Venerdì 25 e sabato 26 ottobre ore 20.45 - domenica 27 ottobre ore 18.30 per Strade Maestre i Cantieri Teatrali Koreja ospitano HEROIDES lettere di eroine del mito dall’antichità al presente lo spettacolo di Koreja realizzato in collaborazione con Le Belle Bandiere per la regia del Premio Ubu Elena Bucci.
In scena: Giorgia Cocozza, Alessandra De Luca, Angela De Gaetano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, AndjelkaVulic. Musiche originali dal vivo Giorgio Distante
“Pensando a questo tempo turbolento, - racconta Elena Bucci - alla molteplice e viva realtà di Koreja e a questo gruppo di sei attrici creative e autentiche, tutte guidate da un forte spirito di collaborazione e ascolto, ma anche tutte molto diverse tra loro, ho pensato ad un’opera strana e avvincente di Ovidio, nella quale potessimo immergerci con curiosità e libertà, misurandoci con quello sguardo verso il passato che ispira e illumina il presente nei momenti di cambiamento e trasformazione, sia che si tratti di un passato biografico che della cultura e della storia dell’umanità […] ho voluto, pur esercitando uno sguardo piuttosto implacabile e minuzioso, che ogni attrice si misurasse anche come autrice, affrontando la riscrittura del testo di Ovidio e una serie di proposte di improvvisazione e creazione. Abbiamo realizzato, così, una drammaturgia a più strati, dove i linguaggi si mescolano e si arricchiscono l’un l’altro passando dal dialetto all’italiano, da lingue straniere dal suono affascinante all’universale linguaggio del corpo e dei suoni. Trattandosi di un’opera in musica, abbiamo ritrovato canti antichi che risvegliassero la sensazione del legame con la terra dove si nasce per allargare poi lo sguardo al mondo intero e abbiamo intrecciato le parole e le azioni alle musiche del poliedrico e generoso Giorgio Distante, che, unico uomo in scena, sempre in ascolto, è diventato profondamente partecipe alla creazione. Immergendoci in un viaggio nel tempo e nello spazio verso la tragedia antica e il mito, passando attraverso i documenti, le statue, i dipinti, i suoni, i personaggi, le storie, abbiamo cercato di riportare al presente quei frammenti che potessero diventare memoria di tutti”
Ovidio immagina le eroine del mito intente a scrivere una lettera ai loro uomini, narrando di amore, abbandoni, tradimenti. Per la prima volta nella storia della letteratura siamo di fronte ad un romanzo epistolare dove le donne indirizzano il loro messaggio al silenzio e all’assenza dell’altro.
La voce del poeta si intreccia alla loro per raccontare l’intero mito, ma anche per rivolgere una luce speciale e spesso ironica sul destino delle donne, sulle loro ingiuste sofferenze, sulle loro qualità spesso ignorate, disilluse, sprecate. Lo fa con l’ironia dell’intelligenza e della creazione, la stessa che ha sorretto molte donne nel loro cammino, la stessa che fa degli artisti creature senza sesso e identità, votate a creare e a reinterpretare le storie e i personaggi più diversi senza giudicare, ma cercando di comprendere. Seguendo il luminoso esempio di Ovidio che si fa medium di un coro spesso ammutolito dalla storia, diamo voce e corpo ad alcune eroine del mito, più o meno famose come Fillide, Enone, Arianna, Canace, Fedra e Medea. Sono ironiche e tragiche allo stesso tempo, proprio come è la vita, sono le nutrici, le corifee, le amiche, le sorelle, le madri, le nonne, le zie e commentano, partecipano, cadono in contraddizione, giudicano, si ricredono, si commuovono, cambiano.