Mentre Mellone accelera nella sua campagna elettorale per le comunali 2021 (aperta già dal giugno 2016) i suoi avversari cincischiano e il tempo scorre inesorabile.
Il sindaco uscente sta facendo andare avanti, con tattica studiata a tavolino, i suoi sottordine in scaglionate dichiarazioni di candidatura diffuse con calibrati comunicati e/o con i logori schemi dei manifesti 6x3in un crescendo che lascia intravedere una campagna corale di autoesaltazione, autocompiacimento di e per mirabolanti attività svolte che sembra abbiano trasformato Nardò nella città di Bengodi di pinocchiesca memoria. A dire la verità era mangiafuoco ad illudere il povero burattino ma il personaggio ben si fondeva con le canagliesche figure del gatto e della volpe. Tutti personaggi che sovrappopoleranno, nei prossimi mesi la scena politica cittadina.
E le opposizioni? Le opposizioni si dedicano alle schermaglie preliminari lanciandosi in vezzosi, e lentissimi, passi di minuetto quando sarebbero necessarie travolgenti cariche di cavalleria. Decisioni rapide con fendeni decisi sarebbero necessari per tentare di scardinare il sistema di potere melloniano che sembra avere soggiogato, alle mire narcisistiche del sindaco, la città.
Ognuno degli oppositori di Mellone spera in cuor suo di veder passare il prossimo quinquennio per poi giocare le proprie chanches in un campo sgombro dal Pippi cittadino. Non si spiega altrimenti la sostanziale inerzia degli oppositori dal 2016 ad oggi. Interventi su argomenti marginali e di scarsa presa popolare, la presentazione di sporadiche interrogazioni consiliari neanche diffuse con i moderni mezzi di comunicazione come i social, polemichette superficiali neanche sostenute con la necessaria costanza e insistenza. E poi le piccole invidie, le gelosie l’incapacità di fare effettivamente blocco per tentare di scalzare Mellone e la piccola oligarchia che lo attornia.
Ad appena qualche mese dall’appuntamento amministrativo non si sono ancora tracciate le caratteristiche del candidato sindaco cui far guidare una coalizione (o più di una?), tanto velleitarismo in campo ma nessuna concretezza; ad un mese dalle regionali, che pure hanno evidenziato una latente debolezza dello schieramento melloniano quando non è in campo personalmente il Pippi, non si ha notizia di un lavoro serrato per preparare liste, per assicurare la collaborazione certa di settori rappresentativi della società cittadina.
Nessuno studio delle metodiche per minare le basi del consenso di Mellone e dei suoi caporali (colonnelli sarebbe troppo elevato per semplici esecutori di ordini senza un minimo di apporto originale) nei clan familiari, nei settori lavorativi, nelle associazioni, nei circoli, nelle cerchie amicali e magari anche in quelle confessionali.
La stessa apatia che ha caratterizzato l’opposizione in questi anni di consiliatura che volge al termine, sembra essere il simbolo di questa campagna elettorale. Ci vorrebbe, da subito, un’azione stringente, incalzante, a tamburo battente su temi importanti quali la chiarezza sul bilancio comunale (una nebulosa in questi anni), gli impegni finanziari assunti per i prossimi anni, le spaventose carenze del personale comunale ( e come sono influenzate dalla solidità o meno del bilancio stesso), la gestione ambientale della città, la struttura e il costo della gestione dei rifiuti, le criticità della depurazione e del sito inquinante dell’ex discarica.
Ed ancora un impegno alla redazione di un Pug per orientare l’attività verso il recupero e la ristrutturazione e la riqualificazione del patrimonio edilizio cittadino. Anche l’annosa questione del reperimento dei parcheggi, specie nelle marine e lungo la costa, attende soluzione in uno stato di cose peggiorato dalle piste ciclabili. Le linee di trasporto extra urbane vedono Nardò marginalizzata nelle comunicazioni con il capoluogo in una situazione assolutamente identica a quella degli anni 50.
Temi che sono stati colpevolmente abbandonati se non totalmente ignorati. In questo contesto è difficile ipotizzare una candidatura a sindaco; dovrebbe risaltare uno slancio volontaristico di candidatura di servizio di persona giovane, motivata, priva di interessi personali che voglia essere un investimento per il futuro. Ma anche una scommessa per questa campagna elettorale con un’azione costante, diuturna, incessante per presentare un modello di gestione della città diverso da quello gonfio di roboanti proclami, di iperboliche autocelebrazioni e di continue polemiche, provocazioni e aggressioni come quello attuale.
C’è bisogno di una personalità moderna, nuova che sfugga a logiche di potere, clientelari; una persona equilibrata, concreta, di chiara esposizione logica delle argomentazioni sfuggendo sia alla paludosità della vecchia politica che alla vuota magniloquenza degli pseudo rivoluzionari.
Finora all’orizzonte c’è un’autocandidatura palese e qualche intenzione dissimulata di esponenti partitici di lungo corso che hanno l’handicap di rappresentare il vecchio che più vecchio non si può. Come pure vecchi, anzi stravecchi, sono certi candidati in pectore che imperversano in circoli ristretti ed anche on-line e che fidano sulla smemoratezza dei cittadini. Taluni per le loro posizioni all’attivazione di Castellino o talaltri per varianti urbanistiche “pro domo loro”.
A margine della riunione, quasi l’unica, svoltasi qualche giorno addietro, del polo civico altro passo di minuetto, illazioni giornalistiche hanno colto voci di candidature alla massima carica cittadina della consigliera comunale Paola Mita e della dottoressa Antonella Vergari. Sulla prima ipotesi però pesa la quasi quadriennale adesione acritica alle azioni di Mellone con il sospetto, non peregrino, che il suo abbandono della maggioranza sia motivato più da motivi di mancate compensazioni che da dissensi concreti sulla linea amministrativa.
La dottoressa Vergari, reduce da un buon successo in termini di preferenze alle recenti regionali, gode di grande stima e fiducia da parte dei suoi pazienti che vedono in lei l’accuratezza dell’assistenza propria di figure di medici dei decenni passati. Ma al tempo stesso questo è un handicap dato che mal concilia una campagna elettorale tambureggiante con la sua totale dedizione alla professione. E le malevole manovre dei melloniani sarebbero capaci di rinfacciare anche le sue origini non neritine.
Quindi situazione in alto mare per scegliere il contraltare a Mellone che si avvantaggia di questi ritardi ormai quasi incolmabili. Ascrivibili esclusivamente all’egoismo dei vecchi capobastone dei vecchi partiti disposti piuttosto a privarsi degli attributi virili che a favorire l’ascesa di giovani preparati e motivati che pure non sono mancati e non mancano.
WERTHER MESSAPO