In un'intervista al vetriolo l'ex sindaco di Nardò Marcello Risi interviene a tutto campo crocifiggendo il Pd. Il Partito Democratico è finito, ucciso da un gruppo dirigente inadeguato. Rispetto al gerontocomio l'avvocato Risi ritiene che sia urgente una commissione d'inchiesta.
D.: Avvocato Risi, il polverone che ha sollevato nella maggioranza a guida Mellone il suo esposto è lungi dal diradarsi. I malumori sarebbero diversi. Alla luce di quanto evidenziato ritiene a questo punto la posizione del presidente del collegio dei revisori (Che comunque non è assolutamente indagato ndr) compatibile rispetto alle regole e al ben operare di una Pubblica Amministrazione?
R.: Mellone e i consiglieri comunali che stanno con lui hanno eletto alla Presidenza del Collegio dei Revisori del Comune un professionista che non poteva essere votato, poiché era stato candidato alle ultime elezioni amministrative. La sua elezione era vietata da una precisa norma dello Statuto Comunale che il sindaco Mellone e i suoi consiglieri comunali conoscevano molto bene. Nonostante ciò, con incredibile arroganza e con disprezzo delle norme dello statuto, hanno votato compatti per il professionista ineleggibile. Ho segnalato quanto accaduto alla Procura della Repubblica e da qui è partita l’inchiesta con ventidue avvisi di garanzia. I revisori dei conti hanno la funzione di controllare le scelte finanziarie del comune. Devono essere professionisti imparziali.
D.: Il rischio che controllore e controllato coincidano investe, a suo avviso, anche altri organismi dell’amministrazione Mellone? Se si, quali?
R.: Non mi risultano contraddizioni forti quanto quella del presidente dei revisori. Il problema dell’assenza dei controlli va, purtroppo, anche al di là delle scelte di Mellone. Sono molto deluso, ad esempio, dal ruolo svolto dalla Prefettura. Decisamente poco incisivo.
D.: Senta, al netto delle rotatorie, degli idrovolanti mai atterrati,del lungomare più bello del mondo, (realizzato con un mega prestito da restituire fino all’ultimo centesimo), del gerontocomio che non si sa che fine farà, (“I bambini” aveva promesso Mellone – “sarebbero di nuovo nati a Nardò”, poi lo scambio con un’impresa per realizzare in cambio un palasport, poi ha cambiato ancora idea e adesso, forse, l’ex gerontocomio verrà demolito ndr)”, dell’ex Antoniano che verrà rimesso a nuovo (ma resta di proprietà della diocesi ndr) e di qualche area verde, senza ombra di vegetazione, che voto darebbe al sindaco e all’attività di questa amministrazione?
R.: Dovremmo giudicare Mellone dalle sue promesse elettorali: la riduzione del 30% della tassa rifiuti, la rete fognaria alle marine, il nuovo Pug, il palazzetto dello Sport, la riduzione dell’Imu, la definitiva messa in sicurezza della discarica di Castellino, lo stop ai liquami fognari a Torre Inserraglio. Mi sembra, oggettivamente, che il risultato sia pari a zero. Quanto all’ex gerontocomio, ho letto alcuni atti recenti che fanno rabbrividire. Mentre la squadra di basket è costretta per il secondo anno consecutivo a disputare fuori Nardò anche le gare “interne” del campionato di serie A/2, il comune di Nardò ha rinunciato “incredibilmente” alla già appaltata realizzazione del palazzetto. Ma non finisce qui. Il comune ha deciso di demolire l’ex gerontocomio già ceduto alla società privata per l’importo di 1.600.000 euro, quale corrispettivo della realizzazione del palazzetto dello sport. Sono moltissime le ombre nel procedimento. Credo sia urgente una commissione d’inchiesta. La squadra di basket è in serie A, ma il sindaco Mellone retrocede sempre più in basso.
D.: I nodi al pettine sarebbero tanti: la madre di tutte le emergenze resta la discarica di Castellino, le tasse ai massimi consentiti e probabilmente la questione sanitaria: non ritiene che declassando l’ospedale a poliambulatorio si sia drasticamente impoverita di servizi essenziali la città più popolosa del territorio subito dopo il capoluogo?
R.: Mellone e Michele Emiliano hanno scelto deliberatamente di non investire sulle strutture sanitarie del Sambiasi affossando il protocollo che da sindaco io avevo sottoscritto con l’allora presidente della regione Nichi Vendola per dotare l’ex Sambiasi di nuovi servizi e di nuovo personale. Mellone e Emiliano hanno agito contro gli interessi della comunità di Nardò. E’ evidente.
D.: Il comportamento ondivago e trasformista del sindaco, l’altro ieri con Casapound, ieri con il PD ed Emiliano, oggi con la Lega di Salvini ed il partito della Meloni, non crede che alla lunga possa trasformarsi in un boomerang rispetto alle attese della comunità ed ai traguardi sul piano dei risultati di sviluppo della nostra comunità e del nostro territorio?
R.: Mellone è un disastro a prescindere dai politici ai quali si lega. In tanti, ormai, diffidano di lui. Sta rotolando verso la sua discesa. Nel 2024 finirà di fare il sindaco e il bilancio della sua amministrazione, al netto di qualche opera pubblica “spot”, sarà fallimentare. A Michele Emiliano è servito solo per distruggere il Pd neretino e lasciare campo libero al suo fido Claudio Stefanazzi alla Camera dei deputati. Perché Stefanazzi venisse candidato alla Camera come capolista del Pd, in un posto sicuro, era necessario fare fuori tutti i pretendenti. Mellone è stato utilizzato per questo.
D.: Amministrare la cosa pubblica è impegno complesso, un impegno per gli altri in modo disinteressato, onesto e trasparente. Quanto ritiene deleteria la logica dell’uomo solo al comando?
R.: E’ giusto che il sindaco abbia il potere di determinare le linee del governo della città, perché la sua investitura discende direttamente dai cittadini. Ma una buona amministrazione non mortifica mai il contributo degli assessori e dei consiglieri comunali, come purtroppo Mellone fa sistematicamente.
R.: Senza nascondersi dietro ad un dito la sinistra pare aver abdicato alla difesa di quei valori che rappresentano l’ossatura della tenuta sociale del nostro Paese. Pare di rivedere il Moretti arrabbiato che sollecita inutilmente D’Alema e gli chiede di dire qualcosa di sinistra. Il PD pare incapace di poter ricostruire un centro-sinistra credibile…
R.: Il Partito Democratico è finito, ucciso da un gruppo dirigente inadeguato, protetto al caldo di una legge elettorale pessima che consente di eleggere solo i nominati. In Puglia poi, comanda Michele Emiliano. Un uomo molto spregiudicato. E’ il migliore alleato della destra, come dimostra la vicenda di Nardò. Con questo Partito Democratico sarà difficile costruire coalizioni credibili.
D.: A Nardò il PD, dopo le polemiche e le fusioni o effusioni a freddo tra il governatore di Puglia ed il sindaco, è ancora commissariato. Non crede che il commissariamento sia di nocumento per lo stesso Partito Democratico?
R.: Non sono interessato alle vicende del Partito Democratico. Nella nostra provincia sono rappresentati alla Camera dei Deputati da un uomo che da dieci anni sostiene ventre a terra Pippi Mellone contro il centrosinistra locale. Il Partito Democratico neretino è affetto da un pericoloso masochismo.
D.: I problemi sul tappeto a livello nazionale sono tanti: vecchie e nuove povertà, lavoro precario, perdita di valore dei salari e pensioni da fame. Il nuovo governo Meloni nasce già vecchio, diversi i ministri che hanno ricoperto l’incarico in passato. C’è da temere il peggio, a suo avviso, o si può coltivare la speranza di una ripresa non più rinviabile?
R.: La composizione del governo non stimola particolari entusiasmi, anche se alcuni ministri, per esempio Nordio, hanno grandi qualità. La ripresa economica è una delle più urgenti emergenze del paese. E spero con tutto il cuore che l’Italia esca presto dalle difficoltà di questi anni. Il mio partito, il Terzo polo, è com’è noto all’opposizione del governo. Ma essere all’opposizione del governo, non vuol dire essere all’opposizione del paese. La Meloni opererà fra grandi difficoltà e fra mille trappole che le saranno tese dai suoi stessi alleati. Però ha vinto. E’ giusto che governi. E, almeno in questa fase, non possiamo giocare allo sfascio scommettendo su instabilità e inediti governi tecnici.Il paese avrà davanti mesi molto difficili. Io penso che possiamo uscirne bene, anche se l’attuale governo ha moltissimi limiti, politici e di competenze. Il Terzo Polo farà un’opposizione senza sconti. Tuttavia, Calenda e Renzi hanno dichiarato che le posizioni del Terzo Polo non saranno mai di contrasto pregiudiziale, ma sempre attente agli interessi del paese. Condivido questa impostazione di grande equilibrio e di grande responsabilità.
Marco Marinaci
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