Venerdì 17 giugno (ore 20 - ingresso libero) Astràgali Teatro in via Giuseppe Candido a Lecce, in collaborazione con Musicaos Editore, ospita un incontro con Fernanda Garcia Lao. La scrittrice, drammaturga e poeta argentina, una delle più importanti nuove voci della narrativa di area latinoamericana, presenterà il suo romanzo "Donne da macello", uscito in Italia per la casa editrice salentina Musicaos nella collana “Vela Latina”. Dedicata alla letteratura ispanoamericana, la collana diretta da Diego Simini ha già accolto autrici e autori come Miguel Vitagliano, Mauricio Rosencof, Emilia Pardo Bazan, Rosalia de Castro e ospiterà a breve il romanzo d'esordio del giovane autore messicano Laury Leite. All’incontro - con letture a cura Roberta Quarta e Simonetta Rotundo - interverranno Fabio Tolledi (regista e direttore artistico di Astràgali Teatro), Diego Simini (docente di Lingua e Letteratura Spagnola dell'Università del Salento, traduttore del romanzo e direttore della collana “Vela Latina”), la scrittrice Elisabetta Liguori e l’editore Luciano Pagano.
«La rilettura della guerra delle Malvinas si innesta qui su un’ambientazione postapocalittica in cui, alla stregua delle ancelle della Gilead di Margaret Atwood, le donne diventano corpi da fecondare per portare avanti un folle progetto nazionalista», ha scritto Anna Boccuti, ricercatrice di lingue e letterature ispanoamericane presso l’Università di Torino, su “L’Indice dei libri del mese”. Il romanzo (titolo originale "Nación vacuna", 2017) è ambientato a Rawson, città sperduta nel sud dell’Argentina, dove si insedia la nuova Giunta di governo che sostituisce i comandanti militari morti nelle isole M, a causa di una sindrome misteriosa contratta durante le celebrazioni per la conquista delle tanto agognate terre. Jacinto, un grigio impiegato statale, partecipa a un folle progetto di cui non coglie subito tutti gli aspetti. Si tratta di selezionare alcune donne da inviare nelle isole M, dov’è rimasto segregato un manipolo di soldati sopravvissuti alla malattia letale e contagiosa che ha decapitato lo Stato maggiore. Le donne vengono scelte per soddisfare gli appetiti sessuali dei soldati, che dovranno renderle gravide per dare vita ai figli alla patria, i primi bambini nati nelle isole riconquistate. La famiglia di Jacinto è composta dal fratello Leopoldo, facente parte della Giunta e ideatore del piano, dalla madre psicologa, che predilige il fratello a Jacinto, dal padre, macellaio, il cui carattere stride con quello del figlio vegetariano, suo bersaglio prediletto. Su questi elementi si fonda una narrazione piena di eventi imprevedibili, con una scrittura densa, fluida, implacabile.
Argentina, classe 1966, Fernanda García Lao, tra il 1976 e il 1993 ha vissuto in Spagna. Nel corso degli anni ha studiato recitazione, drammaturgia, musica, danza e giornalismo, tra Spagna e Argentina. Da notare i suoi romanzi “Muerta de hambre” (Primo Premio del Fondo Nacional de las Artes, 2004), “La perfecta otra cosa” (terzo premio Cortázar), “Vagabundas” (finalista Premio Sur de Novela), “Fuera de la jaula” e “Donne da macello” (Nación vacuna, 2017). Ha pubblicato due libri di racconti, “Cómo usar un cuchillo” e “El tormento más puro”, ben accolti dalla critica argentina. Come poeta ha pubblicato “Carnívora y Dolorosa”, per le edizioni della Universidad de La Plata. Insieme a Guillermo Saccomanno ha pubblicato il romanzo erotico-epistolare “Amor invertido” e la raccolta di narrazioni brevi “Los que vienen de la noche”. È stata invitata a Fiere internazionali di Letteratura in diversi Paesi dell’America latina e d’Europa. Suoi testi sono stati tradotti in francese, portoghese, inglese, svedese e greco per riviste digitali e cartacee. I suoi libri sono pubblicati in Francia, Spagna, Messico, Perú, Bolivia, Costa Rica e altrove. Alla Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara (Messico) del 2011 è stata celebrata come “uno dei segreti meglio custoditi della letteratura latinoamericana”. I romanzi di Fernanda Garcia Lao rientrano in quelle opere di autrici sud americane «numerose e in armoniosa contiguità, che possono davvero essere intese come parte di una medesima costellazione, e non come astri isolati», sottolinea Anna Boccuti. «Più che esprimere il “femminile”, queste scrittrici riprendono tematiche dibattute a livello globale e assai produttive se scrutate nell’ottica dei femminismi attuali, allineandosi con alcune preoccupazioni della letteratura “mondiale”. Beninteso, nei loro testi non ci si trova sempre di fronte a un femminismo programmatico e militante, e tuttavia la presenza di strategie narrative comuni autorizza a parlare di racconti femministi».
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