Perde ben 24 posizioni rispetto alla variabile “Giustizia e sicurezza” e guadagna una misera posizione in più nella graduatoria complessiva. Lecce è al 78esimo posto nella classifica redatta dal Sole 24 ore sulla qualità della vita. Un risultato evidentemente deludente.
Sono 90 gli indicatori presi in esame dal “Sole 24H”. Lecce è la seconda Provincia dietro a Bari. Ma il piatto piange e i dati sono da scornarsi. Cresce di 21 posizioni rispetto gli indicatori di “Ambiente e Servizi” (+21), cresce lievemente anche rispetto ad Affari e Lavoro (+12): Bari è 66esima, Brindisi è 92esima, Foggia è 104esima, Taranto al 101esimo posto, e BAT si attesta al numero 83.
“Dalla classifica 2022 risulta Bologna la provincia dove si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno dal popolare quotidiano economico. Si tratta del quinto riconoscimento dopo il primato conquistato nel 2000, 2004, 2011, e 2020. Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top 10 che anche quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo la scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020”.
Il Mezzogiorno piange e dai numeri “Emerge l’urgenza per alcuni territori di investire nel digitale, nelle rinnovabili, nella sanità e nell’istruzione”. La realtà è ben diversa da quella entusiasticamente dipinta dalla classe politica nostrana. Ci si chiede quali siano i portentosi contenuti di innovazione approntati dalla Regione Puglia. Sui trasporti resta la vergogna di una Alta Velocità assente, dei voli cancellati, di una metropolitana di superficie che migliorerebbe moltissimo la comunicazione in seno al grande Salento ma che resta solo evocata. Pensate alla statale 275 e alla sua Odissea. E avrete un quadro realistico e sconcertante di quello che ancora oggi pare un residuato del Regno delle due Sicilie.
La corruzione resta a livelli di cui vergognarsi, basterebbe fare la conta degli scandali. La sanità assorbe risorse preziose, ma crescono le liste di attesa e non i servizi. Una mano chiude gli ospedali e l’altra ne costruisce uno nuovo nel sud Salento che costerà uno sproposito e che non inciderà affatto rispetto al miglioramento complessivo dell’offerta sanitaria. Anche per ricchezza e consumi il Sud è da area depressa. Nel valutare l’ISU i geografi tengono in conto livelli di istruzione, speranza di vita alla nascita e PIL.
La classe politica impreparata e borbonica è il risultato di un elettorato che spesso non è in grado di comprendere il significato un semplice testo. In Puglia oltre sette persone su dieci non hanno letto neppure un libro nell’ultimo anno. Nel Mezzogiorno si legge meno che altrove. Lo rivela l’Istat. A qualcuno fa comodo. Andiamo avanti con i venditori di fumo o apriamo una riflessione seria sui problemi ed i legacci che impediscono al Sud di dotarsi di una classe politica seria e capace?
Marco Marinaci