Sabato 11 gennaio 2020 alle ore 20.45 debutta ROSA, ROSE I corpi. Le voci, concerto teatrale per Rosa Balistreri, il nuovo spettacolo di Koreja. In scena Angela de Gaetano, Ninfa Giannuzzi e Valerio Daniele diretti da Salvatore Tramacere
Nato da un’idea di Ninfa Giannuzzi e Valerio Daniele, con testo e voce recitante di Angela De Gaetano e la regia Salvatore Tramacere, chitarra e arrangiamenti dal vivo Valerio Daniele, voce Ninfa Giannuzzi, il lavoro racconta la storia di Rosa Balistreri, la cantautrice del Sud nata a Licata (Agrigento) nel 1927 e morta a Palermo nel 1990, a soli 63 anni. Una donna dalla vita complessa, che portava avanti la voce del popolo e cantava le canzoni di tutti. Una donna che faceva politica e protestava in mille modi, cantando senza essere una cantante. Una donna diversa, “un’attivista che faceva comizi con la chitarra”, come amava definirsi. “Rosa mi è venuta a cercare – racconta Ninfa Giannuzzi - mi è entrata dentro. Ho
sentito il bisogno di farla rifiorire in un mantra assennato di rivincita e di forza. La sua voce è un vortice che ti risucchia fino al centro della terra, il suo canto è di ferro e di argilla, restituisce sempre una luce abbagliante, al punto da strizzare gli occhi o coprirsi il volto con le mani per poter vedere. Rosa è il canto che può salvare e incatenare, che può cancellare i confini e abbattere le paure. Rosa ti possiede” Una rosa, una donna e una voce da cui stilla il racconto in musica e parole che riavvolge con cura il nastro delicato della sua vita intensa e drammatica. Un' artista dalla voce potente, che si porta addosso tutto il peso di essere donna dolente, resistente e miracolata dalla sua stessa voce, una donna del sud.
Rosa, rose. I corpi. Le voci muove dalla biografia della cantautrice e cantastorie siciliana per raccontare anche di altre donne che, a latitudini diverse, sono riuscite ad emanciparsi dal dolore, dalla miseria e dagli aspetti più brutali dell'esistenza grazie alla loro voce, cantata, scritta, detta. Il canto è qui inteso come campo di battaglia, in cui fare a pezzi i soprusi e le violenze; il canto che porta liberazione e rivendica il riscatto degli ultimi della terra. Un canto forte, che si fa "cunto" intriso di passione e partecipazione: una narrazione serrata, che dal dolore, passo dopo passo, precipita nella sete di una rinascita, nel desiderio di un lembo di innocenza, di un atto di amore puro. Puro come una rosa. Rosa Balistreri nasce in una famiglia poverissima; la madre lavora in casa mentre le uniche entrate di denaro provengono dai piccoli lavori di falegnameria del padre. A sedici anni viene data in sposa a Gioacchino Torregrossa, un uomo che, molti anni dopo, in un concerto, Rosa avrebbe definito “latru, jucaturi e ‘mbriacuni”.