Lecce, presentata la nuova stagione teatrale, da Michele Riondino a Pippo Delbono. Salvemini:"C'è da essere orgogliosi"

Le barriere e il loro superamento. Un tema forte che caratterizzerà la Stagione teatrale del Comune di Lecce col Teatro Pubblico Pugliese nel 30esimo anniversario, 1989-2019, del crollo del Muro di Berlino. Abbattimento di muri che dividono un paese dall’altro e impediscono il libero fluire di genti, costumi e culture.

Cultura della tolleranza, libertà di circolazione, tematiche e spunti di riflessione che sono diventate urgenze in un momento storico come questo. Dallo slogan del Salone del libro sociale di Roma, alle parole di Leogrande, permane un pensiero: paura e rabbia che si affermano ogni giorni e che si accompagnano da nazionalismo generando una spinta dal collettivo all’individualismo. Il teatro può contribuire ad una nuova riflessione storica e da Lecce si alza un monito con la proposta di produzioni drammaturgiche capaci di stimolare il pensiero in queste direzione.

I quartieri periferici, ad esempio, sui quali si lavora affinché possano rientrare sempre più nelle dinamiche di vita sociale e culturale, lì dove i muri non sono muri, ma possibilità di espressione, richieste ed urgenze nella vita di tutti i giorni. Sarà allora un affresco di giovani writer il cuore dei manifesti della stagione teatrale in uno scatto corale nella prima settimana di dicembre alla quale parteciperanno i cittadini della 167, pubblico e stampa. Tanti e scelti i temi che attraversano i 19 spettacoli che metteremo in scena al Teatro Apollo e al Teatro Paisiello, ognuno con la propria proposta di scardinamento di luoghi comuni, gessi mentali, dogmi, tabù. Un’analisi attraverso spettacoli, testi, regie che va dalla storia dei popoli, allo studio delle lingue (siciliano, sardo, napoletano), alle terre di confini e frontiere. Analisi che verrà affrontata anche in incontri col pubblico nelle scuole, librerie, all’Università.

Da Il Maestro e margherita, uno dei più famosi romanzi russi del Novecento, dove magia e diavolerie vengono sulla Terra a mettere in crisi gli assetti psicologici (9 gennaio, Teatro Apollo-apertura stagione, con Michele Riondino), a Macbettu, dalla penna del talentuoso Alessandro Serra (Teatrp Apollo-19 gennaio), spettacolo tutto in lingua sarda premio Ubu 2017, ai sogni di Icaro caduto, con il nostro Gaetano Colella e la regia di Enrico Messina (Teatro Paisiello-23 gennaio), testo sul rapporto padre-figlio; La bisbetica domata, di Factory (31 gennaio-Teatro Paisiello, regia Tonio De Nitto e Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Antonio Guadalupi, Filippo Paolasini, Luca Pastore, Fabio Tinella), sui temi del potere dei padri sulle figlie, della misoginia, della violenza di coppia, dell’illusione, amore e soldi. Invisibili, di e con Mohamed Baè (Teatro Paisiello il 3 febbraio al Paisiello) è invece un viaggio nelle memorie, dalla schiavitù alla shoah per arrivare ai migranti di oggi ; Come sono diventato stupido, il 12 febbraio al Paisello (Compagnia Teatro Binario 7), dal romanzo di Martin Page, una satira sociale profonda, dove l’intelligenza diventa un handicap, una malattia, spettacolo sold out a Milano. 

Il 19 e poi il 25 febbraio, sempre al Paisiello, saltimbanchi sul palco e il tema della follia, il dissolvimento dell'antico mondo cavalleresco (Stivalaccio con Teatro con Don Chisciotte, tragicommedia dell’arte) e Libero è il mio canto, al pianoforte Francesco Lotoro, il progetto Presidenza del Consiglio dei Ministri - Giorno della Memoria 2019, promosso da UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con solista Cristina Zavalloni, voce narrante Paola Pitagora, vi, il olino Fabrizio Signorile, clarinetto Andrea Campanella, fisarmonica Vince Abbracciante, chitarra Leo Gallucci, violoncello Wu Hsueh-Ju, un coro delle voci bianche

e un coro femminile; musiche tornate alla luce grazie al lavoro di Lotoro da trent’anni si dedica alla raccolta e trascrizione delle musiche composte dagli internati durante la seconda guerra mondiale. Il ritorno di Pippo Del Bono, La gioia, il 2 marzo al Teatro Apollo, riflessione interiore sui sentimenti più estremi, angoscia, felicità, dolore, entusiasmo fino alla gioia. Franco Ungaro, Humana vergogna, al Paisiello l’11 marzo, dal 12 al 16 marzo al Convento degli agostiniani, Sicilia, della drammaturga, attrice e regista francese Clyde Chabot, che riflette quella dell'immigrazione italiana e tutte le domande insite in essa.

Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, Accabadora, dal suo libro Einaudi, 16 marzo al Teatro Paisiello con Anna della Rosa in scena, poi lo spettacolo tratto da Appunti per un naufragio (Sellerio editore) di e con Davide Eniza, L’abisso, 27 marzo al Paisiello. Aprile vedrà cinque spettacoli: sedici danzatori con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto ne La tempesta (3 aprile Teatro Apollo), il 9, sempre all’Apollo, Familie Floz, il teatro a gesti, senza parole ne espressioni, col nuovo lavoro incentrato sulle fragilità del destino umano, Dr Nest.

11, 17 e 24 aprile al Teatro Paisiello, dal Miles gloriosus, le evanescenze intellettuali, gli edonismi di un soldato fanfarone, ritratto attuale dell'oggi mediatico (Compagnia del sole), all’uomo radio Ippolito chiarello nella regia di Michelangelo Campanale (Club 27) racconti di e sulle star scomparse nel loro ventisettesimo anno di età: Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Robert Johnson, Jim Morrison, Amy Winehouse; e Gianluigi Gherzi, Fabrizio Saccomanno ne Il paese che non c’è. Viaggio nel popolo delle montagne, sulla storia del popolo curdo.

In chiusura il 9 maggio al Teatro Apollo, La scortecata, liberamente tratto da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile , il lavoro di Emma Dante, l’affermata regista e autrice palermitana che ha fatto della denuncia sociale il tratto principale del suo teatro, che esplora sempre il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca mai una punta di umorismo. Seguirà all’Apollo il 17 maggio, l’ultimo spettacolo in cartellone, con Pino Ingrosso in Napul’è, serata sulle splendide melodie del 900 napoletano Di Capua, Russo, Viviani, Di Giacomo, Bovio, Tosti, De Curtis, Eduardo, Murolo, Carosone.

“Siamo alla seconda stagione di prosa organizzata dal Comune di Lecce – ha dichiarato il sindaco Salvemini - Non era scontato che riuscissimo organizzare la prima, perché al nostro insediamento scoprimmo che non c'era sostanzialmente nulla di pronto nei cassetti dal punto di vista della programmazione e della gestione del Teatro Apollo, comprese le agibilità. Non era scontato che riuscissimo a organizzare la seconda, perché l'ente è impegnato in una manovra di riequilibrio che impone sacrifici e tagli. Quando si è posto il tema ho immediatamente precisato che le risorse per la stagione di prosa sarebbero state garantite. Perché crediamo nella fortissima opportunità che l'investimento in teatro di prosa, in spazi culturali, in biblioteche garantisce dal punto di vista dell'inclusione sociale, del contrasto alla povertà educativa e culturale. Un tema, quello delle povertà educative, che rappresenta un'emergenza, soprattutto nel Mezzogiorno. Per questo l'investimento in questo specifico settore e il successo che ne deriva non deve essere letto solo in termini di sbigliettamento, di grandi ospiti, ma come una operazione di semina che ci auguriamo garantisca raccolto. Siamo sempre molto attenti a come investiamo le risorse nel campo della cultura, e lo abbiamo fatto da subito rompendo schemi del passato, come la distribuzione di risorse a pioggia. Adesso invece la programmazione ha una valore fondamentale, e a noi piace sottolineare che la stagione viene realizzata con il coinvolgimento di realtà del territorio e che la fruizione dei Teatri a Lecce è condivisa con il Balletto del sud, la Camerata musicale salentina, il Conservatorio musicale e tutto ciò che attorno ad essi si muove. Non deve apparire scontato perché se per un attimo riuscissimo a librarci da terra e guardassimo al paesaggio culturale di questa città, ci renderemmo conto che è molto più ricca di come spesso la vogliamo rappresentare. Ed è la ragione per la quale, con nostra incredulità, alcuni ci guardano come una sorta di eccezione. Perché a vedere i tanti fuocherelli accesi a Lecce, che sia il teatro, la lettura, la danza, la musica sinfonica, il cinema d'autore, rispetto ad altro che si muove nel Mezzogiorno, c'è da essere legittimamente orgogliosi”.

“Come l'anno scorso abbiamo individuato un filo conduttore, quest'anno sono i muri: abbattere i muri – ha dichiarato l'assessore alla Cultura del Comune di Lecce Antonella Agnoli – Il 2019 è l'anniversario della caduta del Muro di Berlino. Quando è caduto segnava la fine di un'epoca e la fine dei muri, invece purtroppo da quel momento muri ne sono sorti altri: altri confini, altre guerre, muri liquidi, come quello che oggi sembra essere il Mediterraneo. Su questo filo abbiamo pensato insieme al Tpp una stagione al Tpp della quale ci piace sottolineare particolarmente la presenza di compagnie de territorio. Per il primo anno andremo anche al di fuori dei due teatri, ad esempio nella chiesa degli Agostiniani, dove si terrà uno spettacolo. Stiamo costruendo il programma degli eventi collaterali, che saranno molti, che vanno da presentazioni di libri a laboratori, a incontri nelle scuole e in università. Rinnoviamo in quest'ottica la collaborazione con “Palchetti laterali” e con Fermenti Lattici con il progetto “Vengo anch'io”, che consente alle coppie di andare a teatro con i propri figli, che partecipano a laboratori didattici a tema mentre mamma e papà guardano lo spettacolo. Un'altra novità è la collaborazione con il Db d'Essai a cui abbiamo proposto di proiettare cinque film a tema, in un programma ad hoc che sveleremo. Continua anche il biglietto sospeso, iniziativa con la quale potremo garantire un posto a teatro a chi non potrebbe, un'esperienza che stiamo provando a strutturare meglio dell'anno scorso, aprendoci alla collaborazione con realtà nelle quali si trovano ragazzi in difficoltà. L'immagine della nostra stagione sarà disegnata da un gruppo di writers, ai quali abbiamo chiesto di realizzare un murales su un muro di periferia che sarà il primo atto di marketing della nostra campagna. Anche su questo vi terremo informati, e sugli incontri che faremo per promuovere il teatro e la nostra stagione negli istituti scolastici. L'idea che sposiamo, infatti, è quella di uscire e andare a raccontare cosa stiamo facendo, fuori, in altri posti, in luoghi che sono abitati dai pubblici che vorremmo coinvolgere”.

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