Sabato 12 gennaio ore 20.45, Koreja ospita I PROMESSI SPOSI ultima produzione targata Elsinor (Milano) per la regia di Michele Sinisi; uno spettacolo che omaggia Alessandro Manzoni, scrittore, poeta e drammaturgo, considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi. La riscrittura drammaturgica di Francesco M. Asselta e Sinisi è un viaggio pop nel testo manzoniano, che rilancia brillantemente i grandi temi storici, sociali, filosofico-teologici del romanzo, riagganciandoli a quelli del presente.
Diventato ormai un’icona, il più grande romanzo del 900 (non dell’800 dice Camilleri), rivela ancora la sua straordinaria eccentricità, svelando un contenuto vivo, coinvolgente, ironico, a volte spietato. Per cominciare, quindi, nessun “ramo del lago di Como”, nessuna storiella confezionata.
Mettere in scena un classico come I Promessi Sposi significa assumersi la responsabilità di lavorare su materiale conosciutissimo, di fare i conti con i grandi maestri del passato, ma anche, e soprattutto, di condividere con il pubblico un immaginario comune, ricreando quasi un rito collettivo dove torna la memoria degli anni di scuola, quando il suono della campanella scandiva il tempo delle lezioni e accompagnava la storia dei due umili amanti vessati dalle angherie del signorotto spagnolo.
Oggi grazie alla rete, qualsiasi analisi è già pronta; schemi, sguardi, collocazioni storiche, pensieri filosofici e politici di cui I Promessi Sposi sono permeati. Tutto sul web è già riportato, finito e a disposizione. La possibilità offerta dal teatro di trasfigurare ogni contenuto in corpo può riconnettere con l'indagine manzoniana sulle costanti umane, sul senso della Storia e sul rapporto del singolo con gli eventi che lo travalicano, consentendo di riappropriarsi della sua forza narrativa complessa e moderna, capace di rispecchiare un'umanità talmente pregnante di vita da generare estreme semplificazioni o stereotipi (Don Abbondio, Perpetua, Azzeccagarbugli sono entrati nel linguaggio comune), grazie anche ad una indagine psicologica così accurata da bypassare la nozione di personaggio positivo e negativo.
Per Michele Sinisi l'opera manzoniana è l’occasione per rintracciare le costanti di una Storia che è relazione tra umani, aggiungendo alla visione che Manzoni aveva del proprio tempo, la consapevolezza di noi contemporanei maturata negli anni. La Provvidenza, altra protagonista del capolavoro, rivela una nuova religione generata da un'antica necessità: quella di vivere assieme, ciascuno nella propria diversità, emancipati dalle proprie paure.
Un affresco realizzato con una nuova prospettiva, a dimostrazione che è classico ciò che è inesauribile, non cristallizzabile.