Ai Cantieri Koreja di Lecce spettacoli, appunti e riflessioni nel segno di Eugenio Barba e dell'Odin Teatret

L'Odin Teatret rappresenta per chiunque ami e mastichi di teatro una sorta di isola felice, una storia lunga sei decadi di un sodalizio che ha fatto la storia del teatro mondiale. Pare che adesso questa compagnia viri verso il suo autunno. Potrebbe essere l'happening leccese presso i Cantieri Koreja una delle ultime esibizioni.

L'opportunità ghiotta di vedere all'opera l'86enne"Nocchiero"  Eugenio Barba e la sua ciurma è quanto mai ghiotta. Una possibilità offerta anche da un nuovo progetto della Regione Puglia e del Polo biblio-museale di Lecce a Eugenio Barba e a Odin Teatrer parte quest'oggi, giovedì 6 (con repliche ogni sera fino a sabato 8 ottobre) alle ore 20.45 con Odin Teatret. Sul palco lo spettacolo "Tebe al tempo della febbre gialla" . Nella magica atmosfera dei Cantieri teatrali Koreja di Lecce  Kai Bredholt, Roberta Carreri, Donald Kitt, Iben Nagel Rasmussen, Julia Varley.

È il giorno dopo la battaglia. La guerra tra i due figli di Edipo per il dominio di Tebe è terminata. La ribelle Antigone è stata punita per aver profanato la legge della città. Le famiglie seppelliscono i loro morti. Il fantasma di Edipo si aggira tra i cadaveri. Creonte e Tiresia ordiscono la pace. La Sfinge e la peste sono in agguato. Per noi tutti è primavera, tempo di innamoramenti. Il futuro è frenesia di sole e oro: una febbre gialla. 

«A volte – racconta Eugenio Barba - ho la sensazione che un sottile muro di aria separi il mondo in cui mi muovo da un mondo che mi sta accanto. Uno spasmo della memoria o un cambio di coscienza mi trasportano inaspettatamente in un’altra realtà. Basta un nome, un’immagine, un suono. Il sottile muro si dissolve e io scivolo nel mondo che costeggia quello in cui mi muovo. Lì figure note e ignote si avvicinano e mi raccontano storie che conosco bene rivelando, però, dettagli segreti o fornendo spiegazioni impensate. Insinuano nelle mie mani un’elemosina inaspettata: frammenti di una conoscenza rinnovata. Questa dissociazione mi accompagna da quando avevo nove anni e vidi morire mio padre. Questa realtà parallela è pronta ad accogliermi per confortarmi o esaltarmi. Il mio mestiere di regista ha dato una giustificazione a questa ubiquità». L'appuntamento è imperdibile.

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