Un'interrogazione rivolta al sindaco che finirà sul tavolo del Prefetto. A presentarla il vicepresidente del consiglio comunale di Nardò, Giancarlo Marinaci. "Il TUEL, come evidenziato nell'interrogazione consiliare, prescrive l’obbligo per tutti gli Enti Locali di presentare in Consiglio comunale i contenuti della programmazione di mandato entro il termine previsto dallo Statuto".
Marinaci evidenzia che "L’articolo 33 dello Statuto di Nardò ne prescrive la presentazione, sentita la giunta, entro 120 giorni dall’insediamento del primo cittadino". Detti adempimenti non sono cosa di poco conto, in quanto rappresentano “le azioni ed i progetti da realizzare durante il mandato politico amministrativo”.
Dalla data del suo insediamento sono trascorsi quasi due anni e delle Linee programmatiche di mandato e quindi delle azioni e dei progetti sicuramente mirabolanti, che il sindaco e il suo governo solerte e ultrarapido intendono attuare, non c'è, a tutt'oggi, alcuna traccia.
La questione non è soltanto di natura politica, quanto soprattutto di carattere giuridico-amministrativo e, pertanto, di rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari, poichè interessa sia il ruolo del capo dell’amministrazione, sia i rapporti del primo cittadino sia con i consiglieri comunali e gli elettori.
Com'è noto, la predisposizione delle Linee programmatiche in forma di "programma di mandato" deve consentire "lo sviluppo dell’attività amministrativa secondo termini di riferimento programmatori dettagliati" e, contestualmente, "dare piena trasparenza al complesso degli obiettivi enucleati dal quadro generale degli indirizzi del Governo Locale”.
Detto documento programmatorio, infine, “si prefigura come lo strumento ideale per garantire all’Assemblea rappresentativa Comunale il corretto svolgimento della funzione di indirizzo e controllo, in quanto con lo stesso si definiscono per ciascuna area d’intervento del Comune (...) le linee-guida, nonché i risultati attesi, in termini quantitativi e qualitativi, discendenti dalla realizzazione degli obiettivi”.
Un’Amministrazione non dice quali sono i suoi progetti molto probabilmente, perché non ne ha, perché vuole tirare a campare, vivere alla giornata, imbarcando tutto e tutti.
A Nardò, purtroppo, da quasi due anni, si è abituati alla superficialità, all’improvvisazione, alla spocchiosità e, soprattutto, alla supponenza, all'autocelebrazione e alla propaganda di regime.
Il fallimento della conclamata rivoluzione è evidente e incontrovertibile: solo velleitarismo e propaganda che lasciano sul campo parole sterili, vuote, infarcite di mera esaltazione personale..
Il ruolo di primo cittadino richiede studio, applicazione, impegno e, in particolare, cultura politica, motivazioni ideali, competenza, moderazione e coerenza, qualità che per molti amministratori neritini e presunti politici di alto lignaggio sembrano soltanto un inutile e dannoso orpello.