Il 25 Aprile afferma “candidamente”, il sindaco di Nardò in una intervista pubblicata su Quotidiano, pare Alice nel Paese delle meraviglie, è festa di parte. Faccio davvero fatica a comprendere a quale parte alluda.
La Festa della Liberazione, vorrei rammentare al tronfio ma distratto e, soprattutto superficiale, primo cittadino, rammenta la Liberazione d'Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del nostro Paese. La Festa del 25 aprile è conosciuta anche come anniversario della Resistenza, giornata nella quale si rende omaggio ai partigiani di ogni fronte che a partire dal 1943 contribuirono alla liberazione dell'Italia.
I partigiani diedero vita alla resistenza armata contro l’occupazione nazista e contro il collaborazionismo fascista ed è per questo che fu nel contempo una guerra di liberazione contro lo straniero ed una guerra civile, non per altro. Vorrei rammentare inoltre che in comune con certi personaggi del passato, il nostro, conserva una evidente e rozza violenza verbale, ed un eccessivo quanto incomprensibile culto della sua persona.
Ogni giorno ama immortalarsi con selfie o foto, condivise sui social, in posa da orgoglioso apprendista statista. Ora travestito da “camallo” ora da addetto alla ruspa. Con una untuosa e disgustosa propaganda che ha il fine di presentarlo alla venerazione popolare nelle vesti di quello che non è: un padre benevolo e onnipotente. Cerca di reprimere ogni forma di dissenso limitando l’azione dell’opposizione e rifiutandosi di rispondere anche alle interrogazioni. Che è esercizio di democrazia e atto dovuto. E’ il sindaco e deve dar conto. Vorrei inoltre ricordargli che la Legge è superiore alla prepotenza.
La macchinetta della propaganda cerca di sopprimere o condizionare la libertà di stampa, dando istruzioni sul rilievo maggiore o minore da dare alle notizie. Le notizie sgradevoli, naturalmente, vengono taciute o minimizzate. Si enfatizza per gli allocchi ogni realizzazione come nel caso, ad esempio, del muretto sul lungomare, che costa quando una infrastruttura (Ma non lo è, anche perché se fosse stato un porto turistico, per esempio, ce ne saremmo accorti) è stato realizzato con un prestito monstre, circa tre milioni di euro, che obbligherà i neritini a lavorare per generazioni pur di ripagarlo.
Le tasse comunali sono e restano ai massimi storici. L’ex comune nuovo costato un’infinità di risorse pubbliche non era un “ecomostro” da abbattere ma una struttura collaudata che andava “solo” completata. Con lui al potere i servizi sanitari si sono drasticamente impoveriti, l’ambiente ha pagato la cementificazione della sarparea e l’aumento e la crescita del litorale in cui non è consentita la balneazione, come nel tratto a Santa Maria Al Bagno in cui atterreranno gli idrovolanti. Eppure le responsabilità sono sempre degli altri.
Le idee del nostro sindaco sono semplici: offrire ai neritini nemici da incolpare (Tutti i politici del passato che si sono avvicendati prima di LVI) di tutti i mali che li affliggono: disoccupazione, pandemia, insicurezza.
“Con me - confida - a Palazzo Personè è entrato il popolo”. Non so se alluda al populismo più becero e di facciata (Lui che è un ricco privilegiato) o al qualunquismo che lo fa sedere come se nulla fosse allo stesso tavolo con la estrema destra e la sinistra. Pur essendo il rappresentante di un’ideologia che strizza l’occhio a Casapound. Almeno sulla carta. Chi lo conosce giura: è ossessionato “solo” dal potere, costi quel che costi. E’ irrimediabilmente anti democratico.
La nostra Nardò con LVI ha smesso di sognare.
Si cerca di veicolare anche attraverso i simboli un'immagine distorta di un finto orgoglio taurino ritrovato grazie alle sue imprese mirabolanti. Andare Oltre reca nel simbolo i colori della vecchia bandiera imperiale in uso in Giappone tra gli anni ’30 e ’40 del ‘900. Si fomenta la rappresentazione grossolana e volgare di una presunta e irreale neretinità ritrovata, la mucca coi cabasisi giganti ne è sciagurato esempio. Non escludo che chiunque guardi il toro possa sentirsi inaspettatamente più orgoglione delle proprie miserie.
Occorre un immediato cambio di passo ma soprattutto il ripristino immediato delle regole e della democrazia. Non comprendo dunque come mai non si presenta alla Festa della Liberazione. Per molti italiani il fascismo fu considerato un male che era necessario accettare: la mancanza di libertà sembrò un prezzo che era giusto pagare per avere un Paese ordinato, senza scioperi né agitazioni popolari, senza minacce di rivoluzione.
Ci vorrebbe un capitolo a parte solo per rammentare lo squallore delle leggi razziali che misero gli ebrei al bando dalla società, strappando loro anche il lavoro e la nazionalità, costretti a nascondere la loro identità o emigrare. Fu una delle pagine più buie della nostra Storia.
Io personalmente, non so LVI, del Fascismo salvo solo Piazzale Loreto.
L’apologia di Fascismo rammento inoltre a tutti che è, e resta, reato.