Il sindaco Carlo Salvemini ha pubblicato questa mattina sui suoi canali social una lettera ai cittadini per spiegare i motivi per i quali il Parco dell’ex Galateo dovrà restare chiuso al pubblico a seguito della “certificata situazione di precarietà”dei pini d’aleppo presenti nell’area.
La conclusione è emersa da una relazione molto dettagliata, commissionata dall’Amministrazione comunale al dottore forestale Vincenzo Blotta, che ha effettuato una valutazione visiva degli alberi del parco da terra e in quota e ha proposto la realizzazione di una serie di complicati ma indispensabili interventi di consolidamento. Solo dopo questi interventi, sarà possibile rendere nuovamente accessibile il parco.
Il Parco dell’ex Galateo occupa un’area verde di 18.400 mq che, nel Novecento, era annessa all’ex ospedale, deputato alla cura delle malattie tubercolari. Il giardino, con le sue alte alberature, serviva proprio a coadiuvare queste cure. È di proprietà di Puglia Valore Immobiliare, società di cartolarizzazione della Regione Puglia, che, dopo la dismissione da parte della Asl dell'ex ospedale, ha acquisito tutta l’area incluso l’ampio giardino. Nel 2015, la Regione ha stanziato 1 milione e 200 mila euro per la trasformazione dello spazio verde in un parco pubblico e, a luglio dell’anno successivo, è stato firmato il protocollo d’intesa con il Comune, a cui ne veniva demandata la gestione per un periodo di 25 anni, rinnovabili. Conclusi i lavori di riqualificazione dell’area, a cura di Puglia Valore Immobiliare, avviati nel 2019, l’11 giugno scorso è avvenuta la consegna del “Parco Urbano Ex Galateo” al Comune, che l’ha aperto al pubblico il 21 giugno.
Di seguito il testo integrale della lettera del sindaco:
«Care concittadine
Cari concittadini,
ho l’obbligo di porgervi le mie scuse per la chiusura forzata del Parco dell’ex Galateo. Che non potrà accogliervi in questi giorni di festa - e nei successivi - perché la certificata situazione di precarietà di molti dei pini presenti (a rischio caduta) impone di tutelare la sicurezza di tutti.
Questa settimana ci è stata consegnata dall'agronomo incaricato dall’amministrazione una relazione molto dettagliata sullo stato di salute di ciascuno degli alberi presenti. La avevamo disposta a seguito della caduta di rami avvenuta nel tempo, spesso a causa dei forti venti, fortunatamente senza conseguenze.
La relazione ci ha confermato la precarietà di molti esemplari di pini e impone interventi mirati di cura per restituire loro la solidità compromessa. L'attuale stato di salute di alberi secolari - che per decenni hanno vissuto in stato di abbandono - è incompatibile con la presenza di cittadini che vivono il parco per gioco e svago.
Fino a quando non saranno completati gli interventi di messa in sicurezza, il parco non potrà essere accessibile, a tutela dell'incolumità di tutti. Come sindaco ho la responsabilità di evitare che possibili incidenti possano causare danni a ciascuno di voi o ai bambini.
Provo disappunto e amarezza per questa situazione. Tenere chiusi i cancelli del parco è una sofferenza, ancor più dopo la lunga attesa vissuta prima di poterlo restituire alla comunità dopo trent'anni. E dopo la gioia e il piacere della riapertura, durata troppo poco.
Considero questa chiusura, seppur temporanea, una sconfitta. Ho fatto di tutto per impedirla ma di fronte ad una accertata situazione di rischio ho il dovere di assumere la responsabilità di un provvedimento inevitabile.
Ogni mio impegno è adesso rivolto a limitare al massimo questo disagio. La prossima settimana ho convocato una riunione tecnica per individuare tempi e percorso del piano di consolidamento degli alberi a rischio.
Il mio ruolo mi impone sempre ogni giorno l’assunzione di responsabilità. Anche quelle più impopolari. E, spesso, anche quelle altrui. Per questa ragione avverto il dovere di porgervi le scuse per il disagio creato. E per un “incidente” tecnico e amministrativo che a pochi mesi dall’inaugurazione non sarebbe dovuto accadere.
Mi impegno a darvi presto buone notizie».