoro causa patologia o altro. Ritengo indispensabile attivare delle forme di cooperazione o una società di capitali che offra servizi di pubblica utilità. Delle forme di cooperazione consentirebbero a tante persone di poter lavorare come tutti coloro che portano il pane a casa grazie al proprio dignitoso lavoro e non certo con forme mortificanti di assistenzialismo.

La soluzione non è affatto complicata, è probabilmente più complicato farla entrare nella zucca dei nostri politicanti a tutti i livelli. Una società partecipata o una cooperativa sociale gestita in maniera oculata potrebbe occuparsi di erogare servizi indispensabili che oggi, nella maggior parte dei casi, vengono spezzettati o affidati a società esterne (Basterebbe pensare alle strisce blu o alla riscossione dei tributi di qualche tempo fa o alla pulizia dei bagni pubblici. Tanto per essere chiari: pensate che solo il servizio di portierato, vigilanza, custodia e pulizia dei bagni pubblici sul territorio di Nardò, eseguito da azienda esterna, ha un costo che ammonta a 144 mila euro per la durata di tre anni, una cifra enorme).

Una partecipata potrebbe erogare servizi sociali, potrebbe occuparsi della cura del patrimonio pubblico, riscossione dei tributi, gestione del verde pubblico e trasporti pubblici. Una società ben gestita potrebbe offrire servizi di qualità. I tempi sono maturi per ripensare realmente e nel concreto la politica, ma partendo dalle esigenze delle persone. E garantendo trasparenza.

Giancarlo Marinaci

Vice presidente del consiglio comunale di Nardò

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