Il 25 aprile è la festa con cui l’Italia ricorda la liberazione dal nazifascismo. Quel che era rimasto del regime fascista in Italia, ormai allo sbando, crollò rapidamente, e le truppe angloamericane entrarono senza problemi nelle grandi città dell’Italia settentrionale. Fu l'inizio della speranza ed il ritorno alla vita.
Il 28 aprile 1945 Benito Mussolini, il dittatore italiano, tentò di fuggire verso la Svizzera, ma fu intercettato da alcuni partigiani che lo fucilarono insieme all’amante Claretta Petacci.
Il giorno seguente, in una Milano appena liberata, il cadavere dell’ex dittatore venne esposto, appeso per i piedi, a piazzale Loreto, la stessa piazza dove il 10 agosto 1944 i legionari fascisti della legione Ettore Muti avevano lasciato esposti alla folla 15 partigiani uccisi.
Nazismo e Fascismo erano entrambe facce sporche della stessa medaglia. Totalitarismi che negavano ogni anelito di Libertà. Che attuavano la sistematica eliminazione fisica dell’avversario ma anche altro. Aver nostalgia di un totalitarismo è l’espressione più idiota che un essere umano possa concepire.
Si può desiderare il ritorno ad un a dittatura? In Italia Mussolini va al potere e fonda un regime basato sulla violenza e sulla gerarchia. Il sistema delle squadre speciali del partito (camicie nere) piace molto a Hitler che ne prenderà spunto. Adolf che faceva l’imbianchino, e che forse avrebbe dovuto continuare ad esercitare quel mestiere, (sarebbe stato meglio per tutti) ex combattente della I guerra mondiale, tenta un colpo di stato e viene arrestato, siamo nel ‘23. In prigione scrive una specie di programma politico. In Mein Kampf, descrive abbastanza bene cosa vuol fare della Germania e dell'Europa. Da lì alla Shoah, allo sterminio di oltre 6 milioni di ebrei, fu un attimo.
LA SPERANZA DI ZIVI MILLER - Tra le tante follie, i campi di lavoro per gestire gli schiavi slavi e gli ebrei abili al lavoro. Gli altri venivano smistati verso campi di sterminio, costruiti appositamente per l'eliminazione di massa (Auschiwtz era un campo misto di lavoro e di sterminio, dotato di quattro camere a gas, nelle quali, durante il periodo in cui le deportazioni raggiunsero la maggiore intensità, furono uccisi fino a 6.000 Ebrei al giorno. Gli altri campi erano Majadnaek, Chelmno, Belzec, Treblinka e Sobibor, tutti in territorio polacco). Solo un piccolo numero di coloro che furono imprigionati in quei campi riuscì a sopravvivere. Uno di questi Zivi Miller raccontò in un murales la realtà del filo spinato, e di tante persone che camminano con il cuore colmo di speranza verso il centro di Santa Maria, la terra promessa simboleggiata sempre da una stella di David inscritta in un sole, una porta d’accesso verso una nuova vita. Il Murales è custodito nel Museo della Memoria. A Santa Maria Al Bagno.
UNA LEGISLAZIONE ANTISEMITA - In Italia si introducono le leggi razziali. Una legislazione antisemita che proibiva agli ebrei, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali. Si disponeva la creazione di scuole – a cura delle comunità ebraiche – specifiche per ragazzi ebrei. Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole. Fu una tragedia che colpì migliaia di persone.
LA LIBERTA’ MESSA A REPENTAGLIO DALL’INDULGENZA - Nonostante qualche legge che vieta l’apologia del Fascismo, “La fiamma della nostalgia continua a bruciare. Come mai questa iattura? Le responsabilità investono non solo la politica bensì, anche e soprattutto, una società civile indifferente, ripiegata a fare i propri interessi, e priva di senso dello Stato, e infastidita dai richiami ai valori fondanti della Repubblica”. Ma l’indulgenza e la retorica verso manifestazioni che inneggiano al peggio poi finiscono per mettere a repentaglio la Libertà, e lasciano il campo a rozzi cultori dei regimi totalitari.
DI TUTTO UN PO’ - A proposto di regimi. E’ singolare che a Nardò venga organizzata dal comune una celebrazione antifascista e nel contempo si celebri anche il camerata Ramelli. Con un evento che va in scena il 29 Aprile. Sul web, per altro, circola un bel filmino dove i convenuti, ad eccezione di qualcuno che evidentemente se ne vergogna, si esibiscono in un nostalgico saluto romano. Come si fa a celebrare l’antifascismo da una parte e le nostalgie per il ventennio dall’altra e simultaneamente ci pare davvero un bel mistero. Di tutto un po'. Ma sempre senza vergogna.
"Resistenza, oggi e sempre! Contro ogni oppressione e ogni tentativo subdolo, da parte di alcuni, di indossare gli abiti di una democrazia svuotata dei valori fondanti la Repubblica Italiana".
LA RESISTENZA IN PIAZZA SALANDRA - Questa è invece l'iniziativa che vede insieme il Pd, Liberi e Uguali, Nardò Bene Comune, Nardò Liberal, iI Centro Studi "Salento Nuovo" e l'Unione Democratici e Popolari per Nardò. Che oggi, insieme, saranno in Piazza Salandra perché "Il 25 Aprile è giornata indelebile che vive e vivrà sempre contro ogni populismo e contro ogni forma di mistificazione delle grandi tradizioni di una comunità che, in un altro aprile di quasi un secolo fa, da plebe si fece popolo, nel nome della dignità e dell'orgoglio di liberarsi dal giogo del bisogno e dell'oppressione. Non possiamo condividere – si legge - celebrazioni retoriche, prive di convinzione e passione civile". Condivisibile no? L’appuntamento è per le 18.30. Buon 25 Aprile a tutti!