Roma, ecco Made in Salento, l'umanità pop di Vittorio Tapparini. Vernissage il 9 marzo

Una movida di colori. La svolta Pop di Vittorio Tapparini, figlio d'arte,  è evidente nelle ultime opere. La mostra del pittore leccese, verrà inaugurata il 9 marzo 2018, alle 18.30, presso la galleria della chiesa di Santa Maria dei Miracoli in via del Corso 528 a Roma.

 

Il Salento, prima che una piccola penisola stesa tra Ionio e Adriatico, è uno stato dell’anima, una fucina di pensiero e di arte. Oggi come ieri. Ma non c’è solo barocco, non solo pizzica, non solo ulivi e non solo una grande dignità ereditata dal passato: la contemporaneità qui bussa forte alla porta, ma spesso nessuno apre.

MADE IN SALENTO - Ed ecco allora la personale di pittura di un artista rappresentativo che in quella terra è nato, cresciuto, è stato celebrato e ha condotto battaglie per aprire al contemporaneo, diventa oggi un “marchio”di fabbrica: “Made in Salento” è la nuova collezione di tele ad olio di Vittorio Tapparini che verrà presentata a Roma dal 9 marzo nella galleria della chiesa di Santa Maria dei Miracoli in via del Corso 528, nei pressi di piazza del Popolo. Dopo aver inaugurato negli ultimi anni la sua stagione pittorica più frizzante, e del tutto anacronistica rispetto al panorama monografico dell’arte contemporanea più astratta (concettuale, drammatica, spesso autistica), il maestro leccese decide con questa mostra romana di darsi un ‘marchio’ riconoscibile da esportare:“Made in Salento”. Con questo logo vuole dire che il Salento contemporaneo è tanto altro da raccontare, ben oltre gli stereotipi con cui viene spesso venduto.

UNA MOVIDA DI COLORI - Si ritroverà in queste opere in una movida di colori, la spensieratezza tipica di questa terra che, come tutti i Sud del mondo, reagisce con una esasperata voglia di vivere alla sua condizione di arretratezza e isolamento. I personaggi del maestroTapparini sono sempre in cerca di felicità, inseguono l’idillio dei sentimenti più passionali che sono alla base della vita vera di ognuno, e nel loro incedere continuo questi uomini (spesso in vespa, in bicicletta, in auto, in barca) si godono i loro litorali mozzafiato, spesso interrotti da scuri fondali urbanizzati.

ECCO L'UMANITA' POP - E alla fine questa piccola umanità pop e colorata è forse più salentina delle intenzioni dello stesso Tapparini. La sua idea è infatti quella di esportare la bellezza e l’arte “prodotta” nella sua terra e che parla una lingua universale. Non necessariamente insomma il “made in Salento” deve raccontare le caratteristiche fisiche del territorio: più facilmente invece l’espressione estetica coglie lo spirito e la storia profonda che i salentini si portanoaddosso, con uno sguardo semmai europeo e il respiro eclettico delle tante energieumane che li abitano dentro. Eretico e spiazzante, cosmopolita più che global, il pittore sceglie di spingere l’acceleratore del tempo verso una ripresa della gioia di vivere in nome dei valori più semplici.

LA SVOLTA - Va segnalata in questa collezione la svolta “pop” dell’artista: alcune tele ad olio infatti qui si arricchiscono di ritagli di fotografie contemporanee: agli strati di colori si sovrappongono immagini patinate di prodotti di consumo quotidiano. Il loro ruolo è apportare un colore nuovo alla dolce eresia di questo artista non omologato con la tragedia del vivere del tempo della crisi.

TERRA DI MEZZO - La rassegna romana arriva dopo  “La terra di mezzo” personale dell'artista che si è svolta a Lecce presso la Fondazione Palmieri. “Portiamo il Salento - scrive Tapparini - fuori dai suoi confini, con umiltà e senza arroganza né presunzione, ma con la consapevolezza che la nostra bellissima terra custodisca un tesoro raro anche nella sua contemporaneità. Quindi chi pensa che oggi il Salento con i suoi anni di storia, con le orecchiette e i ricci di mare, il tamburello e la pizzica, i trullie i fichi d’india, abbia già detto tutto, si sbaglia di grosso.C’è tutto un mondo contemporaneo non ancora valorizzato e troppo spesso affossato che dobbiamo riportare a galla, senza battaglie e rabbia, ma con amore. Lo stesso amore che caratterizza la nostra quotidianità e la nostra filosofia del vivere. Essere meridionali ci dà il vantaggio sin dalla nascita di un amore per la vita e per la bellezza più acceso dal nostro sole caldo e meraviglioso. Equel sole e i nostri colori sono entrati con forza nei miei quadri, anche al di là della mia stessa volontà”.

La mostra resterà aperta fino al 18 marzo 2018 dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20.

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