Ai Cantieri, Kater i Rades, il teatro che vuole cambiare il mondo

Ricordate la Kater i Rades? Una motovedetta carica di profughi (120 esseri umani) in fuga dall’Albania, che affondò nel canale d'Otranto in seguito allo speronamento da parte della corvetta Sibilla che ne contrasta va il tentativo di approdo sulla costa italiana. 

In quel Venerdì Santo del 1997 morirono oltre 80 persone (31 avevano meno di 16 anni).

La vicenda è diventata tragico simbolo dei “boat people” alla ricerca di un paese che restituisse loro la libertà e la dignità di esseri umani. Venerdì 22 dicembre alle ore 20.45 torna ai Cantieri Teatrali Koreja  KATËR I RADËS. IL NAUFRAGIO per una serata speciale. […] Katër i Radës. è un’opera figlia del genio e della grande dedizione professionale e umana di Alessandro Leogrande, che ne ha scritto il libretto. Kater i Rades – ha scritto Alessandro Leogrande - non vuole essere semplicemente un'opera della memoria. È piuttosto il tentativo, attraverso la musica, di liberare l'universo umano di chi è andato incontro a una delle tante tragedie del Mediterraneo: quella di una piccola motovedetta albanese, stracarica di uomini, donne e bambini, affondata nel marzo del 1997 davanti alle coste italiane.

I sommersi e i salvati. Nell'atto unico si affollano i sommersi e i salvati, chi è sopravvissuto e chi è scomparso, le loro voci, i loro pensieri, e soprattutto il loro viaggio verso il buio, pieno di grandi ansie e piccoli desideri, sogni e paure, digressioni, apparizioni, improvvise rammemorazioni. [...]  Il suo lavoro era una missione di pace, il suo lavoro voleva cambiare il mondo. Quello di Koreja lo ha cambiato con le sue parole, lavorando con noi al testo di quest’opera, che è stata, com’era nello stile di Alessandro, un’impresa coraggiosa e riuscita […]

L’opera. Commissionata dal Festival Internazionale di Musica Contemporanea de la Biennale di Venezia 2014 diretta da Ivan Fedele, è un adattamento letterario di Alessandro Leogrande tratto dal suo precedente romanzo-reportage Il naufragio (Feltrinelli 2011, Premio Ryszard Kapuściński e Premio Paolo Volponi), su musiche originali del compositore albanese Admir Shkurtaj per la regia teatrale di Salvatore Tramacere.

La forza della musica. Memoria di quegli eventi ma soprattutto un importante lavoro di Koreja per raccontare a suo modo quella silente umanità che ogni giorno cerca di ricominciare la propria storia in un altrove migliore. Uno spettacolo che coinvolge per la sua immediatezza evocativa, senza giudizi e senza retorica, in cui Shkurtaj rivive la tragedia in prima persona esprimendosi ben oltre l’estetica del suono. Una forza di partecipazione che diventa invenzione sonora, musica dai suoni graffianti.

In scena sotto la direzione di direzione Admir Shkurtaj, i soprano Simona Gubello ed Hersjana Matmuja la voce sperimentale di Stefano Luigi Mangia; la voce popolare diAlessia Tondo; gli attori di Koreja Emanuela Pisicchio, Anna Chiara Ingrosso e Fabio ZullinoMariasole De Pascali al flauto; Marco Ignoti al clarinetto basso e clarinetto in sib;Giorgio Distante tromba in sib e live electronics; Jacopo Conoci al violoncello, Vanessa Sotgiu al pianoforte; Pino Basile cupa cupe e percussioni. Accompagnati dal coro polifonico Violinat e Lapardhase: Nazo Çelaj, Nikolin Likaj, Meleq Çela, Sali Brahimaj e Valter Hodaj.

 

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