La decisione di collocare in prossimità del giardino della memoria lo scalo di un fantomatico ed inutile idrovolante è, innegabilmente, un’offesa inferta alla memoria di chi è sopravvissuto alla Shoah. Mi auguro soltanto che non sia stata volutamente pianificata e che sia “solo” il frutto di un vistoso errore.
Ho letto sulle pagine di Repubblica l’urlo di dolore di Jakob Ehrlich. Sopravvissuto all'Olocausto. Vissuto nel campo 34 dell'Unrra dal 1944 al 1947. Che è legato alle “Sante” così come le migliaia di profughi che nelle marine di Nardò hanno conosciuto, per la prima volta, la dolcezza della vita e della quotidianità dopo gli orrori dei campi di concentramento e della persecuzione razziale. Non possiamo non condividere le preoccupazioni espresse da Jakob che ha detto, a gran voce, che “il Giardino della Memoria non dovrebbe essere dissacrato”.
Dovrebbe essere visto come simbolo di sopravvivenza e gelosamente custodito per le future generazioni. La scelta da parte del comune di aderire ad un simile progetto è una scelta assolutamente sbagliata. Ci si fa allettare dai finanziamenti e si gettano in mare 3 milioni di euro per realizzare una idrosuperficie che dovrebbe, nelle intenzioni, collegare l'Italia e la Grecia. Uno spreco immane di risorse in un territorio, penso alle marine, ancora oggi prive di servizi essenziali. Questo progetto, per altro, a sentire gli esperti, proprio in quel tratto di costa, non dovrebbe essere realizzabile.
Il fatto che la Soprintendenza di Lecce non sia mai stata messa al corrente dell'esistenza del Giardino, onestamente non ci stupisce. La Soprintendenza non è a conoscenza neppure del fatto che la facciata esterna del museo della memoria, in un recente intervento, sia stata completamente stravolta. Il progetto originario dell’architetto Luca Zevi che aveva scelto il grigio per la facciata, con un significato altamente simbolico e facilmente intuibile, è stato cancellato e sostituito da una colorazione differente. E tutto ciò è accaduto nel silenzio di una comunità intera.
E’ il segno, proprio questo modo di fare, da parte di chi governa di una certa sciatteria, e di una totale assenza di sensibilità e di rispetto. Sgomenta la conoscenza assolutamente precaria e parziale di una vicenda storica che richiederebbe una, anche minima, conoscenza dei fatti e soprattutto una visione della politica differente. Rispettosa del valore della memoria e della vita.
Giancarlo Marinaci
Vice Presidente del Consiglio Comunale