Venerdì 17 agosto (ore 19 - posti esauriti) nel Parco Archeologico di Rudiae la compagnia Astràgali Teatro proporrà una versione itinerante di "Metamorfosi - Donne che resistono alla violenza degli dei".
Prosegue "Taotor - Teatro Mito Archeologia", promosso da Astragali Teatro in collaborazione con Ar.Va, Theutra e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e con i comuni di Lecce, San Cesario, Castro e Vernole. Nelle iniziative dell'Anno europeo del patrimonio culturale 2018. Lo spettacolo, scritto e diretto da Fabio Tolledi, che parte dal testo di Ovidio per interrogarsi su un presente segnato da tensioni e conflitti,sarà in scena anche lunedì 27 agosto nella Grotta della Zinzulusa di Castro con tre repliche (alle 18, 19 e 20 - Posti limitati, prenotazione obbligatoria 0832306194 - 3892105991). Prosegue, dunque, l'importante esperienza di Astràgali nella realizzazione di spettacoli site-specific. Lo spettacolo rientra in un progetto triennale finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’Avviso pubblico per lo Spettacolo e le Attività culturali FSC 2014-2020 – Patto per la Puglia. Nel corso di questi anni numerosi lavori hanno trovato casa in molti siti in Italia e all'estero anche patrimonio dell'umanità dell'Unesco come Palazzo Topkapi, uno dei monumenti più importanti di Istanbul che fa parte delle "Aree storiche d'Istanbul", nella Cittadella di Erbil, simbolo del Kurdistan iracheno.
Nello spettacolo, attraverso alcuni miti descritti nelle 'Metamorfosi' si raccontano storie di donne e uomini che attraversando il Mediterraneo, al confine tra la vita e la morte, sono chiamati a cambiare pelle, forma, a mutare. Storie che vengono ri-adattate nel loro contesto attuale per affrontare alcune tra le questioni più impegnative della società contemporanea come il multiculturalismo, le migrazioni, la parità di genere, "Il Mediterraneo è composto da molte culture e intorno a noi cresce la necessità di tornare a raccontare le storie che per secoli ci hanno dato il senso della vita, nonostante il mondo sembra essere bloccato in un orizzonte di guerra", sottolinea Fabio Tolledi. "Si alzano muri. Per separare, per dividere, per bloccare, per generare un dentro e un fuori. Muri visibili, che rifiutano lo straniero, l'altro, i molti migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria. Il Mediterraneo ci unisce e ci divide. La presenza femminile è una forte resistenza, in opposizione alle dinamiche del conflitto, della guerra, della discriminazione. Voci di donne che cantano la vita e la sua metamorfosi, esprimendo la necessità di solidarietà e di vicinanza, le voci in contrappunto, per il rifiuto del conflitto, con i suoni delle loro lingue, delle loro storie che si intrecciano".