"Registriamo da tempo- scrive Marcello Risi - un fastidioso viziaccio del sindaco Mellone: quello di offrire ai cittadini narrazioni completamente falsate della realtà". Si verifica, in particolare, quando il comune soccombe nei tribunali in cause che mai dovevano iniziare e che sono l’effetto dei capricci e delle bizzarrie di Mellone, il quale, com’è noto, usa spesso agire più da padrone, che da amministratore. E accade sovente con l’affissione di manifesti mistificanti, dove si mescolano opere pubbliche (le rotonde) e opere private (la piscina), facendo passare l’ingannevole messaggio, assolutamente falso, che si tratti di interventi pubblici che ai cittadini non sono costati nulla.
Molto spesso si tratta, invece, di opere pubbliche quasi inutili, realizzate contraendo prestiti milionari che hanno fatto crescere di milioni di euro la montagna di debiti del comune. E’ in questi giorni sui muri della città un tipico manifesto “melloniano” che accompagna la consueta valanga di falsità con una simpatica variante iconografica: la carezza di una sorridente amministratrice sulla testa del sindaco. Ci siamo commossi.
Fa discutere sempre più, intanto, la vicenda del risarcimento a tre ex dirigenti demansionati da Mellone. Il Consiglio di Stato, l’ultimo grado dei giudizi amministrativi, ha pesantemente condannato il comune di Nardò ad un cospicuo risarcimento, ma dall’amministrazione comunale fingono di non aver compreso il contenuto della sentenza.
L'ex sindaco ritiene inoltre che non sia giusto trattare così i cittadini che vorrebbero che i soldi delle loro tasse prendessero altra destinazione. "Credo - conclude - sia opportuno un confronto pubblico, moderato da un esperto imparziale, per discutere senza filtri davanti ai cittadini di questa e di altre vicende. Il sindaco Mellone può scegliere la data e il luogo".
