A conclusione della prima Conferenza nazionale sui paesaggi costieri, organizzata da Legambiente e Osservatorio dei paesaggi costieri a Lecce, nel chiostro dei Teatini, si trasmette dichiarazione del sindaco di Lecce Carlo Salvemini sulla necessità di una legge nazionale sulle coste italiane.
“Ringrazio ancora Legambiente per aver tenuto nella nostra città la prima Conferenza nazionale dei Paesaggi costieri: per la profondità delle riflessioni, per la qualità degli interventi scientifici, per la pertinenza e l’efficacia degli argomenti. Con soddisfazione ho riscontrato che le politiche di pianificazione costiera costruite in questi anni nella nostra città, ricevono attenzione e considerazione in Italia, tra i più qualificati e attenti interpreti del dibattito. Ma non basta.
Abbiamo bisogno di una legge nazionale sui paesaggi costieri. L’Italia, con i suoi 8mila chilometri di costa, è un paese esposto in prima linea alle conseguenze dei cambiamenti climatici sui litorali. Serve agire per governare un’emergenza della quale si ha poca consapevolezza, che mette a rischio la sopravvivenza dei nostri paesaggi costieri e che già si manifesta con il progressivo arretramento della linea di costa, con l’aumento temperatura del mare, con l’innalzamento delle acque.
Serve una legge nazionale sulle spiagge: per liberare un dibattito schiacciato sul tema – secondario – della durata delle concessioni demaniali e della loro proroga e affrontare questioni che sono a monte e reclamano tutta la loro urgenza; perché ancora oggi – come su tanti altri temi cruciali – le Regioni italiane si muovono in ordine sparso; perché anche dove esistono, come in Puglia, leggi regionali illuminate e lungimiranti e strumenti urbanistici che sono un riferimento per il resto del Paese e oltre, spesso si fatica a dargli piena applicazione.
In questi due giorni sono stati indicati quelli che potrebbero essere i criteri ispiratori di una legge nazionale sulle spiagge: un investimento pubblico adeguato al ripristino della naturalità della costa; stabilire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale il giusto rapporto tra spiaggia pubblica e spiaggia privata, partendo dall’esperienza pugliese; adeguare, differenziandoli, i canoni demaniali (oggi il canone concessorio per un lido vip a Forte dei Marmi è calcolato allo stesso modo di una spiaggia periferica); assegnare ai canoni demaniali una destinazione di scopo legata alla tutela dei litorali da parte dei Comuni; mettere finalmente a gara le concessioni demaniali dopo una proroga tecnica di due o tre anni, assicurando condizioni di premialità a coloro i quali hanno investito sulle concessioni esistenti; includere, tra i doveri condivisi dal concessionario e dai Comuni, il monitoraggio dei cambiamenti della costa in erosione e strumenti dinamici e flessibili di adattamento.
La transizione ecologica non riguarda solo l’energia, le filiere produttive, gli strumenti digitali. Anche la nostra costa chiede politiche, finalmente, sostenibili ed eque”.