Ai Cantieri Koreja, Luca Toracca è Quentin Crisp nella pièce di Mike Farrelly ispirata al coraggio dell’uomo che, alla ricerca di sé, sfida la Londra omofoba sin dai primi anni del ‘900

Domenica 27 novembre alle ore 18.30 atteso ritorno a Koreja per Luca Toracca (Teatro dell’Elfo) con QUENTIN CRISP la speranza è nuda, monologo in due parti di Mark Farrelly, che attinge a piene mani da un repertorio di aforismi e paradossi degni di Oscar Wilde.

 

Quentin Crisp (1908-1999) attraversa con estrosa eleganza e pungente humor ampia parte del Novecento, dagli anni Trenta sino alla vigilia del nuovo millennio.

È l’indimenticabile protagonista della scena queer londinese e con il suo mémoire, The Naked Civil Servant (1968), acquisisce fama planetaria. Nel 1975 dal volume è tratto un film per la televisione, diretto da Jack Gold e distribuito in Italia dalla RAI con il titolo Il funzionario nudo: la brillante interpretazione di John Hurt, lo rende famosissimo “Come Quentin Crisp è molto più credibile lui di me” fu il suo commento. Crisp, sull’onda del successo riscosso, crea un one-man show che debutta a Londra e successivamente conquista New York.

Un successo che cavalca con la consueta irriverenza, spaziando tra televisione e teatro, cinema e incontri privati con chiunque dimostri interesse per la sua vita e le sue avventure.

Un’irriverenza capace di urtare la stessa comunità gay, ma amata da giornalisti alla ricerca di uno sguardo provocatorio sulla contemporaneità.

Nel 1991 interpreta il ruolo della Regina Elisabetta I nel film Orlando di Sally Potter e incuriosisce un pubblico ancora più vasto. In tarda età emigra negli Stati Uniti, dove diventa un mito rispettato per il suo coraggio, la sua onestà e il suo acume, che sfoggia in serate e monologhi che a un pubblico italiano potrebbero ricordare gli indimenticabili bis di Paolo Poli. Vive in povertà a Manhattan in un monolocale cadente e muore all’età di 91 anni. A chi gli chiede a cosa attribuisce la sua longevità risponde: sfortuna.

Una vita decisamente sopra le righe, mossa sin dalla giovane età dal desiderio di apparire e scioccare l’osservatore con questa sua smania di mostrarsi ed essere se stesso senza censure, falsi pudori o tabù. Un modo di essere che affascina il giovane attore e autore britannico Mark Farrelly e lo induce a scrivere Quentin Crisp: Naked Hope. Il monologo è presentato nel 2014 al Festival di Edimburgo dove ottiene recensioni entusiastiche.

In scena a Koreja, uno strepitoso Luca Toracca, attore dotato di ironia, curiosità per la vita e abilità trasformistiche, interprete perfetto per far conoscere questo personaggio sorprendente, inedito e soavemente rivoluzionario. 

LO SPETTACOLO - La vita di Quentin Crisp, icona gay nel mondo anglosassone, comincia con una difficile giovinezza in cui per vivere si deve prostituire o, ben che vada, posare nudo nelle scuole d’arte. Deriso continuamente per il suo essere effeminato, Crisp viene ripetutamente molestato dalla polizia, insultato o, peggio ancora, picchiato. Proprio per difendersi da questa dolorosa situazione si costruisce nel corso degli anni una corazza fatta di intelligenza e di irresistibile distacco ironico.

Arrestato per adescamento, si difende così: “Vostro onore, io non mi spingo agli estremi. Ci vivo. Mi vesto e vivo in modo tale che tutto il mondo capisca che sono omosessuale, e questo mi separa dal resto dell’umanità, anziché facilitarmi... A me il sesso illecito non interessa, anche perché guardare il cavallo dei pantaloni di un uomo, dopo un po’ diventa perfino più noioso che guardarlo negli occhi”

Come lui stesso ammette, non ha nessun talento se non quello di essere se stesso, ma la sua personalità e il suo acume sono più che sufficienti a renderlo ben presto noto anche al di fuori della cerchia ristretta dei locali gay. Alla repressione e alle aggressioni reagisce con le sue mises fiammeggianti, i suoi trucchi, le sue clamorose pettinature: tutto il mondo deve sapere che è omosessuale, anche se a qualcuno che gli chiede se la sua è una omosessualità praticata risponde: “Che bisogno c’è? Sono già perfetto così”.  

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