I sopravvissuti alla psicosi del corona virus che ieri sera hanno “stoicamente” riempito il teatro Apollo a Lecce hanno avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo “Miti in Scena” assolutamente seducente, potente e confortante.
Lo spettacolo rientrava nella programmazione della Stagione di Danza del Balletto del Sud al Teatro Apollo, in collaborazione con Comune di Lecce, Regione Puglia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. A presentarlo in avvio, in un quanto mai ghiotto fuori programma, prima lo stesso coreografo Fredy Franzutti che ha espresso la grande difficoltà del momento raccontando anche di quanto accade nei diversi teatri italiani, a Nord è frequente la cancellazione di tanti spettacoli in questa fase di grande incertezza. “Nella fase finale – aveva suggerito Franzutti - non pensate a far foto con il cellulare ma pensate ad aprire il vostro cuore per vivere questo momento insieme a noi perché questa emozione è il nostro regalo per voi”.
Successivamente è intervenuta la giornalista e critico di danza Donatella Bertozzi, prestigiosa firma nel panorama coreutico in quota al Messaggero di Roma. Che ha detto di seguire da tempo la compagnia “il Balletto del Sud”, di non perdere mai gli eventi di Franzutti ogni qual volta vengono rappresentati nella Città Eterna. E di considerare il Balletto del Sud un’eccellenza nel panorama nazionale. Concordiamo e sottoscriviamo in tutto e per tutto (n.d.r.). La stessa ha introdotto lo spettacolo. Un galà con un tema dedicato all’età classica. Franzutti si è misurato questa volta con gli eroi dell’antica Grecia, i personaggi dell’Olimpo, con le loro storie mitologiche di imprese divine e umanissime passioni, con la loro forza sovrumana e le loro capricciose debolezze, con i loro corpi plasticamente perfetti e le loro anime perennemente tormentate, dominano da sempre la cultura mondiale. Per rendere al meglio la complessità delle svariate suggestioni della letteratura e dell’arte antica, il regista Fredy Franzutti, direttore della compagnia, ha composto, in questa edizione, una serata in cui ha alternato quasi dei bozzetti, dei piccoli idilli verrebbe da dire, dominati da intenso lirismo e densi di suggestione.
SEMPLICE COME FARSI SEDURRE. A me è parso uno spettacolo meraviglioso, e seducente, curato con ostinato buon gusto fin nel dettaglio, fino al saluto finale rivolto al pubblico dai ballerini e dagli attori. Non è “solo” uno spettacolo, perché a definirlo così pare quasi di fare un torto. C’è una cura del particolare che fa pensare ad un olio su tela, fa venire in mente il potente realismo del “Quarto stato” l’opera simbolo di Giuseppe Pellizza da Volpedo. La mano invisibile del coreografo guida ogni gesto, ogni momento ed ogni più piccolo aspetto pare un indispensabile ed essenziale meccanismo di un sofisticato e quanto mai preciso orologio svizzero. A portare a spasso il pubblico nel tempo immutabile degli eroi e del mito un “Caronte” d’eccezione: Donato Chiarello, la sua voce narrante bella e profonda introduce i quadri interpretati dalla compagnia: si parte con l’elogio della rosa un magnifico testo di Giambattista Marino tratto da “L’Adone”. E poi via via in un crescendo rossiniano.
I MITI E GLI EROI IN SCENA. L’Idolo d’oro, l’equivalente del dio Apollo nella cultura indiana, gli amori contrastati di Piramo e Tisbe, la figura mitologica del tritone, (un momento di pura magia in un balletto in cui “nuotano” all’unisono Valerio Torelli e Lorenzo Lupi). l’incontro tra Leda e Giove mutatosi in cigno, il mito della nascita dell’uomo sotto gli incantesimi di Prometeo, la storia senza tempo di Amore e Psiche (nella brillante coreografia di Marius Petipa su musiche di Minkus), il rapimento del giovane Ganimede da parte di Giove, il pas de deux di Sylvia, l’eroica variazione di Atteone (con le coreografie di Agrippina Vaganova), il sorprendente Can Can finale dell’“Orfeo all'inferno” di Jacques Offenbach e la presentazione delle muse di Apollo. Uno spettacolo quello di Franzutti confortante perché ricolmo di stupefacente bellezza.
QUANDO L'ABITO FA IL MONACO. Un plauso doveroso al sapiente lavoro delle costumiste, è tutto un susseguirsi di velluti, di geometrie, di originali decorazioni, di luccicanti invenzioni (la mise de l’idolo d’oro fa uno sonoro sberleffo alla chiacchierata tutina, la farfallina glitter, indossata da Achille Lauro). Protagonisti dei quadri danzati sono i primi ballerini del Balletto del Sud: gli esperti Nuria Salado Fustè, Alessandro De Ceglia e Matias Iaconianni, i solisti della compagnia Ovidiu Chitanu, Alice Leoncini, Alessandro Cavallo, Paolo Ciofini, Lorenzo Lupi, Valerio Torelli, il corpo di ballo e alcuni allievi scelti (Ci vuole coraggio per far spazio ai giovanissimi ed a Fredy Franzutti non manca tale dote, la sua scuola è fucina di talenti) della scuola del Balletto del Sud. Intenso Andrea Sirianni nei panni di Aiace, il celebre monologo tratto dalla tragedia di Sofocle con cui l’eroe greco sceglie la strada di una morte eroica, per trasformarsi, poi, nell’Ulisse dantesco, avvolto dalle fiamme dell’inferno, che racconta la sua fine e con essa l’epilogo del desiderio umano di superare i propri limiti.
IL FOLLE VOLO DI ULISSE. Dante pone l’Ulisse omerico nell’Inferno descrivendolo in tono solenne e pacato. Il folle volo di Ulisse è il simbolo dell’inesauribile sete di conoscenza umana. Ed è un messaggio potente. Dante Alighieri, considerava la conoscenza il presupposto per la valutazione di una persona. Se una persona è una persona colta, cioè conosce molte cose, allora è una persona di valore, altrimenti questa persona non vale nulla, o meglio, la sua vita equivale alla vita di un bruto. “Considerate la vostra semenza“. Considerate, cioè da dove venite, considerate la vostra natura, considerate il fatto che siete esseri umani, esseri intelligenti, e non bestie, non animali. Semenza viene da “seme”, da cui nascono le piante. La semenza quindi rappresenta l’origine, la razza umana in questo caso. Non siete fatti per vivere come Bruti. Ma per seguire, cioè conseguire, per inseguire la conoscenza.
L'UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU' - La “virtute” è invece la virtù. E la virtù è ogni buona qualità, ogni caratteristica positiva dell’essere umano. E chi al termine dello spettacolo ha sentito di dover tributare un sentito applauso lo ha fatto alzandosi in piedi, senza strepiti, spontaneamente, e lo ha fatto, di questo ne sono certo, per aver condiviso la bellezza e con la consapevolezza, almeno per una sera, e nonostante la psicosi, di sentirsi portatori sani di unicità e virtù. Confortante. Peccato solo per chi non c’era.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI CON IL BALLETTO DEL SUD - Gli altri appuntamenti in cartellone sono “Serata Stravinskij” il 29 marzo e “Serata Romantica” il 26 aprile. Il 29 marzo, “Serata Stravinskij” propone due capolavori del compositore russo che hanno segnato la storia della musica: “L’uccello di Fuoco” e “La Sagra della Primavera”. L’Uccello di Fuoco va in scena in una rivisitazione ispirata ai racconti di Robert Howard (1906 – 1936), scrittore statunitense considerato uno dei padri della moderna “heroic fantasy” e grande interprete del romanzo d’avventura. Il suo personaggio di maggior successo è Conan il Barbaro. Franzutti si ispira al tratto grafico dei fumetti per far ricostruire scene e costumi e per caratterizzare i personaggi della storia, che si “riscrive” con analogie alla favola russa che ha ispirato Stravinskij.
I biglietti si possono acquistare presso la sede del Balletto del Sud (Via A. Biasco, 10, Lecce), l’infopoint del Castello Carlo V (viale XXV Luglio, Lecce), le rivendite autorizzate Ciaotickets e on line sul sito ciaotickets.com.
Per informazioni: 0832.453556.