Le due attrici protagoniste Ilaria Gelmi e Antonella Ruggiero, di Parma la prima e di Castellana Grotte (Ba) la seconda, non si conoscevano prima di dare alla luce Corpi al vento, in scena sabato 7 dicembre 2019, alle 21 nel Teatro Comunale di Nardò, per la rassegna Quarta Parete, a cura della Compagnia TerraMmare Teatro in collaborazione con l’Amministrazione comunale, inserita nell’undicesima edizione della stagione del Teatro Comunale di Nardò.
Complice nel farle incontrare, e nel dar loro lo stimolo per lavorare insieme creando un linguaggio diverso rispetto ai loro precedenti percorsi, è stata la partecipazione al laboratorio di formazione residenziale sul teatro di narrazione, organizzato dalla Compagnia Armamaxa nel Teatro Comunale di Ceglie Messapica (Br), a cura di Roberto Anglisani, che ha messo a punto il lavoro delle attrici. La narrazione è arricchita da un lavoro sul movimento fatto con l’attrice danzatrice Elisa Cuppini.
Corpi al vento è prima di tutto un lavoro di ricerca, partito dalla storia di Fedra per poi scendere nell'analisi di tutte le figure femminili che la circondano: Pasifae, Europa, Arianna e Antiope. Ognuna di loro ha una storia, una passione che si slega dal mito e diviene contemporanea, comune a tutte le donne di oggi.
Il palco si presenta spoglio: niente oltre alle due attrici/narratrici, che diventano due corpi e due voci, che si impastano, disgiungono, compongono, intrecciano, soprappongono; due voci e due corpi che diventano una voce e un corpo che racconta.
Lo spettacolo è stato presentato sotto forma di corto teatrale al Festival di Micro Teatro BONSAI a cura di Ferarra Off (29 aprile 2018) e ha vinto due settimane di residenza artistica a BRACT Brevi Residenze Artistiche di Territorio e Comunità presso “L’elba del vicino a Rio” (LI) nel giugno 2018, È stato ospitato due settimane in residenza artistica da Terrammare Teatro presso il Teatro Comunale di Nardò (LE) nell’aprile 2019 e una settimana a Campsirago Residenza a Colle Brianza (LC) nel giugno 2019.
Una storia antica narrata da due corpi e due voci che s’impastano, separano, intrecciano, sovrappongono, fino a diventare un solo corpo e una sola voce. Una madre, Pasifae, la madre del Minotauro; Arianna, la prima figlia, famosa per il filo con il quale portò Teseo in salvo dal labirinto; Fedra, la seconda figlia, una donna che non può trattenere una passione che le sgorga da dentro. Donne cretesi, “le luminose” le chiamavano, tutte accomunate dallo stesso destino; tutte fragili di fronte alle passioni d’amore, tutte vittime della stessa maledizione. Fragili, come la creta. Noi, donne, siamo tutte fatte di creta. Le storie si ripetono, di madre in figlia, di figlia in madre: sono rami di una stessa famiglia, che occorre risalire all’indietro e ridiscendere in avanti. A volte ci si può perdere, come in un labirinto!
Un mito classico in chiave personale, femminile, ironica e contemporanea